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“Un impianto per dealcolare il vino? Dai 20 ai 300mila euro. Ma in Italia serve chiarezza legislativa”. La scommessa del gruppo Vason sul no alcol


In attesa di capire se, e quando, l’Italia uscirà dall’impasse fiscale che blocca il no-low alcol, anche le micro, piccole e medie imprese guardano a questo nuovo segmento. Il tema dei costi di produzione è tra i più sentiti. E a giudicare dai prezzi per gli impianti e dal modo in cui il sistema vitivinicolo sta investendo, l’Italia sembra voglia prepararsi a intercettare una domanda crescente, col Masaf che sta cercando di far chiarezza in materia di stabilimenti enologici.

Sul no-low alcol, i top brand del made in Italy già ci investono da qualche anno, passando per l’estero. L’impressione iniziale è che si tratti di un affare per grandi, ma a sentire gli industriali del settore macchine enologiche c’è spazio per tutti. E per capire la dimensione dei costi reali abbiamo sentito Albano Vason, managing director di Vason Group, storica azienda veronese, tecnologicamente avanzata, presente all’ultimo Simei e aderente ad Anformape, associazione nazionale fornitori di macchine, accessori e prodotti per l’enologia. Il manager, tuttavia, sposta l’attenzione anche sulla competitività italiana, messa a rischio dai ritardi legislativi.

Quali sono i costi per acquisto e manutenzione annua di un’attrezzatura dedicata alla dealcolazione?

Il prezzo è molto variabile, in relazione al dimensionamento dell’impianto e al livello di personalizzazione. Per la nostra tecnologia a membrana Mastermind® Remove l’investimento varia dai 20/30mila euro ai 300mila euro. Juclas, azienda impiantistica di Vasongroup, sviluppa tecnologie, anche customizzate, con capacità molto più elevate rispetto il modello base.

Si tratta di un investimento tutto compreso?

No. Precisiamo che tali costi si riferiscono alla sola tecnologia: ci saranno, quindi, da considerare i costi strutturali per la messa a punto dei locali adibiti alla preparazione di vini parzialmente-totalmente dealcolati.

A vostro avviso, produrre dealcolati è affare esclusivo per imprese top o anche le Pmi troveranno accesso?

La scelta della tecnologia dipende da molteplici fattori, in particolare dalla dimensione della cantina e dagli obiettivi che si intendono raggiungere. La tecnologia a membrana – che ha un approccio delicato sul vino, condotto a pressione e temperatura ambiente, tramite membrane contattore – si sta dimostrando la più adatta per molte realtà perché, rispetto i sistemi evaporativi, consente maggiore flessibilità e un’importante ottimizzazione dei costi.

Quindi, come ci si può orientare in questo momento?

In questa fase esplorativa, con qualche incertezza sul peso che avranno in futuro i vini dealcolati in termini di quote di mercato, la dealcolazione a membrana potrebbe risultare strategica sia per aziende medio piccole, che per i grandi gruppi.

La “Mastermind remove”, macchina per la dealcolazione con tecnologia a membrana – credits Vason group

Cosa cercano e cosa chiedono, in base alla vostra esperienza, le imprese del vino? Il segmento no-low è alternativo?

Ci piace parlare di un’opportunità aggiuntiva per il comparto. I vini NoLo rappresentano ancora una nicchia, ma sono in grado di intercettare trend e consumatori che oggi il mercato del vino non può soddisfare: basti pensare a tutti coloro che, per ragioni di salute o stile di vita, stanno moderando il consumo di alcol o non ne bevono affatto. Il mercato globale, e quello italiano non fa eccezione, è sempre più orientato verso un consumo consapevole e moderato. In particolare, i consumatori più giovani, Millennials e Generazione Z, dimostrano una crescente attenzione a prodotti innovativi e salutari. Dal canto nostro, da parte delle cantine italiane, in questa prima fase abbiamo registrato un maggiore interesse verso la riduzione alcolica.

Guardiamo al futuro. Su quali elementi tecnologici si concentrerà la ricerca in funzione del miglioramento dell’attuale sistema di dealcolazione a membrana?

Un primo importante obiettivo raggiunto ha riguardato l’ottimizzazione degli impianti, che sono stati resi più compatti e con una miglior gestione della fluidodinamica, per ridurre ulteriormente l’impatto nei confronti del vino. Oltre a questo, Vasongroup, anche attraverso collaborazioni con istituti di ricerca e università, sta mettendo a punto sistemi per ridurre i consumi idrici, implementando soluzioni innovative e ottimizzando le logiche di processo.

Come si garantisce la qualità dei vini no-low?

Crediamo che per la produzione di vini dealcolati di qualità sia fondamentale sia la base vinicola, ovvero disporre di uve sane e in eccellente stato sanitario, sia l’approccio enologico, e per questo integriamo le tecnologie impiantistiche con il nostro know-how biotecnologico.

Chiudiamo con una domanda di stretta attualità. Le imprese vitivinicole si lamentano del fatto che nonostante il decreto sui dealcolati sia stato pubblicato a gennaio, si sia creata una impasse fiscale sulla gestione delle accise. La situazione certamente non favorisce la posizione di chi – come voi – fa parte dell’industria.

Lo slittamento dell’attuazione della direttiva europea sulla dealcolazione dei vini, in Italia, sta certamente causando difficoltà, non solo a chi produce tecnologie per dealcolare, ma a tutto il settore vinicolo in generale. Si tratta di un ulteriore freno a un settore che già di per sé sta vivendo un momento critico e di flessione delle vendite. I vini dealcolati potrebbero rappresentare per il settore una nuova opportunità di differenziazione su mercati nuovi e oggettivamente in crescita, come hanno dimostrato le ultime analisi di riferimento pubblicate. L’attuale complicazione normativa lascia i produttori nell’incertezza, oltre che in una situazione di non competitività rispetto altri paesi europei in cui il processo è autorizzato e regolamentato da anni.

State registrando un rallentamento degli ordinativi?

Per quanto riguarda le vendite delle nostre tecnologie, il blocco normativo ha certamente influito in Italia. All’estero, fortunatamente, il trend è invece positivo e in crescita.



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