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Cosa succede in Serie B? Il caos e il nodo playout


Cosa succede in Serie B? Il caos è servito. Quando la stagione 2024/25 del campionato cadetto sembrava andare verso la conclusione, il classico fulmine a ciel sereno ha scatenato il putiferio: parliamo ovviamente della probabile penalizzazione di quattro punti in classifica in arrivo per il Brescia per il mancato pagamento dei contributi entro i termini stabiliti del 16 febbraio.

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Il -4 per le rondinelle avrà la conseguenza di rivoluzionare la situazione per quanto riguarda la lotta salvezza, mandando così il club di Cellino (che ha già preannunciato battaglia) in Serie C, mentre la Sampdoria si giocherà il playout con la Salernitana mentre il Frosinone sarà salvo direttamente. Una situazione però tutta in divenire e le prossime settimane saranno decisive per arrivare a mettere un punto.

Cosa succede in Serie B: l’accusa al Brescia

Perché il Brescia rischia la Serie C? Tutta la vicenda nasce lo scorso febbraio. Nel febbraio 2025, in vista delle scadenze imposte dalla federazione, il club ha provveduto a pagare a pagare gli stipendi netti relativi ai mesi di novembre 2024, dicembre 2024 e gennaio 2025. Tuttavia, non disponendo delle risorse finanziarie necessarie per coprire anche gli importi lordi, cioè i contributi fiscali e previdenziali (Irpef e Inps), ha deciso di ricorrere a un credito d’imposta — uno strumento legale utilizzato anche da molte altre imprese — acquisito dalla società milanese Alfieri. L’operazione aveva un valore complessivo di 2,4 milioni di euro, pagando circa 2 milioni. E, utilizzando questi crediti, sono stati predisposti i modelli F24 per coprire i debiti fiscali e contributivi: 1.439.676 euro per le scadenze di febbraio e 445.485 euro per quelle di aprile.

Tuttavia, il 28 febbraio, la Covisoc ha inviato una comunicazione all’Agenzia delle Entrate segnalando una possibile irregolarità. La risposta è arrivata solo 77 giorni dopo, domenica scorsa: secondo l’Agenzia, il Brescia non ha mai effettuato il pagamento dei contributi.

Le norme e i precedenti (in particolare di Ternana e Cosenza), in tal senso, parlano chiaro: il mancato pagamento dei contributi in questione porta a 4 punti di penalizzazione (due per l’Irpef e due per l’Inps) da scontare nella stagione in corso, visto che da regolamento solo gli inadempimenti su scadenze successive al 16 marzo portano a sanzioni per l’annata seguente (cosa che avverrà, visto che il Brescia ha saltato anche le scadenze di aprile e quindi, nel caso in cui dovesse riuscire ad iscriversi in Serie C, partirà da -4). Una situazione che riguarda, tra gli altri, anche il Trapani, nella stessa situazione del Brescia visto che il club si era rivolto sempre alla Alfieri: la società avrà una penalizzazione di 4 punti nella Serie C 2024/25 (che non impatterà sulla classifica) e partirà nel 2025/26 con altri quattro punti di penalizzazione.

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Carte spericolate e impegni fantasma: così il Brescia rischia la Serie C

Ci sono diversi campanelli d’allarme sulla struttura e sulla gestione del Gruppo Alfieri, la società che ha ceduto i crediti al club di Cellino.


Caos in Serie B: cosa succede ora

Spiegata la premessa che ha portato al caos, quali saranno i prossimi passaggi? Cosa succede in Serie B? Si parte con l’aspetto legato alla giustizia sportiva: tra domani e venerdì, è previsto che il Brescia si presenti in audizione davanti alla Procura Federale o al massimo mandi una memoria difensiva (la strategia punterebbe sul vizio procedurale per quanto riguarda la contestazione dell’Agenzia delle Entrate). Entro 2/3 giorni ci sarà il deferimento, con l’udienza in primo grado che dovrebbe svolgersi ai primi di giugno (potrebbe essere il 3 giugno, considerando il calendario): visti i termini d’urgenza, la sentenza potrebbe arrivare già nello stesso giorno, con motivazioni attese il giorno successivo, con l’obiettivo di chiudere i due gradi quindi della giustizia sportiva intorno al 10 giugno.

