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Indici UIF per scovare imprese filtro nelle frodi IVA



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Nel mese di maggio 2025, l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) ha pubblicato un importante studio contenuto nel numero 28 dei Quaderni dell’antiriciclaggio.

Questo lavoro rappresenta il primo tentativo strutturato di identificare e analizzare le cosiddette imprese filtro o buffer companies, attori chiave nelle frodi fiscali complesse, in particolare quelle legate all’IVA.

Grazie a questo studio, sono stati elaborati nuovi indici quantitativi in grado di supportare le autorità e gli operatori finanziari nella rilevazione e nel contrasto di queste realtà elusive.

Finalità degli indici UIF

Le frodi IVA rappresentano una delle forme più sofisticate e dannose di evasione fiscale, con un impatto che si misura in miliardi di euro di risorse pubbliche sottratte ogni anno. L’Italia, con un “gap IVA” stimato sopra i 14 miliardi di euro nel 2021, è particolarmente esposta a questi fenomeni.

In questo contesto, la UIF ha voluto colmare un’importante lacuna: non esistevano fino ad oggi indicatori sistematici e quantitativi per riconoscere le imprese filtro coinvolte nelle catene fraudolente. Questi indici sono pensati per:

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  • facilitare l’identificazione precoce di società potenzialmente coinvolte in frodi;
  • supportare le funzioni antiriciclaggio (AML) di banche, intermediari finanziari e professionisti;
  • rendere più efficace il contrasto alle frodi fiscali complesse, rallentando e ostacolando le catene di illecito.

Cosa sono le imprese filtro

Le imprese filtro, o buffer companies, sono entità aziendali che si pongono strategicamente tra le imprese cartiere e le imprese operative reali nella catena delle frodi fiscali.

  • Le imprese cartiere sono società di comodo, spesso prive di reale struttura produttiva, usate esclusivamente a fini fraudolenti.
  • Le imprese operative reali sono quelle che svolgono attività produttive e, spesso, beneficiano direttamente degli illeciti.
  • Le imprese filtro, invece, hanno un ruolo ibrido: non sono totalmente fittizie, ma nemmeno pienamente produttive. Fungono da “schermo”, complicando la ricostruzione dei flussi economici e finanziari illeciti.

Queste società estendono e articolano la catena fraudolenta, rendendo più difficile per le autorità e gli operatori individuare e interrompere le frodi.

Caratteristiche principali delle imprese filtro

Lo studio UIF ha evidenziato le seguenti peculiarità delle imprese filtro:

  • dimensioni maggiori rispetto alle imprese cartiere: sono spesso più grandi della media e più strutturate;
  • settore prevalente: operano frequentemente nel commercio all’ingrosso;
  • produttività elevata: misurata in termini di ricavi per dipendente, supera la media del settore;
  • basso valore aggiunto operativo: indicatore che segna la scarsa capacità di creare valore reale, tipica delle società di comodo;
  • ciclo del capitale circolante molto rapido: queste società incassano crediti e pagano debiti in tempi brevi, tipico delle imprese cartiere.
  • finanziamento bancario: a differenza delle cartiere, sono spesso finanziate dal sistema bancario, il che consente loro di superare controlli superficiali.

Queste caratteristiche ibride rendono le imprese filtro particolarmente insidiose e difficili da individuare con i tradizionali metodi di controllo.

Ruolo delle imprese filtro nella frode IVA

Le imprese filtro sono particolarmente coinvolte nelle frodi IVA complesse, che rappresentano una delle principali forme di evasione fiscale in Europa e in Italia.

  • Queste frodi si basano su catene articolate di società che movimentano fatture false e crediti d’imposta inesistenti.
  • Le imprese filtro si interpongono tra le società cartiere (che emettono fatture false) e quelle reali (che usufruiscono indebitamente dei vantaggi fiscali), allungando e complicando la catena fraudolenta.
  • La loro funzione è cruciale per “schermare” i beneficiari finali, rendendo più difficili le indagini fiscali e finanziarie.

Solo nel 2023, le frodi IVA complesse hanno causato in Europa perdite per oltre 11,5 miliardi di euro, con un aumento del 71% rispetto all’anno precedente.

A cosa servono gli indicatori UIF

Gli indicatori elaborati dallo studio UIF costituiscono uno strumento di screening quantitativo che può:

  • Supportare gli operatori finanziari (banche, revisori, commercialisti) nelle segnalazioni di operazioni sospette (SOS).
  • Consentire un monitoraggio più efficace delle imprese filtro, superando il limite delle analisi qualitative e superficiali.
  • Aiutare le autorità fiscali e giudiziarie a individuare e smantellare più rapidamente le reti di frode.
  • Ridurre il danno economico derivante da frodi fiscali, tutelando le risorse pubbliche e il mercato legale.

Pertanto, l’elaborazione degli indici UIF per le imprese filtro rappresenta un passo avanti fondamentale nella lotta contro le frodi fiscali complesse, in particolare quelle legate all’IVA. Grazie a questo innovativo approccio quantitativo, gli operatori antiriciclaggio dispongono di un nuovo strumento che integra e rafforza le attività di controllo e prevenzione.

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La complessità e l’evoluzione continua delle frodi fiscali richiedono strumenti sempre più sofisticati e coordinati. Gli indici UIF sono un esempio concreto di come la ricerca e l’analisi dati possano contribuire a contrastare efficacemente fenomeni criminali che sottraggono risorse vitali all’economia e alla società.



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