Carta di credito con fido

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Saldo E Stralcio Invitalia Con L’Avvocato


Hai un debito con Invitalia che non riesci più a pagare? Teme la revoca del finanziamento o hai già ricevuto una cartella esattoriale?

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in trattative con Invitalia e saldo e stralcio dei debiti da contributi pubblici – è pensata per aiutarti a trovare una soluzione concreta e legalmente valida.

Scopri come funziona il saldo e stralcio con Invitalia, quando può essere richiesto, quali sono i vantaggi di affidarti a un avvocato nella trattativa e in che modo puoi ridurre il debito e chiudere la posizione senza rischi futuri.

Alla fine della guida troverai tutti i contatti per richiedere una consulenza riservata, analizzare la tua situazione con un legale esperto e valutare una strategia su misura per risolvere il debito, evitare azioni esecutive e salvaguardare il tuo progetto imprenditoriale.

Introduzione:

La legge di Bilancio 2021 (L. 178/2020) ha introdotto espressamente disposizioni volte a favorire la definizione bonaria dei crediti in sofferenza gestiti da Invitalia. In particolare, l’art. 1, c. 274-bis e 274-ter della legge stabilisce che, in caso di inadempimento prolungato dei beneficiari di finanziamenti agevolati (autoimprenditorialità, autoimpiego, ON/Oltre Nuove Imprese a tasso zero, Smart&Start, Legge 181/89, ecc. ), Invitalia – previo parere favorevole dell’Avvocatura dello Stato – deve aderire a proposte transattive che prevedano il pagamento di una percentuale concordata del debito residuo. Il debitore può offrire (i) un pagamento immediato pari ad almeno il 25% del debito complessivo, oppure (ii) il rimborso del 100% in 84 rate mensili costanti. In concomitanza, Invitalia sospende per 12 mesi le procedure esecutive in corso, al fine di non pregiudicare la continuità aziendale. Queste norme trovano applicazione salvo che l’impresa non abbia cessato l’attività entro il 31 dicembre 2020.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Tali previsioni sono implementate da linee guida interne di Invitalia (aggiornate al 2025) sulla gestione dei crediti deteriorati. Le linee guida confermano che la transazione (saldo e stralcio) è riservata a casi particolari, in genere esclusi dall’esercizio di frode o irregolarità penali, e stabiliscono soglie minime di offerta. In pratica, Invitalia valuta soprattutto proposte di pagamento di almeno il 25–30% del debito residuo. Numerose fonti specialisti richiamano l’esistenza di una “soglia 30%” come criterio interno per ritenere ammissibile la proposta, ben sapendo però che il limite minimo per legge è 25%. In ogni caso, una transazione accettata chiude definitivamente il rapporto debitorio: Invitalia rinuncia a ulteriori azioni giudiziarie e svincola eventuali garanzie (fideiussioni, ipoteche).

Ma andiamo ora ad approfondire:

Gli incentivi Invitalia e gli obblighi dei beneficiari

I programmi di Invitalia (ad es. Smart&Start Italia, Nuove Imprese a tasso zero ON, Autoimprenditorialità, Autoimpiego, Legge 181/89, ecc.) prevedono combinazioni di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto. Chi ottiene tali agevolazioni si impegna a realizzare il progetto approvato e a restituire puntualmente il finanziamento secondo piano ammortamento (tipicamente semestrale). In caso di inadempimento (ad es. ritardi nel pagamento delle rate), Invitalia attiva innanzitutto solleciti formali via PEC. Se il mancato pagamento supera due rate semestrali consecutive, scatta il procedimento di revoca totale dell’agevolazione. Con la revoca, l’impresa è tenuta a restituire l’intero residuo del mutuo, gli interessi legali maturati e – in aggiunta – anche il contributo a fondo perduto già erogato. Le linee guida richiamano chiaramente che “in caso di revoca delle agevolazioni, le procedure di recupero riguarderanno anche i contributi a fondo perduto”.

