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Vino: Coldiretti/Filiera Italia, bene il bando su promozione, l’export nei Paesi terzi vale 4,9 miliardi


La pubblicazione del nuovo bando per la promozione del vino nei Paesi extra UE rappresenta un segnale importante per un settore strategico dell’agroalimentare italiano. Attualmente, sei bottiglie di vino su dieci esportate sono destinate ai mercati fuori dall’Unione Europea, per un valore complessivo che nel 2024 ha raggiunto i 4,9 miliardi di euro, con margini ancora significativi di crescita.

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A sottolinearlo è Coldiretti, commentando l’annuncio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (Masaf) relativo all’attivazione della nuova misura OCM Vino, che mette a disposizione delle imprese del settore 98 milioni di euro. Una risposta concreta – e tempestiva – alle necessità di un comparto che si trova oggi ad affrontare molteplici sfide: dalla crescente instabilità geopolitica con il rischio di nuovi dazi, all’aumento dei costi di produzione, fino agli attacchi ingiustificati al vino, elemento centrale della Dieta Mediterranea.

Coldiretti ha espresso gratitudine al Ministro Francesco Lollobrigida e al Masaf per l’impegno nel rendere operativa la misura, recependo anche l’appello alla semplificazione delle procedure. Un’iniziativa che arriva in un momento in cui l’export del vino italiano dà segnali positivi, ma resta fortemente condizionato dalle incertezze legate alla politica commerciale statunitense, con gli USA che rappresentano il primo mercato di sbocco in valore.

Il comparto vitivinicolo italiano, però, non è solo esposto ai rischi delle guerre commerciali. È anche sotto attacco da campagne di demonizzazione prive di fondamento scientifico. Proprio grazie all’azione di Coldiretti e Filiera Italia, supportata dal Governo, è stato scongiurato il pericolo che il vino venisse escluso dai programmi europei di promozione.

Un’altra importante vittoria è arrivata sul fronte delle cosiddette “etichette allarmistiche”, con rassicurazioni fornite recentemente dai Commissari UE Janusz Wojciechowski e Olivér Várhelyi durante un incontro con Coldiretti al Vinitaly. Anche l’Irlanda – che aveva proposto di apporre avvertenze sanitarie simili a quelle dei pacchetti di sigarette – sembra intenzionata a rivedere la propria posizione.

“L’idea delle etichette allarmistiche è una deriva ideologica che rischia di danneggiare un comparto centrale per l’agricoltura europea, simbolo della nostra cultura nel mondo – ha dichiarato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini –. Continueremo a opporci, in tutte le sedi, a provvedimenti privi di basi scientifiche che non distinguono tra consumo consapevole e abuso.”

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Anche sul fronte dei dazi si continua a lavorare. “Abbiamo chiesto all’Unione Europea che, in caso di ritorsioni commerciali, vengano esclusi i prodotti alcolici americani – spiega Luigi Scordamaglia, AD di Filiera Italia –. È fondamentale tenere il settore fuori da queste dispute, che rischiano di penalizzare tutti. Per questo stiamo anche sviluppando iniziative comuni con produttori e distributori statunitensi.”

Secondo i dati di Coldiretti, il settore vitivinicolo italiano genera un fatturato annuo superiore ai 14 miliardi di euro e coinvolge 241mila imprese, che coltivano complessivamente 675mila ettari di vigneti. Le regioni con la maggiore superficie vitata sono Veneto, Sicilia e Puglia. Il comparto rappresenta anche un pilastro occupazionale, con 1,3 milioni di persone impegnate tra vigneti, cantine, distribuzione e attività connesse.



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