Ricapitolando, quindi:

  • 22/23 maggio: udienza del Brescia davanti alla Procura Federale o deposito di memoria difensiva;
  • deposito del deferimento nei 2/3 giorni successivi;
  • nei primi giorni di giugno udienza davanti al Tribunale Federale Nazionale, con sentenza nel giorno stesso e motivazioni pubblicate il giorno seguente;
  • eventuale udienza davanti alla Corte d’Appello intorno al 10 giugno per chiudere i due gradi di giustizia sportiva.

Il Brescia potrà poi, eventualmente, ricorrere alla giustizia ordinaria. Mentre sullo sfondo, ma nemmeno troppo, in termini di giustizia sportiva ci sono anche i ricorsi della Salernitana al Coni e al TFN annunciati nella serata di ieri.

Le ipotesi tra playout e format: la situazione

Una tempistica ristretta e d’urgenza, perché l’obiettivo è chiaro: per garantire la regolarità del campionato, far disputare i playout. E questi devono essere disputati entro il 30 giugno, perché oltre non si può andare in termini di regolamento e anche di contratti dei calciatori che scadranno appunto alla fine di giugno.

Il procedimento davanti alla giustizia sportiva avrà come primo impatto ovviamente quello di modificare ufficialmente la classifica. In particolare, infatti, questa è la classifica al termine dell’ultima giornata:

  • 15) Brescia 43 punti (salvo);
  • 16) Frosinone 43 punti (playout);
  • 17) Salernitana 42 punti (playout);
  • 18) Sampdoria 41 punti (retrocessa);
  • 19) Cittadella 39 punti (retrocessa);
  • 20) Cosenza 30 punti (retrocessa).

Questa invece sarà la classifica una volta confermata la penalizzazione:

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  • 15) Frosinone 43 punti (salvo);
  • 16) Salernitana 42 punti (playout);
  • 17) Sampdoria 41 punti (playout);
  • 18) Brescia 39 punti (retrocessa);
  • 19) Cittadella 39 punti (retrocessa);
  • 20) Cosenza 30 punti (retrocessa).

Cosa succede in Serie B? Il nodo principale resta quello della disputa delle due gare del playout, la cui sfida d’andata doveva essere disputata lunedì scorso. L’obiettivo, sia della Lega Serie B che della FIGC, è quello di far giocare il playout per garantire che il campionato si chiuda regolarmente. Resta solo il tema della data, considerando le tempistiche di cui sopra e che dall’1 al 9 giugno c’è una finestra FIFA per le nazionali. Nel caso in cui la sentenza di primo grado (guardando anche ai precedenti) fosse ritenuta particolarmente solida, la Lega Serie B potrebbe già fissare la data dopo la sentenza stessa, valutando nel caso in un confronto con le società il tema dei giocatori convocati in nazionale.

Non c’è tuttavia sul tavolo, al momento attuale, l’opzione di modificare il numero delle squadre nel format: in Serie B infatti la larghissima maggioranza dei club è a favore del mantenimento del format (il tema non è all’ordine del giorno dell’assemblea prevista per venerdì, ma è probabile se ne discuta comunque seppur non arrivando a un voto) e anche da Roma non ci sono sponde alle proteste dei club che in questo momento puntano a non disputare i playout ed essere salvi direttamente. L’unica eventualità, ma solo nel caso in cui il Brescia riuscisse in qualche modo a vincere dei ricorsi, potrebbe essere quella di un format quasi obbligato a 21 squadre (facendo comunque disputare i playout e riammettendo le rondinelle): ipotesi ritenuta improbabile, considerando la giurisprudenza nei casi simili a quello del club lombardo. E che inoltre dovrà passare comunque dalla presentazione della domanda di iscrizione da parte del Brescia al prossimo campionato, quantomeno quello di Serie C, entro il 6 giugno prossimo. Per farlo, però, servono sei milioni di euro, considerando gli ultimi adempimenti da saldare, tanto che Cellino sta cercando investitori che possano saldare il buco.



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