Ad esempio, in un caso pratico (Startup Beta S.r.l.) con un prestito di €300.000 e un contributo di €90.000 (30%), il mancato pagamento di tre rate semestrali ha attivato la revoca. Il debito residuo (finanziamento) era di €281.250, a cui si sommano gli €90.000 di contributo da restituire e gli interessi; Invitalia ha richiesto subito circa €373.250. In seguito ha escusso una fideiussione di €30.000, sollevandola dal credito residuo (debito sceso a €343.250), e ha infine fatto intervenire il Fondo di Garanzia PMI (che nel caso specifico ha liquidato l’80% del mutuo, ovvero €225.000). Al termine di queste compensazioni, era rimasto un residuo di soli €118.250, per i quali Invitalia ha emesso un decreto ingiuntivo.

Piani di rientro e rinegoziazione

Prima di arrivare allo scenario giudiziario estremo, la normativa e le linee guida prevedono alcune misure conciliative. Se l’impresa è in difficoltà ma non ancora oltre i termini, fino a 2 rate semestrali non pagate è possibile richiedere una dilazione o piano di rientro. In base alle linee guida Invitalia, il beneficiario può chiedere una rateizzazione delle somme scadute, ottenendo ad esempio un mini-piano di recupero. Questo strumento, normato dall’art. 1 c. 274 lett. a) L. 178/2020, consente di posticipare la scadenza finale del finanziamento o dilazionare gli arretrati. Va sottolineato che le linee guida di Invitalia ammettono in genere una sola rinegoziazione per beneficiario, incentivando quindi l’uso oculato dell’opportunità. In pratica, l’impresa prepara un’istanza motivata (tipicamente con il supporto dell’avvocato) in cui dettaglia la proposta di estensione del piano e allega bilanci, piani finanziari e proiezioni. In risposta, Invitalia può accettare la nuova dilazione senza penalità e senza revoca, come avvenuto nell’Esempio Alfa: dopo un singolo ritardo di €6.250, la startup ha concordato il pagamento del debito arretrato in tre rate mensili. Al termine del piano di rientro (tre tranche regolari), Alfa si è riallineata sul cronoprogramma originario, evitando così la revoca e senza perdere il contributo a fondo perduto.

Transazione (saldo e stralcio)

Se invece l’impresa è ormai insolvente o la revoca è già in corso, l’unica via di salvezza convenzionale è la transazione a saldo e stralcio. In questa fase, grazie al richiamo normativo dell’art. 1 c. 274-bis L. 178/2020, Invitalia può essere disposta ad accogliere una proposta definitiva di pagamento parziale del debito. La procedura richiede la presentazione di una proposta formale di transazione, spesso redatta dal legale, che indichi l’importo offerto e le modalità di versamento. In pratica, l’impresa offre una somma – di solito pagabile in unica soluzione o in pochissimi versamenti – e richiede la cancellazione dell’intero debito residuo. Per essere presa in considerazione, l’offerta deve rispettare i parametri legali: di norma il 25% del debito come minimo, e deve includere tutte le spese legali fin lì sostenute da Invitalia.

Esempio di transazione: nel Caso Gamma, startup revocata dopo tre rate non pagate, è stato negoziato un saldo e stralcio con un fondo privato. A maggio 2025 Invitalia ha calcolato il debito totale di €400.000 tra mutuo residuo e contributo. Gamma, assistita da legali, ha proposto di pagare €120.000 (il 30% del dovuto) entro 30 giorni. Invitalia ha valutato positivamente l’offerta (pari alla soglia minima ammissibile e congrua rispetto ai beni aggredibili) e ha accettato. A luglio 2025 è stato stipulato l’accordo transattivo: Gamma ha versato €120.000 in unica soluzione (coerentemente all’impegno dei nuovi soci) e Invitalia ha dichiarato estinto ogni credito residuo. In questo modo l’impresa è stata liberata dal debito pagando solo il 30% del totale dovuto, mentre i nuovi soci hanno potuto ricapitalizzare l’azienda per rilanciarla. Questo caso illustra il vantaggio principale del saldo e stralcio: evitare procedure esecutive o fallimentari pagando solo una porzione del dovuto, anziché rischiare di recuperare poco o nulla in caso di insolvenza totale.

