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Rsa e ospedali a rischio sismico: una fragilità strutturale che non possiamo ignorare


di
Redazione Economia

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Isaac è deep tech italiana specializzata nello sviluppo di tecnologie intelligenti per la protezione sismica degli edifici.

Ci sono tecnologie italiane poco note al grande pubblico che rappresentano la punta più avanzata della ricerca innovativa e che si propongono come sostegno e supporto in un paese ad alto rischio sismico come l’Italia. Isaac è una società deep tech italiana specializzata nello sviluppo di tecnologie intelligenti per la protezione sismica degli edifici. Nata dall’omonimo progetto di ricerca del Politecnico di Milano, l’azienda ha ideato un innovativo sistema di protezione sismica attiva, basato su sensori accelerometrici e dispositivi elettromeccanici, in grado di monitorare continuamente l’edificio e, soprattutto, di proteggerlo, reagendo in tempo reale in caso di terremoto mitigandone i suoi effetti. La tecnologia di Isaac è già stata adottata in numerosi edifici pubblici e privati, anche nel settore sanitario. La proposta di Isaac è particolarmente adatta a ospedali e Rsa, dove la continuità delle attività è essenziale e prevede: installazione rapida, senza interrompere i servizi sanitari; intervento non invasivo, compatibile con la presenza di pazienti e operatori; sistema intelligente, che reagisce istantaneamente alle scosse sismiche; monitoraggio continuo e manutenzione predittiva; tutela delle vite, delle tecnologie sanitarie e delle infrastrutture vitali grazie a un aumento della sicurezza attraverso la riduzione degli effetti del sisma sulla struttura. 

Una popolazione che invecchia

In Italia le Residenze sanitarie assistenziali ospitano centinaia di migliaia di persone ogni anno. Secondo i dati Istat, parliamo di oltre 360.000 ospiti distribuiti su più di 12.000 strutture residenziali per anziani, di cui circa 2.500 sono Rsa accreditate secondo gli standard sanitari regionali. Il 75% di loro sono anziani non autosufficienti, spesso con patologie croniche, fragilità cognitive o condizioni di salute che richiedono assistenza continua.
Nonostante questo, il tema della sicurezza strutturale delle RSA – in particolare quella sismica – resta in larga parte assente dal dibattito pubblico. Eppure, garantire spazi sicuri e resilienti non è solo una questione tecnica o normativa: è parte integrante della qualità della cura e della dignità che viene offerta agli ospiti. Questa stessa riflessione vale anche per il più ampio patrimonio sanitario del nostro Paese, che include ospedali e strutture di cura distribuite in territori esposti a un rischio sismico tutt’altro che trascurabile. 




















































Un patrimonio vulnerabile

Nel nostro paese ci sono circa 1.200 strutture ospedaliere (pubbliche e private), tra 130 e 150 ASL e oltre 12.000 strutture residenziali per anziani, di cui circa 2.500 sono RSA accreditate. Il 40% degli ospedali si trova in aree ad elevato rischio sismico. Inoltre, una quota rilevante delle RSA più datate non risulta conforme ai moderni requisiti antisismici. Solo il 35% degli ospedali costruiti prima del 1980 è stato adeguato alle normative sismiche, secondo i dati Istat e del Ministero delle Infrastrutture. In questi contesti, la fragilità delle persone si intreccia con quella degli edifici che dovrebbero proteggerle. In caso di sisma, l’evacuazione di una RSA o di un ospedale con pazienti non autosufficienti o allettati è logisticamente complessa, se non impossibile. Non è solo una questione di conformità normativa: è una questione di responsabilità e prevenzione.

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Oltre l’emergenza verso la prevenzione

Oggi il nostro Paese dispone di fondi, conoscenze tecniche e tecnologie per affrontare anche questo tema. Ma serve un cambio di prospettiva: considerare la messa in sicurezza delle strutture sanitarie non come un intervento straordinario, ma come parte integrante della gestione ordinaria del patrimonio pubblico. Serve programmazione, visione, e strumenti compatibili con l’operatività quotidiana. Grazie al  Pnrr oltre 5,5 miliardi di euro saranno destinati alla ristrutturazione delle infrastrutture sanitarie. Di questi, circa 1,3 miliardi sono previsti per la costruzione di nuovi ospedali secondo i più elevati standard sismici. All’interno della Missione Salute del PNRR è stato inoltre avviato il progetto “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”, che prevede la riqualificazione degli ospedali in zone sismiche, garantendone l’operatività anche in caso di terremoti. Le risorse totali per questo progetto ammontano a 900 milioni di euro, con l’obiettivo di completare oltre 300 interventi antisismici entro il 2026. 

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19 maggio 2025 ( modifica il 19 maggio 2025 | 19:36)

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