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Aise.it – Agenzia Internazionale Stampa Estero


ROMA\ aise\ – Si è conclusa oggi a Roma l’edizione 2025 di Codeway Expo, la fiera internazionale organizzata da Fiera Roma e Internationalia dedicata alla cooperazione allo sviluppo sostenibile. In tre giorni intensi, oltre 60 eventi, 200 relatori da tutto il mondo, 250 incontri B2B verticali sui temi, hanno animato un confronto strategico tra istituzioni, imprese, organizzazioni internazionali, mondo accademico e società civile, con l’obiettivo di trasformare le sfide globali in opportunità concrete di sviluppo condiviso.
La giornata finale ha guardato al futuro: carriere internazionali, finanza per le PMI e partnership globali per una filiera del caffè più sostenibile, oltre alla sigla di importanti accordi internazionali di collaborazione industriale, come quello tra Senegal e Assomac per lo sviluppo di attività di conceria nel Paese. La firma è avvenuta alla presenza di funzionari del ministero dell’Industria e del Commercio del Senegal, l’Ambasciatore della Repubblica del Senegal in Italia Ngor Ndiaye, il sindaco del Comune senegalese di Dalifort-Foirail Mamadou Mbenguet e del Direttore AICS Marco Riccardo Rusconi.
Ha concluso l’edizione 2025 Carlo Batori, Vice Direttore Generale della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del MAECI, che ha sintetizzato con efficacia la visione strategica che anima la manifestazione: “Codeway Expo – ha detto – è innanzitutto un luogo, e questo è il primo grande risultato che si è consolidato. È diventata per tutti gli attori della cooperazione italiana gli Spring Meetings, il punto d’incontro dove è necessario esserci. Qui non si segue solo un palinsesto ricco di contenuti, ma si costruisce rete, si rafforza il senso di appartenenza delle imprese italiane al Sistema Paese. La dimensione del partenariato è il cuore della nuova cooperazione e va sviluppata con strumenti più innovativi, maggiore propensione al rischio, visione. Per questo abbiamo sostenuto Codeway, continueremo a farlo e la consideriamo ormai parte integrante del sistema della cooperazione italiana. In quest’ottica ci diamo appuntamento al prossimo anno”.
FORMARE I GIOVANI ALLE CARRIERE INTERNAZIONALI: COMPETENZE, ORIENTAMENTO E CITTADINANZA GLOBALE
La mattinata si è aperta con il panel “Progettare il futuro. Come prepararsi alle carriere internazionali”, che ha offerto a studenti, neolaureati e professionisti strumenti pratici e testimonianze dirette per orientarsi nel mondo delle organizzazioni internazionali, della diplomazia e della cooperazione. Moderato da Gherardo Casini (UN/DESA), l’incontro ha acceso l’interesse di un pubblico giovane e partecipe su quello che Casini ha definito “il lavoro più bello del mondo”, sottolineando il valore umano e professionale di percorsi che permettono di contribuire alla costruzione di società più eque, inclusive e sostenibili.
Nel panel, arricchito da un ampio spazio alle domande del pubblico, Virginia Izzo, Federico Pucillo e Andrea Bianco – in rappresentanza di tre diverse divisioni del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – hanno spiegato in modo dettagliato come accedere a queste carriere. Hanno chiarito che non esiste un’unica laurea “giusta”, ma che si può partire dai background più diversi: ciò che conta sono competenze trasversali, specializzazione, conoscenza delle lingue straniere, esperienze sul campo, flessibilità, forte motivazione, spirito di servizio e una buona dose di dinamismo. Si tratta di un ambiente altamente competitivo, ma ricco di opportunità.
Per chi è agli inizi, i relatori hanno consigliato di cogliere occasioni di tirocinio anche durante gli studi: tra gli esempi citati, i programmi dell’Unione Europea come il Blue Book Traineeship, il Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE) o quelli della Banca Europea per gli Investimenti; oppure le esperienze offerte da NATO, FAO o OCSE. Fondamentale è anche consultare con costanza il sito del MAECI.
Un focus particolare è stato dedicato al programma JPO (Junior Professional Officer), attivo dal 1973, che consente ai giovani diplomati in università o istituti superiori di fare esperienza professionale nella cooperazione internazionale all’interno del sistema delle Nazioni Unite. Finora ha permesso l’ingresso nel settore a oltre 2000 persone, e oggi il 65% delle candidature proviene da donne, segno di un settore sempre più inclusivo rispetto a un tempo, quando era percepito come una carriera prevalentemente maschile. Per accedere alla carriera diplomatica la porta di ingresso è il concorso.