Azioni giudiziarie e recupero coattivo

Se non si raggiunge alcun accordo bonario, Invitalia procede con il recupero forzoso. I principali strumenti di recupero coattivo sono: (i) il decreto ingiuntivo civile, e (ii) la riscossione fiscale tramite ruolo.

Dilazioni debiti fiscali

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  • Decreto ingiuntivo: Revocato il finanziamento, Invitalia chiede al tribunale civile un decreto ingiuntivo per il credito residuo (mutuo non rimborsato, contributi revocati, interessi e spese). Trattandosi di credito certo e documentato, il tribunale emette generalmente l’ingiunzione in tempi rapidi. Se l’impresa non impugna il decreto (o se l’opposizione viene respinta), l’ingiunzione diventa esecutiva. A quel punto Invitalia (o una società di recupero incaricata) può attivare pignoramenti sui conti correnti, sugli automezzi aziendali e sui beni mobili utilizzati nell’attività. Può pignorare anche crediti verso terzi (es. fatture inevase), come visto nel caso pratico: dopo l’ingiunzione, Beta ha subito il pignoramento del conto corrente e alcuni macchinari (per un totale modesto). In tal modo si cerca di recuperare il più possibile dal patrimonio dell’impresa. Se il debitore non ha liquidità, Invitalia può invocare il fallimento: in base alla legge fallimentare, bastano €30.000 di debito non pagato per poter chiedere il fallimento di una SRL. In pratica, una volta esauriti i beni aggredibili, l’impresa può trovarsi in una procedura concorsuale (fallimento o concordato) con i debiti residui (inclusi quelli verso terzi).
  • Ruolo e Agenzia Entrate-Riscossione: Se il credito deriva da contributi pubblici revocati, Invitalia può affidarlo all’Agenzia delle Entrate Riscossione tramite iscrizione a ruolo. Ciò significa che l’importo dovuto diventa una cartella esattoriale; l’Agenzia usa i propri poteri (fermi amministrativi, ipoteche, fermi su veicoli ecc.) senza bisogno di un giudice ordinario. Questa modalità accelera il recupero, ma aumenta gli oneri per l’impresa, che deve pagare sanzioni e interessi di riscossione aggiuntivi. In alcuni casi Invitalia può emettere “decreto proprio” ai sensi del R.D. 639/1910 per i crediti agevolati, rendendo il debito immediatamente esigibile come credito erariale.

Ruolo dell’avvocato e strategie negoziali

L’intervento del legale è fondamentale in ogni fase. Un avvocato esperto valuta sin da subito la situazione finanziaria dell’impresa e le prospettive di recupero: se esistono garanzie sostanziali o chance di concordato, suggerisce il percorso più opportuno. Nei casi di insolvenza conclamata, il legale può predisporre le comunicazioni formali a Invitalia: ad esempio, la richiesta di rinegoziazione (dilazione) o la proposta transattiva. Queste istanze devono essere motivate e corredate dalla documentazione (bilanci infrannuali, previsioni finanziarie, piani di ammortamento), come nel modello tipo riportato. L’avvocato sottolinea i riferimenti normativi – ad es. l’art. 1 c. 274 L. 178/2020 e le comunicazioni ufficiali di Invitalia sulle “Soluzioni per imprese beneficiarie” – per rafforzare la legittimità della richiesta. Durante la negoziazione può anche gestire l’eventuale mediazione (ad es. convocando riunioni con Invitalia o i suoi legali) e finalizzare l’accordo transattivo (redigendo la verbale transattivo secondo le forme di legge).

In caso di contenzioso (ingiunzione, opposizione, TAR o Consiglio di Stato), l’avvocato assiste con deduzioni tecnico-giuridiche. Ad esempio, se l’impresa impugna l’ingiunzione può proporre opposizione giudiziale o opposizione stragiudiziale motivando eventuali vizi del procedimento di revoca. Può studiare anche l’accesso a procedure alternative – dal concordato preventivo alla procedura di esdebitazione (fallimentare) – negoziando soluzioni più tutelanti per i creditori. Infine, l’avvocato valuta i rischi penali e contabili: in caso di comportamenti illeciti (es. distrazione di beni pubblici, frode), potrebbe intervenire un pubblico ministero o la Corte dei Conti. Un corretto orientamento legale aiuta l’impresa a evitare sanzioni aggiuntive (come l’esclusione da futuri incentivi) e a ridurre le conseguenze reputazionali.

