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La banca centrale cinese riduce i tassi di interesse per sostenere la crescita economica nel 2025


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La banca centrale cinese ha deciso di intervenire ancora sul costo del denaro, abbassando ulteriormente i principali tassi di interesse di riferimento. Dopo il taglio di ottobre, la People’s Bank of China ha ridotto il Loan prime rate a un anno dal 3,1% al 3%. Questo tasso, usato come parametro per i prestiti alle migliori imprese, influenza anche i tassi dei finanziamenti rivolti ad altri settori dell’economia. La mossa mira a sostenere l’attività economica e la moneta nazionale, in un momento segnato da difficoltà commerciali e tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti.

La riduzione dei tassi sulle operazioni a breve termine

Il Loan prime rate a un anno è il tasso preferenziale praticato dalle banche alle aziende con maggior affidabilità creditizia ed è utilizzato come base per calcolare gli interessi dei prestiti a breve termine. A maggio 2025, la Pboc ha abbassato questo tasso di dieci punti base, dal 3,1% al 3%. Questa decisione arriva dopo un più deciso taglio di 25 punti base effettuato in ottobre. Con questa riduzione la banca centrale intende rendere meno costosi i finanziamenti a breve termine, favorendo le imprese che necessitano di liquidità per le attività correnti o nuovi investimenti. Si tratta di un segnale chiaro di attenzione alla crescita in un contesto ancora incerto, con il governo impegnato a contenere le difficoltà produttive e commerciali.

Il movimento sui tassi a breve riflette anche le problematiche legate all’andamento dello yuan sul mercato valutario. Un tasso più basso genera condizioni di credito più favorevoli, spingendo potenzialmente la domanda interna e aiutando la valuta a stabilizzarsi rispetto al dollaro. La scelta di intervenire proprio sui tassi Lpr pone attenzione sulla relazione tra politica monetaria e condizioni reali dell’economia e sottolinea la volontà delle autorità di mantenere la crescita entro parametri accettabili, senza frenare il credito.

L’intervento sul tasso a lungo termine e il settore immobiliare

Parallelamente alla riduzione del tasso a un anno, la Pboc ha limato di 10 punti base, portandolo al 3,5%, il Loan prime rate a 5 anni. Questo parametro è uno degli indicatori principali per fissare i tassi dei mutui immobiliari in Cina. La decisione arriva in un momento difficile per il mercato immobiliare cinese, ancora segnato da crisi e riduzione delle compravendite. La riduzione del tasso a lungo termine vuole alleggerire i costi dei mutui e stimolare così le compravendite e gli investimenti nel settore edile, che resta un pilastro importante per l’economia nazionale.

Il settore immobiliare ha mostrato segnali di stanchezza negli ultimi mesi a causa dei vincoli al credito imposti a molte società di costruzione e alla riduzione della domanda interna. Abbassare il costo dei mutui può favorire famiglie e investitori a ristrutturare o acquistare case, sostenendo così il mercato. A questo si aggiunge l’intento della banca centrale di contenere rischi di eccessivo indebitamento, calibrando accuratamente i tassi di riferimento per non compromettere la stabilità finanziaria.

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La Pboc appare quindi attenta a muoversi con gradualità sulle scelte monetarie, bilanciando la necessità di stimolo con la prudenza richiesta da un contesto caratterizzato da incertezze internazionali e fragilità interne. Il taglio sul tasso a 5 anni rappresenta un tentativo di alleggerire una delle voci di costo più rilevanti per l’economia reale, senza sacrificare il controllo sul credito.

Le motivazioni dietro i tagli e l’impatto sul contesto globale

La decisione della banca centrale cinese si inserisce nel quadro più ampio delle difficoltà incontrate dalla seconda economia mondiale, tra rallentamenti produttivi, pressioni esterne e tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Le misure adottate mirano a mantenere la crescita entro livelli accettabili, senza spingere troppo sull’espansione del credito che potrebbe alimentare rischi di bolle speculative o indebitamento eccessivo.

Nel 2025, la Pboc si concentra quindi su una politica monetaria accomodante ma misurata. Il costo del denaro più basso aiuta a contenere i rischi deflazionistici e a sostenere consumi, investimenti e esportazioni. Inoltre, allenta la pressione sullo yuan, il quale ha subito oscillazioni legate anche alle tensioni con Washington. Questi tagli rappresentano uno strumento chiave per cercare un equilibrio tra stimolo e stabilità, in un momento in cui la Cina deve affrontare molteplici sfide interne ed esterne.

L’attenzione degli analisti è rivolta anche alla possibilità che ulteriori interventi monetari o fiscali possano andare a integrare questi tagli, soprattutto se la ripresa dovesse rallentare più del previsto. Ad ogni modo, per ora la Pboc resta concentrata sul mantenimento di condizioni di credito ragionevoli, senza aprire a mosse troppo aggressive che potrebbero alterare il mercato finanziario interno e internazionale.

La settimana di maggio 2025, con queste decisioni, rappresenta una nuova fase di monitoraggio e adeguamenti, in cui la banca centrale cinese conferma il ruolo di motore fondamentale per il controllo dell’economia nel quadro della governance nazionale.





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