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Come la scarsità d’acqua sta danneggiando l’economia europea


Una ricerca della BCE mostra che il 72% delle imprese dell’area dell’euro dipende in modo critico dai servizi ecosistemici e dalla disponibilità di acqua

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L’economia dell’area euro dipende fortemente dagli ecosistemi naturali e dai servizi che forniscono. Tra questi, acqua pulita, protezione dalle inondazioni, sequestro del carbonio e terreni sani. Tuttavia, la natura è sempre più minacciata.

Le conseguenze delle attività umane, come l’occupazione del suolo, l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’introduzione di specie invasive e la pesca eccessiva, minano gli ecosistemi. Ciò avviene attraverso un degrado cronico a lungo termine e shock acuti amplificati dagli eventi climatici estremi.

IL 72% DELLE IMPRESE DELL’AREA EURO DIPENDE FORTEMENTE DAI SERVIZI ECOSISTEMICI

Una ricerca della BCE mostra che il 72% delle imprese dell’area euro dipende in modo critico dai servizi ecosistemici. Le stesse imprese rappresentano i tre quarti di tutti i prestiti bancari alle imprese nella regione, il che rappresenta un problema per la stabilità finanziaria. Finora, questa dipendenza dai servizi ecosistemici si basa su dipendenze individuali.

La BCE sta collaborando con il Resilient Planet Finance Lab dell’Università di Oxford per ampliare la comprensione oltre le analisi di dipendenza, e punta a mappare con maggiore precisione i rischi economici e finanziari che il degrado degli ecosistemi comporta nelle diverse regioni e nei diversi settori industriali.

IL FRAMEWORK SVILUPPATO DALLA BCE CON L’UNIVERSITÀ DI OXFORD

Insieme, la BCE e il laboratorio di Oxford hanno sviluppato il framework Nature Value at Risk (NVaR), che consente di far luce sulle complesse interdipendenze della perdita di servizi ecosistemici naturali e sul loro impatto sull’economia europea. Il framework NVaR cattura il rischio finanziario associato alla perdita di servizi ecosistemici a livello settoriale. Fondamentalmente, il NVaR combina i seguenti tre elementi:

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Un punteggio di rischio sistemico, calcolato tramite informazioni specifiche per località sulle attività settoriali e sullo stato dei servizi ecosistemici. Tiene conto di pericoli, esposizioni e vulnerabilità, calcolati utilizzando dati di osservazione della Terra, dati di modelli e dati di indagini conoscitive.

– Dipendenza settoriale, che riflette il grado di dipendenza di ciascun settore dai servizi ecosistemici

– Collegamenti della catena di fornitura finanziaria che tracciano il flusso di servizi e merci attraverso i confini

– I risultati evidenziano la porzione della produzione economica di un settore che va persa quando il servizio ecosistemico diminuisce

UNA SICCITÀ ESTREMA METTEREBBE A RISCHIO IL 15% DELLA PRODUZIONE ECONOMICA

I risultati dello studio dimostrano che la scarsità di acqua superficiale rappresenta il rischio più significativo per l’economia dell’area euro. In caso di una siccità estrema, ma plausibile, con un periodo di ritorno di 25 anni, quasi il 15% della produzione economica sarebbe a rischio. Ciò è causato da una carenza di approvvigionamento idrico proveniente da fiumi, laghi, bacini idrici e strati superficiali del suolo, amplificata da persistenti condizioni di siccità, prelievi eccessivi e consumi non sostenibili.

L’IMPATTO DELL’ACQUA SULLE ATTIVITÀ ECONOMICHE

Qualsiasi pressione sulle risorse idriche può avere impatti a cascata su molteplici attività economiche. Ad esempio, i terreni aridi riducono le rese agricole; la scarsità d’acqua influisce sul settore manifatturiero, interrompendo le operazioni e aumentando i costi; e i fiumi in magra riducono l’afflusso di energia idroelettrica, limitano la produzione di elettricità e ostacolano la navigazione interna.

Sebbene l’Europa meridionale subisca le maggiori pressioni dovute alla scarsità d’acqua, l’analisi mostra che anche i Paesi dell’Europa centrale e settentrionale sono sempre più a rischio.

L’AGRICOLTURA È IL SETTORE PIÙ ESPOSTO

Tra tutti i settori, l’agricoltura è il più esposto, subendo le maggiori perdite di produzione in termini proporzionali. Fino al 30% della produzione del settore agricolo è a rischio nei Paesi dell’Europa meridionale, con un rischio in calo più a nord, scendendo a circa il 12% in Finlandia. Anche l’industria manifatturiera, l’estrazione mineraria, i servizi di approvvigionamento idrico, l’edilizia e i servizi di ristorazione e alloggio subiscono impatti sostanziali. Oltre il 20% della loro produzione è a rischio nell’Europa meridionale e oltre il 10% altrove.

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Nel lungo termine, gli effetti della persistente carenza idrica possono estendersi ai mercati delle materie prime, facendo salire i prezzi dell’acqua e dei prodotti alimentari e contribuendo a pressioni inflazionistiche più ampie.

SCARSITÀ D’ACQUA E STABILITÀ FINANZIARIA

Oltre al suo impatto economico diretto, la scarsità d’acqua può anche minare la stabilità finanziaria: può aumentare la probabilità che le aziende non siano in grado di rimborsare i propri prestiti. Questo, a sua volta, amplifica l’esposizione creditizia delle banche. Per questo motivo la BCE ha analizzato anche i prestiti di 2.500 banche dell’area dell’euro concessi a società non finanziarie a livello settoriale, e ha scoperto che oltre il 34% del loro importo nominale totale in essere – oltre 1.300 miliardi di euro – attualmente è erogato a settori esposti ad un elevato rischio di scarsità idrica.

IL CALO DELLA QUALITÀ DELL’ACQUA

Le pianure alluvionali naturali e indisturbate si stanno riducendo e quindi c’è meno superficie disponibile per assorbire l’acqua e offrire protezione dalle inondazioni. Una scarsa qualità dell’acqua potrebbe compromettere le prospettive economiche, poiché le acque e gli ecosistemi acquatici europei sono ancora gravemente compromessi dalle sostanze chimiche.

Il calo della qualità dell’acqua, misurata o percepita, ha già portato ad una forte riduzione delle visite ricreative nelle aree colpite, con conseguenti perdite economiche superiori a 100 miliardi di euro all’anno. Oltre a ciò, il degrado di altri servizi ecosistemici, come la regolazione climatica, aggrava ulteriormente questi rischi.

LA RICERCA È FONDAMENTALE PER GESTIRE I RISCHI CLIMATICI E NATURALI

I risultati preliminari presentati dalla BCE evidenziano già l’importanza di integrare i rischi legati alla natura nei quadri di valutazione dei rischi finanziari, in particolare per quanto riguarda i rischi legati all’acqua. In definitiva, non sono solo le imprese a subire il degrado ambientale. L’elevata concentrazione di prestiti in settori fortemente vulnerabili alla scarsità di acqua superficiale espone anche le banche a potenziali perdite finanziarie significative. E questo, potenzialmente, potrebbe portare ad una instabilità finanziaria.

Per comprendere appieno questi rischi complessi e le relative incertezze serviranno ulteriori ricerche e uno sviluppo degli strumenti di analisi del rischio. Secondo la BCE, “è fondamentale che le banche centrali collaborino a stretto contatto con la comunità scientifica, perché questo può migliorare i nostri dati, la modellizzazione e la valutazione del rischio. Dopotutto, i rischi legati alla natura non sono solo preoccupazioni ambientali, sono rischi economici sistemici che richiedono una risposta integrata e informata”.



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