Simulazioni di casi pratici

Per capire l’applicazione concreta, ecco alcuni esempi tratti da casi reali di startup:

  • Caso Alfa – Ritardo lieve e rientro con piano: Alfa S.r.l. ha ricevuto €100.000 (8 anni, 2 rate/anno) + €30.000 di fondo perduto. Dopo 3 pagamenti regolari, nel giugno 2024 Alfa non riesce a versare i €6.250 della rata semestrale. A luglio Invitalia invia un sollecito via PEC; Alfa spiega temporanea difficoltà di cassa e propone una dilazione: 3 mini-rate da ~€2.108 ciascuna da settembre a novembre, estendendo il piano. Invitalia accetta a settembre e sottoscrive un accordo di rateizzazione (6.325 € totali, comprensivi di pochi euro di mora, pagabili in tre tranche). Alfa incassa i crediti previsti nei mesi seguenti e paga tutte le mini-rate puntualmente, oltre alla successiva rata regolare di dicembre. Esito: a dicembre Alfa è di nuovo in pari col piano originario; nessuna revoca è stata avviata e il contributo a fondo perduto è rimasto intatto. Gli unici costi sostenuti sono pochi decine di euro di interessi di mora. In termini reputazionali, questo piccolo ritardo non ha avuto conseguenze negative perché gestito prontamente con Invitalia.
  • Caso Beta – Morosità prolungata e fallimento: Beta S.r.l. ha ottenuto €300.000 (piano 8 anni) + €90.000 di contributo. A dicembre 2023 Beta salta la rata semestrale (€18.750) e salta anche quella di giugno 2024. Con tre rate mancanti al 2025, Invitalia avvia la revoca: a febbraio 2025 comunica a Beta la revoca totale e il debito residuo da restituire. Dopo aver mobilitato fideiussione e Fondo Garanzia, rimangono €118.250 dovuti. Invitalia ottiene quindi il decreto ingiuntivo per quell’importo; Beta non presenta opposizione, così a luglio 2025 il decreto diventa esecutivo. Seguono pignoramenti su conto aziendale e beni (recuperati pochi spiccioli). Di fronte a questo, i soci di Beta chiudono l’impresa; il tentativo di saldare il debito fallisce e l’azienda va in liquidazione/fallimento. Esito: Beta perde l’agevolazione e vede pignorato quasi tutto il patrimonio; non c’è stata alcuna soluzione conciliativa poiché non è stata avanzata nessuna proposta di transazione.
  • Caso Gamma – Transazione con investitore: Gamma S.r.l. è una start-up Smart&Start con debito complessivo di €400.000 dopo revoca. Ha in corso trattative con un fondo di venture capital che vuole investire, ma solo se il debito pubblico viene chiuso. A maggio 2025 il legale di Gamma propone una transazione: pagamento di €120.000 entro 30 giorni (30% del totale) a titolo di saldo e stralcio. Invitalia, valutato che l’importo copre i beni aggredibili e supera il possibile recupero fallimentare, accetta l’offerta entro giugno. A luglio 2025 si stipula l’accordo: Gamma versa €120.000 in un’unica soluzione, e Invitalia dichiara chiuso ogni suo credito residuo, rinunciando a revocare fideiussioni o iscrivere ipoteche. Nei mesi successivi Gamma viene liberata da ogni vincolo debitorio. Grazie a ciò, i nuovi investitori ricapitalizzano l’azienda con ulteriori €200.000, puntando sul rilancio del business. Esito: nonostante la revoca subita, Gamma riesce a “ripulire” il bilancio pagando solo il 30% del dovuto; il beneficio netto è la continuazione dell’attività senza ulteriori debiti. Invitalia ottiene subito €120.000 anziché incassare una piccola parte da un eventuale fallimento. Questo dimostra come una proposta transattiva concertata (anche con ingresso di un nuovo socio) possa essere win-win.

