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cos’è e quali aziende e dipendenti riguarda veramente? Esperto fa chiarezza


Cos’è l’assunzione obbligatoria e quali dipendenti e aziende riguarda? Ecco la spiegazione dell’esperto.

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La classificazione delle aziende in base al numero di dipendenti è un riferimento normativo fondamentale, riconosciuto sia dall’Italia che dall’Unione Europea. Essa influisce sull’accesso a regimi fiscali agevolati, fondi pubblici, semplificazioni amministrative e sulla determinazione di obblighi contrattuali e di sicurezza. Le imprese si dividono in micro, piccole, medie e grandi. Per rientrare in una categoria occorre soddisfare almeno due criteri su tre: numero di dipendenti, fatturato annuo e totale di bilancio. Per esempio, una microimpresa ha meno di 10 dipendenti e un fatturato che non supera i 2 milioni di euro. Le soglie aumentano progressivamente per le altre categorie, fino alle grandi imprese che superano i limiti stabiliti.

Il calcolo dei dipendenti si basa sulle Unità Lavorative per Anno (ULA). Si includono lavoratori a tempo determinato e indeterminato registrati nel libro matricola, e talvolta anche imprenditori e soci lavoratori. Alcune figure, come apprendisti, stagisti o chi è in cassa integrazione straordinaria, possono essere esclusi. Per le imprese artigiane valgono limiti specifici: ad esempio, quelle che non lavorano in serie possono avere fino a 18 dipendenti, elevabili a 22 se si considerano gli apprendisti. Le aziende che vogliono essere classificate come PMI devono inoltre rispettare il principio di indipendenza, ossia non essere controllate da realtà più grandi. Questa classificazione ha conseguenze pratiche rilevanti: condiziona l’accesso a bandi e incentivi, determina obblighi di legge e influenza la contrattazione collettiva.

Assunzione obbligatoria: ecco cos’è e perché è importante

Tra gli obblighi di legge, che cambiano a seconda della dimensione dell’azienda, c’è anche l’assunzione obbligatoria. Come spiegato da un noto esperto di diritto del lavoro, il dottor Riccardo Onano, l’assunzione obbligatoria è impone ai datori di lavoro di inserire lavoratori con disabilità, favorendo l’inclusione delle categorie protette, come stabilito dalla Legge 68/1999. L’obbligo scatta con le aziende che abbiano almeno 15 dipendenti, e aumenta a seconda del numero di dipendenti. In particolare, l’esperto spiega che tra 15 e 35 dipendenti, è richiesta l’assunzione di una persona; tra 36 e 50, di 2.

La spiegazione dell’esperto. (Fonte: Instagram – @riccardo_onano).

Oltre i 50 dipendenti, invece, il 7% dell’organico deve essere riservato a lavoratori con disabilità. Bisogna, altresì, sottolineare che, per le aziende da 15 a 35 dipendenti, l’obbligo scatta solo con nuove assunzioni. La base occupazionale include lavoratori a tempo indeterminato, determinato (oltre 6 mesi), in prova e part-time (in proporzione). La norma rientra nel collocamento mirato, che valuta le abilità lavorative delle persone con disabilità per inserirle in ruoli adeguati, tramite selezione diretta o intermediari pubblici. Sono previste deroghe o sospensioni in specifici casi, come cassa integrazione straordinaria, attività stagionali, liquidazioni o fallimenti. La legge mira, quindi, a favorire l’inclusione nel lavoro, bilanciando diritti delle persone con disabilità e sostenibilità per le imprese.





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