La Commissione europea ha annunciato un nuovo pacchetto di misure pensato per ridurre ulteriormente i costi amministrativi che gravano sulle imprese, proponendo un taglio di 400 milioni di euro all’anno. Questo intervento si aggiunge agli 8 miliardi già risparmiati grazie a precedenti iniziative di semplificazione. L’introduzione di una nuova categoria di imprese, le cosiddette “small-mid cap”, punta a semplificare gli obblighi normativi, liberando risorse utili per incentivare la crescita e gli investimenti all’interno del mercato unico. L’obiettivo complessivo della Commissione è ridurre del 25% il carico burocratico per le imprese in generale e del 35% per le PMI entro la fine dell’attuale mandato.
Secondo l’attuale normativa, le imprese che superano i 250 dipendenti vengono automaticamente classificate come grandi, subendo un aumento degli oneri di conformità. Questo salto può frenare l’espansione e ridurre la competitività. Per evitare questo effetto soglia, Bruxelles propone una nuova definizione per le piccole imprese a media capitalizzazione: aziende con meno di 750 dipendenti e un fatturato massimo di 150 milioni di euro o un attivo totale fino a 129 milioni. Quasi 38.000 imprese dell’UE rientrerebbero in questa fascia, accedendo così a semplificazioni già riservate alle PMI, come le deroghe previste dal GDPR e regole più leggere per l’accesso ai mercati finanziari.
Tra le modifiche proposte figura anche l’esenzione dalla registrazione nel portale UE dei gas fluorurati per circa 10.000 aziende a partire dal 2026. Attualmente, chiunque importi o esporti prodotti contenenti questi gas è tenuto a registrarsi. La maggior parte di queste imprese, spesso piccole concessionarie di auto, gestisce volumi ridotti. La misura punta a sollevare queste realtà da oneri sproporzionati, senza compromettere gli obiettivi ambientali.
Un altro intervento riguarda la tenuta dei registri prevista dal GDPR. Le imprese con meno di 750 dipendenti dovranno conservare documentazione solo per i trattamenti di dati classificati come ad alto rischio. Ciò permetterà di concentrare le risorse sulle attività più sensibili in termini di tutela della privacy, alleggerendo nel contempo le pratiche per gli altri casi.
In chiave digitale, la Commissione intende eliminare numerosi obblighi cartacei imposti dalla normativa europea sui prodotti. Attualmente, le aziende devono ancora fornire dichiarazioni di conformità e istruzioni d’uso su supporto fisico. Digitalizzare questi requisiti significherà rendere più agevole sia la distribuzione delle informazioni, sia i controlli delle autorità nazionali.
Per offrire alle imprese maggiore certezza giuridica, la Commissione prevede inoltre la possibilità di dimostrare la conformità ai requisiti UE anche in assenza di norme armonizzate, grazie all’introduzione di specifiche comuni. Questo approccio ridurrà i costi e rafforzerà la competitività, soprattutto per le piccole realtà.
Nel settore delle batterie, le imprese avranno due anni in più per adeguarsi alle nuove disposizioni sulla due diligence, con il termine posticipato dal 2025 al 2027. Nel frattempo, sarà possibile istituire organismi terzi incaricati delle verifiche. La pubblicazione anticipata degli orientamenti tecnici, prevista un anno prima dell’entrata in vigore delle regole, aiuterà le aziende a prepararsi in modo più efficace.
Queste misure fanno parte del quarto pacchetto “Omnibus” presentato dalla Commissione europea, in linea con l’impegno a favore della semplificazione normativa e della riduzione degli oneri inutili. I precedenti interventi hanno già garantito risparmi consistenti: Omnibus I e II hanno ridotto gli obblighi relativi alla sostenibilità e agli investimenti, generando un risparmio di circa 6,3 miliardi di euro l’anno; Omnibus III ha semplificato la politica agricola comune, con benefici economici per agricoltori e pubbliche amministrazioni.
Il prossimo pacchetto, atteso per giugno 2025, si concentrerà sul settore della difesa, per favorire investimenti strategici e sostenere l’innovazione tecnologica. A seguire, la Commissione lavorerà su altri due interventi: uno dedicato all’industria chimica e l’altro alla digitalizzazione. Questo approccio rappresenta un cambiamento culturale profondo che coinvolge ogni servizio e membro dell’esecutivo europeo, con l’obiettivo comune di costruire un ambiente normativo più agile e favorevole allo sviluppo.
Gloria Giovanditti
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