Tabelle riepilogative

Fase / Evento Azione Invitalia Risposta e Scadenze Impresa/Avvocato Riferimenti
1. Mancato pagamento 1-2 rate Sollecito formale via PEC; richiesta di chiarimenti. Impresa fornisce spiegazioni e, se possibile, chiede rinegoziazione. Avvocato prepara istanza di rateizzazione (dilazione) con piani economici. Linee guida Invitalia; art.1 c.274 L.178/2020.
2. Piano di rientro accettato Sottoscrive accordo dilatorio (rateizzazione del debito arretrato). Impresa rispetta il nuovo piano e riprende i pagamenti regolari. Esempio Alfa.
3. Mancati pagamenti >2 rate Avvio procedimento di revoca; invio lettera con addebiti. Impresa (e avvocato) possono produrre controdeduzioni al provvedimento di revoca entro il termine (solitamente 30 gg). Linee guida per Revoca (oltre 2 scadenze).
4. Provvedimento di revoca Invitalia stabilisce importo totale dovuto (debito residuo + contributi revocati + interessi). Attiva fideiussioni e Fondo Garanzia. Impresa studia contabile e patrimoniale. Può valutare proposta transattiva entro 30 gg. Avvocato elabora offerta («pagamento unico di X%») o alternativa (concordato). Art. 43 DL 109/2018 conv. L.130/2018; Linee guida interne.
5. Gestione crediti residui Se non ricevuta proposta: decreto ingiuntivo / affidamento all’Ag.Entrate-Riscossione; pignoramenti. Avvocato valuta possibili opposizioni a ingiunzione o ricorso per sospensione. Prepara negoziazioni per transazione anche post-ingiunzione. D.Lgs. 218/92 (ingiunzione civile); R.D. 639/1910 (ingiunzione propria).
6. Transazione (saldo e stralcio) Valuta la proposta (min. 25% del debito, assenza di irregolarità). Sospende procedure esecutive per 12 mesi. Impresa paga l’importo concordato entro i termini; legale formalizza l’accordo e fa depositare l’atto transattivo in giudice. Legge Bilancio 2021 art.1 c.274-bis; linee guida Invitalia.
Tipo di intervento Descrizione Riferimenti
Piano di rientro (rateizzazione) Rinegoziazione dei pagamenti scaduti in un piano personalizzato. Art. 1 c. 274 lett.a) L.178/2020; circolare Invitalia “dilazione”; linee guida.
Transazione (saldo e stralcio) Definizione bonaria del debito: pagamento unico o rateizzato parziale. Art. 1 c. 274 lett.b) L.178/2020; linee guida Invitalia.
Concordato/Esdebitazione Procedura fallimentare/concorsuale per impresa insolvente (di fatto «ultimo rimedio»). Legge Fallimentare artt.67 e ss. (ex art. 2086 c.c.).
Opposizione a ingiunzione Contenzioso giudiziale sul decreto ingiuntivo (per errori di calcolo o vizi di revoca). D.Lgs. 218/1992 (riscossione tramite ingiunzione).
Sospensione di procedure Proroga delle rate, pignoramenti etc. durante trattativa. Invitalia sospende esecuzioni per 12 mesi dalla domanda di transazione. Art. 1 c. 274 L.178/2020.
Percentuali di saldo e stralcio Opzione Parametro Legale Note/Linee guida
Pagamento unico (saldo) min. 25% del debito totale Obbligo per legge (L. 178/2020) Linee guida Invitalia suggeriscono ~30%.
Rata mensile (84 mesi) 100% del debito, pagato in 84 mesi Alternativa consentita per legge Utilizzata se non fattibile subito il 25%.
Proposta decaduta se decorsi 30 gg senza conferma o mancato pagamento di 3 rate Decadenza automatica (L.178/2020) Normativa: se entro 30 giorni decad.

