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crescono i prestiti alle famiglie. E per la rata la variabile «vince» sul fisso


Dopo due anni tornano a crescere i prestiti a famiglie e imprese, in aumento ad aprile dello 0,3% rispetto al 2024. Era da marzo del 2023 che non si assisteva a un incremento dei finanziamenti: decisiva la domanda delle famiglie.

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Il tasso medio sul totale dei prestiti, quindi sottoscritti negli anni, è sceso sempre ad aprile al 4,13%, dal 4,21% del mese precedente. Lo ha rilevato l’Abi nel suo rapporto mensile, osservando che da ottobre 2023 i tassi di mercato sono progressivamente diminuiti a seguito dei tagli della Bce al costo del denaro. I mutui, però, il mese scorso sono risultati più cari. A marzo il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni si posizionava al 3,14%, mentre ad aprile l’asticella è salita al 3,29%, restando comunque molto lontana dal 4,42% registrato a dicembre del 2023.

IL PESO DELL’IRS

S ull’andamento dei mutui pesa l’incremento dell’Irs a marzo. La buona notizia è che l’indice di riferimento su cui le banche calcolano gli interessi da applicare ai mutui a tasso fisso ad aprile è risultato in calo, il che lascia sperare in una decrescita già a maggio dei tassi sui finanziamenti per l’acquisto della casa. Il vice direttore generale vicario dell’Abi, Gianfranco Torriero, ha evidenziato che il clima di incertezza legato alla situazione geopolitica, e in particolare ai dazi, «provoca impatti sui tassi di mercato che poi si scaricano sui tassi bancari».

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Intanto, da un’indagine condotta da Facile.it è emerso che sono arrivate sul mercato le prime offerte di mutuo a tasso variabile con indici inferiori rispetto a quelli fissi: per un finanziamento da 126.000 euro in 25 anni i tassi variabili partono ora da un Taeg pari al 2,75%, mentre quelli fissi dal 2,93%. Per un mutuo da 126.000 euro della durata di 25 anni e con una copertura del 70% del valore dell’immobile, ha calcolato Facile.it, la rata del variabile si abbassa così a 567 euro, mentre per il fisso si attesta a 575 euro.

Per quanto riguarda il credito accordato a famiglie e imprese dal sistema bancario, il vice direttore generale dell’Associazione bancaria italiana ha fatto presente che la domanda di finanziamento da parte del tessuto produttivo permanente ancora debole e che la crescita dei prestiti è stata determinata dalla domanda delle famiglie, positiva ormai da diversi mesi. A marzo i prestiti alle imprese erano diminuiti dell’1,1% e quelli alle famiglie erano cresciuti dell’1,1%. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso ad aprile al 3,82% dal 3,92% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023.

La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, è aumentata di 131 miliardi tra marzo 2024 e marzo 2025. I depositi, nelle varie forme, ad aprile sono cresciuti dell’1,9% su base annua: il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti) è stato lo 0,73%, contro lo 0,79% di marzo. La raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, il mese scorso è rimasta invece sostanzialmente stabile. La raccolta diretta complessiva è risultata infine in espansione dell’1,7% su base annua, confermando la dinamica positiva in corso da inizio 2024.

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