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Piccole, tecnologiche e redditizie: le migliori imprese dell’Alto Isontino


Tre aziende di medie dimensioni, Ilcam, Miko e Coveme, poi una nuvola di medio-piccole, piccole e piccolissime. La mappa delle cento migliori imprese di Gorizia e dell’Alto Isontino non potrebbe essere molto diversa da così, in un territorio che ha convissuto per decenni a ridosso di un confine che non separava soltanto due Paesi, l’Italia dalla Slovenia, ma due mondi, l’Occidente e il blocco sovietico.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Da queste parti fare affari, per larga parte della seconda metà del Novecento, voleva dire vendere a chi veniva in Italia quel che non trovava a casa propria, senza però poter contare su quel flusso di investimenti transfrontalieri che hanno contribuito allo sviluppo di altre zone di confine, il Ponente ligure con la Francia, il comasco con la Svizzera, l’Alto Adige con l’Austria, creando opportunità, manifatture, competenze condivise, strutture turistiche.

Il pubblico all'evento (Tibaldi)

Da quando i confini sono caduti e la Slovenia è entrata prima nell’Unione Europea e poi nell’euro, nel 2007, l’Alto Isontino ha dovuto darsi una nuova vocazione.

Come ha notato nei giorni passati su Il Piccolo Massimiliano Ciarrocchi, vicepresidente della Camera di commercio della Venezia Giulia e direttore generale di Confindustria Alto Adriatico, «non ti inventi una realtà industriale in cinque minuti in aree dove l’industria storicamente non c’era».

Eppure, se questo è il quadro, l’evento Best Performer organizzato da Nord Est Multimedia – il gruppo editoriale che oltre al Piccolo pubblica il sito ilNordEst.it e altri cinque quotidiani tra Friuli Venezia Giulia e Veneto – e da ItalyPost ha permesso di mettere a fuoco realtà imprenditoriali che, se non ancora in termini di dimensioni, sono in grado di eccellere per altri aspetti.

Budinich (Cortem) al Best Performer dell’Alto Isontino: puntiamo sull’idrogeno

Opportunità uniche acquisto in asta

 ribassi fino al 70%

 

La classifica delle cento migliori imprese dell’Alto Isontino – ordinate per valore del fatturato 2023 ma selezionate anche in base a criteri di redditività e solidità patrimoniale (i debiti sono molto bassi) – presentata nell’incontro che si è tenuto lunedì pomeriggio al Polo Goriziano dell’Università di Trieste, fa emergere ad esempio un elemento di rilievo.

Gianesini (Gianesini Erminio) al Best Performer dell’Alto Isontino: “Rafforziamo il reparto mare aereo”

Tra le cento Best del territorio, infatti, nel 2023 il margine industriale (l’ebitda) era pari in media al 14,2% del fatturato, un livello più elevato rispetto – ad esempio – all’11,5% del pordenonese, dove l’evento Best Performer si terrà lunedì e dove le imprese sono ben più grandi.

Il dato dell’Alto Isontino, poi, è particolarmente interessante perché una redditività elevata caratterizza molte aziende diverse, e non poche eccezioni che trainano tutto il resto.

Valentinuz (Ferroluce) al Best Performer dell’Alto Isontino: dalla ceramica all’illuminazione creativa

Nel triennio 2021-2023 ha avuto un ebitda medio del 28,5% l’impresa di costruzioni Goni, del 25,3% la Miko con il suo tessuto in microfibra Dinamica, del 21,1% la società d’ingegneria Goriziane Group, del 16,4% l’azienda metallurgica Cmf, del 16,3% quella di macchinari per il packaging Schmucker, del 13,1% la San Marco con le sue macchine professionali da caffè.

Per non parlare della prima della classe, la Jermann, l’azienda vinicola resa grande da Silvio Jermann e ora nel gruppo Antinori, che nel triennio ha avuto una redditività media del 55,2%, oppure di un’altra eccellenza del Collio, il Castello di Spessa (22,8%), o ancora di una delle grandi strutture ricettive del territorio, il Villaggio Turistico Europa (38,8%).

Cancian (Bo.Ma) al Best Performer dell’Alto Isontino: “Investimenti in programma per il 2026”

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Per un’impresa avere margini di questo tipo vuol dire poter contare, se c’è la volontà della proprietà, sulle risorse necessarie per investire nel futuro, e qui l’Alto Isontino può mettere sul tavolo i propri assi, che non sono pochi. Uno di questi è certamente rappresentato dalle aziende capofiliera presenti in Regione, com’è la stessa Ilcam, leader nella produzione di antine per arredamento, o come sono su altra scala la Danieli a Udine negli impianti per la siderurgia, la Fincantieri a Monfalcone, la Leonardo con i droni che fabbrica a Ronchi dei Legionari.

Musig (Cassa Rurale Fvg) al Best Performer dell’Alto Isontino: “Le imprese cercano continuità di rapporto”

Il secondo asso sono invece le università presenti sul territorio, quella di Trieste e quella di Udine, che possono fornire le professionalità capaci di aiutare le imprese nei percorsi di digitalizzazione e di integrazione dei sistemi di intelligenza artificiale nei processi organizzativi: «L’industria del domani ha bisogno di infrastrutture dedicate. Non servono carri ponte o capannoni. Spazi a Gorizia non mancano ed è una città dove si vive bene», ha detto ancora Ciarrocchi, sottolineando che nell’industria smaterializzata una connessione in fibra ad altissima velocità può pesare più di altri asset materiali.

Gonzalez Sarmiento (Bandalux Italia) al Best Performer dell’Alto Isontino: “Produrre negli Usa ci avvantaggia”

Il punto, ovviamente, è creare le condizioni giuste perché la voglia di investire non si disperda (e qui un ruolo importante lo dovrebbe giocare la Regione) e poi mettere alla prova gli imprenditori del territorio: «Da questo punto di vista sono fiducioso, perché c’è orgoglio: forse dipende dalla diversità di culture e di lingue che qui si sono sempre incontrate, creando un ambiente unico in un angolo di Italia che, per la lontananza da tutto, rischierebbe di soffrire più di altri», ha detto Umberto Martinuzzi, vicepresidente vicario di Banca Cassa Rural Fvg, partner dell’evento Best Performer. «Le aziende che sanno di poter contare sul ricambio generazionale stanno investendo, così come stanno facendo le nuove generazioni che sono già entrate. E questo è un bene». —



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