Domande frequenti (FAQ)

Quali agevolazioni Invitalia possono essere oggetto di saldo e stralcio? Principalmente gli incentivi gestiti da Invitalia per imprese e start-up: Autoimpiego, Autoimprenditorialità, Legge 181/89, Nuove Imprese a Tasso Zero (anche ON), Smart&Start Italia e analoghe misure regionali di ultima generazione. Tutte queste prevedono obblighi di rimborso di mutui a tasso agevolato (spesso senza interessi) e, nei casi applicabili, contributi a fondo perduto. Qualunque mancata restituzione di tali somme può dare luogo al ricorso alle procedure di cui sopra.

Cos’è concretamente il “saldo e stralcio” con Invitalia? È la definizione bonaria del debito pubblico verso Invitalia tramite un accordo di transazione. In pratica, l’impresa o un investitore esterno offre a Invitalia il pagamento immediato di una percentuale concordata (di solito 25–30%) dell’intero debito residuo, chiedendo in cambio la rinuncia di ogni ulteriore rivendicazione (revoca delle garanzie, pignoramenti, ecc.). Se Invitalia accetta, l’accordo viene sottoscritto e diventa titolo esecutivo, estinguendo il debito (per esempio si veda il caso Gamma). Questo strumento è disciplinato dalla L. 178/2020 e dalle linee guida aziendali di Invitalia.

Quali sono i passaggi essenziali della procedura? Dopo il mancato pagamento di più rate Invitalia attiva la revoca (addebita il debito residuo e i contributi revocati). Se l’impresa propone subito una transazione, Invitalia valuta l’offerta entro 30 giorni. Se viene siglato l’accordo, l’impresa paga e il debito si estingue. Se invece non si accorda nulla, Invitalia procede all’ingiunzione di pagamento o all’affido all’Agenzia riscossione, con conseguenze esecutive (pignoramenti, cartelle). L’avvocato dell’impresa segue ciascuna fase, presentando istanze (per rinegoziare o transigere), opposizioni giudiziali o concordati, a seconda dei casi.

Quali documenti bisogna preparare per una proposta di saldo e stralcio? In genere occorre una lettera formale di proposta indirizzata a Invitalia (ad esempio allo “Sportello transazioni” o PEC dedicata) contenente: i riferimenti contrattuali, l’esposizione del debito esigibile, l’offerta economica (importo proposto, scadenze di pagamento) e gli allegati di supporto. Come suggerisce il modello tipo di transazione, si allegano spesso un piano finanziario dell’impresa, proiezioni di cassa, eventuali piani di investimento futuri e ogni documento utile a dimostrare la capacità di pagamento. È consigliabile che l’avvocato richiami nell’istanza le norme di legge (art. 1 c. 274 L.178/2020) e le linee guida Invitalia, oltre a sottolineare la convenienza reciproca dell’accordo.

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Quali rischi comporta non adempiere ai pagamenti? Il mancato rimborso integrale espone a gravi conseguenze: oltre al rischio di revoca e recupero di contributi, può scattare la procedura esecutiva o il fallimento. L’impresa subirà segnalazioni negative (ad es. Centralino Rischi bancario) e potrebbe dover dare fondo alle garanzie personali sottoscritte (fideiussioni dei soci), fino al dissesto. Inoltre, se vi sono irregolarità (uso improprio dei fondi, false dichiarazioni), esistono anche profili di responsabilità civile, penale e amministrativa (in primis la Corte dei Conti), nonché l’esclusione da future agevolazioni. Di norma è sempre preferibile tentare un accordo negoziale o pianificare il rientro invece di lasciare scattare la morosità totale.

Quali vantaggi offre un accordo di saldo e stralcio? Per l’impresa consiste in una ridefinizione del debito a condizioni vantaggiose: si abbattano gli interessi e la quota di capitale da versare, evitando ulteriori oneri di mora o legali. Come visto nel Caso Gamma, si può estinguere tutto il debito pagando solo una frazione (es. 25–30%). Questo libera l’azienda dai creditori pubblici, permettendo una nuova fase di crescita. Per Invitalia, invece, il vantaggio è incassare subito una quota significativa piuttosto che avviare lenti processi esecutivi con esiti incerti. Il saldo e stralcio è quindi uno strumento di riduzione del contenzioso, pensato per valorizzare soluzioni di continuità aziendale.

