Niente detrazioni fiscali per figli o figlie a carico dopo i 30 anni, ma con redditi bassi e contratti deboli, l’indipendenza resta una missione impossibile: lo confermano i dati ISTAT
Per il Fisco a 30 anni i giovani raggiungono l’indipendenza, ma non è così: il lavoro precario, le retribuzioni basse e le difficoltà abitative li tengono a casa con i genitori.
Il 63,3 per cento degli under 34 non lascia la famiglia di origine: con redditi bassi e contratti di lavoro deboli, non si va lontano.
La fotografia che scatta l’ISTAT nell’ultimo rapporto annuale, presentato il 21 maggio, è in contrasto con il messaggio dato dal Governo con le ultime novità della Legge di Bilancio, in particolare con l’eliminazione delle detrazioni fiscali per i figli e le figlie a carico over 30.
Niente detrazioni fiscali dopo i 30 anni, ma con retribuzioni basse e contratti deboli i figli restano a carico
Il principio alla base del taglio agli sconti fiscali per i figli o le figlie a carico con più di 30 anni, ad eccezione dei casi di disabilità, è condivisibile: superata la soglia dei 30 anni, bisogna essere autonomi e autonome. Ma in Italia, oggi, è una missione impossibile.
L’instabilità lavorativa, la difficoltà abitativa e l’incertezza economica, si legge nel rapporto annuale ISTAT 2025, portano i giovani a continuare a vivere con i loro genitori. O, in alternativa, ad andare all’estero: è la scelta che hanno fatto 21.000 laureati e laureate tra i 25 e i 34 anni nel 2023, con un aumento del 21,2 per cento sul 2022.
D’altronde l’occupazione nell’ultimo anno è cresciuta, ma quella giovanile resta indietro: il tasso di occupazione, che pure resta il più basso di Europa, è aumentato di 3,2 punti percentuali rispetto al 2019, ma l’aumento ha riguardato in particolare modo gli over 45.
Oltre un terzo dei giovani con meno di 35 anni e quasi un quarto delle donne si trova in una condizione di vulnerabilità occupazionale con contratto a termine o part-time involontario. Il 29,5 per cento degli under 35 è a rischio di lavoro a basso reddito.
E così perfino chi rientra nella schiera delle persone occupate non ha gli strumenti per progettare il futuro con ricadute anche sulla natalità, che in Italia continua a calare.
Giovani senza detrazioni e agevolazioni fiscali, ma l’indipendenza è una missione impossibile
Sono questi i dati che impediscono ai giovani di guardare all’indipendenza, anche dopo i 30 anni. E sono questi i dati che sembrano essere totalmente ignorati nelle ultime politiche fiscali e del Lavoro adottate. Ma non basta mettere nero su bianco un desiderio per vederlo realizzato.
Non basta eliminare le detrazioni fiscali per figli e figlie a carico oltre i 30 anni per vedere i ragazzi e le ragazze lasciare le loro famiglie di origine, soprattutto se il risparmio che deriva dal taglio degli sconti fiscali, stimato in oltre 300 milioni di euro a regime, non si investe in nuove misure destinate specificamente a favorire la loro l’indipendenza.
Così come non basta approvare i bonus per favorire le assunzioni dei giovani per coglierne i frutti, soprattutto se le agevolazioni restano ferme per più di un anno.
Ed è controproducente, anche solo per il messaggio che ne deriva, eliminare quelle poche agevolazioni previste per chi, nonostante tutto, riesce a raggiungere l’autonomia e a comprare la prima casa, senza proporre delle alternative.
Le politiche fiscali e del Lavoro per i giovani dell’ultimo anno sembrano scritte per un’altra Italia, o comunque per un paese che non è quello fotografato dall’ISTAT, senza considerare che la posta in gioco è il futuro di tutti e tutte, a prescindere dall’età.
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