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per la Uil “Welfare e sanità in ritardo, Sud sacrificato”


“La relazione semestrale sullo stato di attuazione del Pnrr conferma ciò che la Uil denuncia da tempo: sanità, welfare e inclusione sociale sono le grandi assenti nella realizzazione effettiva del Piano. E a pagarne il prezzo, ancora una volta, sono il Mezzogiorno e le persone più fragili”. Così Santo Biondo, Segretario confederale della Uil, commenta i dati aggiornati sull’avanzamento del Pnrr pubblicati dal Governo.
Nonostante l’ingente mole di risorse già spese – oltre 63 miliardi al 31 dicembre 2024 – le missioni più connesse alla qualità della vita delle persone, come la sanità pubblica, le politiche di coesione sociale e i servizi di prossimità, sono quelle che segnano i ritardi più preoccupanti. La Missione 6, dedicata alla Salute, registra un livello di spesa effettiva inferiore al 20%, con molte delle Case della Comunità ancora ferme alla fase progettuale e una rete territoriale lontana dall’essere rafforzata, come previsto. Allo stesso modo, anche la Missione 5, che dovrebbe rafforzare politiche per l’inclusione, il lavoro e la coesione territoriale, è in forte affanno. In particolare, la componente rivolta al lavoro e al rafforzamento delle infrastrutture sociali non supera in diversi casi il 30% di avanzamento fisico. 
La spesa sociale nel Mezzogiorno, poi, è particolarmente fragile. Il dato più critico, infatti, riguarda la distribuzione territoriale degli investimenti. Nelle Regioni del Sud le risorse disponibili non vengono tradotte in cantieri, servizi o strutture operative.
“Il paradosso è evidente – aggiunge Biondo – si investe di più dove la capacità di spesa è già consolidata, e meno dove ci sarebbe bisogno di rafforzare strutture, competenze e servizi pubblici. Così si accentua il divario Nord-Sud e si vanifica la missione stessa del Piano, che dovrebbe essere di coesione, non di esclusione”.
Secondo la Uil, la struttura stessa del Pnrr rischia di produrre l’effetto opposto rispetto agli obiettivi dichiarati. Invece di riequilibrare i divari, si finisce per consolidare un sistema in cui le risorse si muovono più facilmente dove c’è già capacità amministrativa e infrastrutturale, lasciando invece scoperti i territori che più ne avrebbero bisogno. Le criticità non sono solo tecniche, ma politiche: serve una visione nazionale che non si limiti alla mera rendicontazione, ma intervenga per garantire equità nell’attuazione.
La UIL segnala con preoccupazione che il ritmo attuale di spesa non è sufficiente a centrare gli obiettivi entro il 2026. Sarà necessario moltiplicare gli sforzi, in particolare: semplificare le procedure burocratiche; rafforzare la capacità tecnico-amministrativa degli enti locali, soprattutto nel Sud e garantire che gli investimenti in sanità e welfare siano vincolati a obiettivi occupazionali, sociali e di equità territoriale.
“La parte più fragile del Paese – conclude Biondo – non può più aspettare. Servono interventi tempestivi e mirati per colmare i divari sanitari, sociali ed economici che oggi si aggravano sotto il peso di una spesa pubblica mal calibrata. Il Pnrr è l’ultima grande occasione per costruire uno Stato più giusto: sprecarla sarebbe imperdonabile”.

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