Che ruolo ha l’avvocato in questo frangente? L’avvocato d’impresa è il “mediatore esperto”: analizza la documentazione finanziaria, valuta la convenienza di rinegoziare piuttosto che subire la revoca, e in ogni caso cura i contatti con Invitalia. Può comporre e inviare la proposta formale di transazione (o richiesta di rinegoziazione), basandosi sulla normativa (art. 1 c. 274 L.178/2020) e sulle linee guida ufficiali. Negozia i termini e, se serve, definisce l’accordo transattivo per iscritto, garantendone la validità formale. In caso di contenzioso, difende l’impresa dall’ingiunzione o rappresenta l’interesse nelle udienze (es. del TAR o del giudice civile). Soprattutto, suggerisce strategie alternative (come un concordato preventivo) e tutela legalmente l’imprenditore da rischi aggiuntivi. In sintesi, l’avvocato accompagna l’impresa sia nella fase stragiudiziale (negoziazione con Invitalia) sia in quella giudiziale (opposizioni, ricorsi, fallimento), cercando di ottenere il miglior risultato complessivo.

Fonti normative e giurisprudenziali (aggiornate a maggio 2025)

  • Normativa primaria e secondaria: Legge 30 dicembre 2020, n. 178 (Legge di bilancio 2021), art. 1, commi 274-bis, 274-ter (modifiche all’art. 43 DL 109/2018); circolari e comunicazioni ufficiali Invitalia (“Supporto imprese beneficiarie – Dilazione/Transazione”).
  • Linee Guida Invitalia: Linee Guida per la gestione dei crediti in sofferenza (Invitalia, 2021-2025) – documento interno che illustra modalità di rinegoziazione e transazione, definizione dei requisiti e delle percentuali minime.
  • Fonti comunitarie: Regolamenti UE di riferimento per aiuti di Stato, ove applicabili.
  • Giurisprudenza: Sentenze TAR e Consiglio di Stato in materia di agevolazioni Invitalia (ad es. pronunce su revoca e trasparenza delle procedure), nonché pronunce Corte dei Conti su gestione fondi pubblici. (Per motivi di spazio si rimanda alle raccolte normative specializzate e a banche dati giuridiche aggiornate).

Saldo e Stralcio Invitalia con l’Avvocato: Perché Affidarti a Studio Monardo

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⚠️ Ma attenzione: Invitalia non accetta trattative generiche o improvvisate. Serve una proposta ben costruita, documentata e presentata da un legale esperto.

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Le qualifiche dell’Avvocato Giuseppe Monardo

🔹 Avvocato esperto in contenzioso con Invitalia e difesa da richieste di rimborso indebite
🔹 Gestore della Crisi da Sovraindebitamento – iscritto al Ministero della Giustizia
🔹 Negoziatore della Crisi d’Impresa – abilitato ex D.L. 118/2021
🔹 Fiduciario OCC – Organismo di Composizione della Crisi
🔹 Coordinatore nazionale di consulenti esperti in diritto bancario, tributario e finanziamenti pubblici

Perché agire subito

⏳ Prima si agisce, più margine c’è per negoziare uno sconto e ottenere una soluzione favorevole
⚠️ Dopo l’avvio del recupero, Invitalia può attivare la riscossione forzata tramite AdER
📉 Rischi immediati: pignoramenti, blocco conti, danni alla reputazione finanziaria dell’azienda
🔐 Solo una proposta costruita bene e presentata da un professionista può portare alla chiusura definitiva del debito

Conclusione

Il saldo e stralcio con Invitalia è una possibilità reale, ma va gestito con competenza legale e strategia precisa.
Affidarsi all’Avvocato Giuseppe Monardo significa avere una guida esperta che tratta per te, difende i tuoi diritti e chiude il problema nel modo migliore possibile.

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