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ArcelorMittal: Crisi Industriale ad Avellino


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Oggi, ad Avellino, si consuma l’ennesimo atto di una tragedia annunciata: l’incontro tra i sindacati dei metalmeccanici e i rappresentanti di ArcelorMittal presso la sede di Confindustria. Un confronto che, lungi dall’essere un dialogo costruttivo, appare come l’ultimo, beffardo atto di una multinazionale che ha deciso di abbandonare 70 lavoratori dello stabilimento di San Mango sul Calore – Luogosano, lasciandoli in balia di un futuro incerto e di una comunità devastata.

La retorica dei costi: un alibi per il disimpegno

La chiusura dello stabilimento, prevista per il 31 luglio, è stata giustificata dall’azienda con l’ormai trita scusa dei “costi di gestione elevati”. Ma dietro questa motivazione si cela una realtà ben più amara: la logica spietata del profitto che calpesta la dignità dei lavoratori e ignora le conseguenze sociali delle proprie decisioni.

Presidio e rabbia: la dignità scende in piazza

La tensione è alle stelle. I lavoratori, esasperati e abbandonati, hanno deciso di far sentire la propria voce con un presidio davanti alla sede di Confindustria, a partire dalle 15.30. Un gesto di protesta che è anche un grido di dolore, un tentativo disperato di attirare l’attenzione su una situazione che sta precipitando nel baratro.

Le istituzioni latitano mentre l’Irpinia brucia

Le istituzioni locali, dal canto loro, sembrano impotenti di fronte a questa crisi. Il sindaco di San Mango sul Calore, Teodoro Boccuzzi, ha espresso profonda preoccupazione per la decisione di ArcelorMittal, sottolineando come lo stabilimento rappresenti un pilastro fondamentale dell’economia locale. Ma le parole, per quanto sincere, non bastano a fermare la macchina dei licenziamenti.

Sindacati all’oscuro, lavoratori nel limbo

I sindacati, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm, hanno denunciato la mancanza di trasparenza da parte dell’azienda, che non ha fornito informazioni concrete su eventuali acquirenti o piani di rilancio. Una situazione che alimenta la rabbia e la frustrazione dei lavoratori, già provati da mesi di incertezza e preoccupazione.

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Palazzo Santa Lucia: lentezza istituzionale e promesse disattese

La Regione Campania, che dovrebbe assumere la competenza sulla vertenza una volta conclusa la procedura sindacale, ha finora mostrato una preoccupante inerzia. È necessario un intervento immediato e deciso per evitare che questa crisi si trasformi in una catastrofe sociale.

Una vertenza che grida giustizia

La chiusura dello stabilimento ArcelorMittal non è solo una questione economica, ma un attacco frontale alla dignità dei lavoratori e al futuro di un’intera comunità. È tempo che le istituzioni, a tutti i livelli, si assumano le proprie responsabilità e agiscano con determinazione per difendere il diritto al lavoro e alla dignità di chi, per anni, ha contribuito al successo di un’azienda che ora li ripaga con l’abbandono.

La rabbia è legittima, la lotta è sacrosanta

La rabbia dei lavoratori è legittima, la loro lotta è giusta. Non possiamo restare indifferenti di fronte a questa ingiustizia. È il momento di alzare la voce, di mobilitarsi, di pretendere rispetto e giustizia. Perché dietro ogni tuta da lavoro c’è una persona, una famiglia, una storia che merita di essere ascoltata e difesa.



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