FINANZA PER LA COOPERAZIONE: OPPORTUNITÀ E STRUMENTI A MISURA DI PMI
Al centro della seconda sessione della giornata, “Gli strumenti finanziari della cooperazione per il settore privato”, una panoramica completa e operativa sulle leve economiche a disposizione delle imprese italiane nei mercati africani, anche attraverso il Piano Mattei. Istituzioni come CDP, SIMEST, SACE, AICS e il Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno illustrato meccanismi di credito agevolato, fondi a gestione, assicurazioni all’export, microcredito e nuovi strumenti di blended finance. Si è sottolineato come l’obiettivo sia rafforzare la competitività delle imprese italiane all’estero, sostenendo progetti di cooperazione, innovazione e investimento produttivo in contesti a medio-alto rischio, come quelli africani.
Nella tavola rotonda moderata da Massimo Zaurrini (Internationalia), banche, consulenti e imprenditori hanno condiviso casi concreti di accesso agli strumenti finanziari: da progetti di internazionalizzazione bancaria a iniziative di microcredito inclusivo.
Ha concluso i lavori Paolo Lombardo, direttore della Direzione Cooperazione Internazionale e Finanza per lo Sviluppo di CDP, sottolineando come la sinergia tra pubblico e privato sia oggi l’architrave della cooperazione internazionale italiana.
CAFFÈ E SOSTENIBILITÀ: UNA FILIERA STRATEGICA AL CENTRO DEL PARTENARIATO GLOBALE
A chiudere l’edizione 2025 di Codeway, la conferenza “La resilienza del settore del caffè davanti alle sfide globali”, che ha acceso i riflettori su una delle filiere agricole più rilevanti per lo sviluppo sostenibile: il caffè. Una coltura da reddito da cui dipendono oltre 12,5 milioni di aziende agricole, per lo più nei Paesi in via di sviluppo, e che oggi è chiamata ad affrontare sfide cruciali come il cambiamento climatico, la volatilità dei prezzi e la pressione crescente delle normative internazionali.
La risposta proposta è chiara: rafforzare il partenariato pubblico-privato, un modello che consente di mobilitare risorse, competenze e tecnologie in modo sinergico, superando i limiti della cooperazione basata esclusivamente su risorse a dono. Come è stato sottolineato durante il panel, organizzato da UNIDO, questo approccio multi-attore, oggi pienamente integrato nella strategia del Piano Mattei, è essenziale per costruire soluzioni condivise e sostenibili.
“Se riusciamo a far funzionare la filiera del caffè, riusciamo a far funzionare tutte le filiere” – è stato detto, a indicare come questo settore rappresenti un banco di prova per l’intera architettura della cooperazione economica internazionale.
Uno dei progetti più concreti presentati è stato il Fondo Globale per la Sostenibilità e la Resilienza del Caffè, promosso da Italia, CDP e ICO, che mira a facilitare l’accesso al credito per i piccoli produttori nei Paesi africani attraverso iniziative di blended finance e garanzie alle banche locali. La FAO partecipa come partner tecnico, contribuendo con la sua expertise alla strutturazione dei progetti e alla diffusione di tecnologie appropriate.
Emblematica in questo contesto la testimonianza di Trusty, start-up italiana fondata nel 2022 da Alessandro Chelli e Lorenzo Di Berardino, che ha sviluppato una piattaforma blockchain per garantire la tracciabilità delle filiere di caffè e cacao e oggi lavora con aziende come Icam, Domori, Luker Chocolate, Kaoka e Slow Food . Nata da un progetto dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo in Costa d’Avorio, oggi Trusty risponde ai requisiti imposti dal nuovo Regolamento UE 2023/1115, che richiede che caffè, cacao e altre commodity siano a deforestazione zero per poter accedere al mercato europeo. È un esempio concreto di come l’innovazione italiana, sostenuta dalla cooperazione pubblica, possa generare impatto positivo e nuove opportunità lungo le filiere globali.
Il panel ha visto la partecipazione di Alessandra Di Pippo (MAECI), Gerardo Patacconi (ICO), Stefania Lenoci (World Bank), Paolo Lombardo (CDP), Rita Ricciardi (Bergs & More) e dello stesso Alessandro Chelli (Trusty), offrendo uno spaccato concreto su come la sinergia tra finanza, tecnologia e partenariato possa fare la differenza per milioni di piccoli produttori, e contribuire alla costruzione di un sistema agroalimentare più equo, resiliente e trasparente. (aise) 

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