Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday
Continuare a investire nella cultura della legalità. E’ l’appello che lancia Confcommercio in occasione della presentazione della ricerca “Più sicurezza per territori, imprese e città”, realizzata dall’ufficio studi Confcommercio e presentata in occasione della dodicesima edizione della Giornata nazionale “Legalità, ci piace!” promossa dalla confederazione per sostenere la cultura della legalità come condizione essenziale per lo sviluppo economico e sociale. Il presidente nazionale Carlo Sangalli e la vicepresidente con delega alla Legalità e alla Sicurezza, Patrizia Di Dio, hanno illustrato i dati relativi al territorio italiano. Il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, evidenzia, invece, quelli che riguardano il Sud e le Isole, con riferimento, dunque, anche al nostro territorio regionale. Ecco le voci indicative del report per la Sicilia.
Livelli di sicurezza
Il 28,6% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024, percentuale inferiore al dato nazionale (30,0%). Andamento crimini. Furti (29,0%), rapine (28,4%), atti di vandalismo e spaccate (27,6%) sono i fenomeni criminali percepiti in maggior aumento dalle imprese del terziario di mercato. Le percentuali sono superiori ai valori nazionali (28% i furti; 25,3% rapine; 25,4% atti di vandalismo e spaccate). Esposizione alla criminalità. Il 29,3% degli imprenditori teme il rischio di essere esposto a fenomeni criminali come furti, rapine, atti vandalici, aggressioni, etc. Il dato è inferiore a quello nazionale pari al 31,3%. I furti sono il crimine che preoccupa di più in termini di sicurezza personale, dei propri collaboratori e della propria impresa (32,5%). Il valore è sostanzialmente in linea con il dato italiano pari a 33,2%. Baby gang e mala movida. Il 15,8% delle imprese in Sicilia dichiara di aver riscontrato episodi criminali legati alla presenza delle “baby gang” nella zona di operatività dell’impresa (il dato è inferiore al valore Italia pari al 21,3%) e di questi il 48% è preoccupato per la propria attività. Il 27% degli imprenditori teme il fenomeno della “mala movida” (dato inferiore rispetto a quello nazionale pari al 30,2%), soprattutto per il degrado urbano (59,5%) e per atti di vandalismo e danneggiamenti alle strutture (37,9%).
Episodi di usura e racket
Il 21,2% degli imprenditori dichiara di essere «molto preoccupato» per il rischio di racket e usura. Valore inferiore rispetto al dato nazionale pari al 25,8%. Di fronte a questi fenomeni, il 59,8% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia (dati inferiori a quelli nazionali pari al 63,1%). Abusivismo e contraffazione. Il 65,7% delle imprese del terziario ritiene di essere penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione. Il dato è superiore a quello nazionale pari al 60,1%. Misure di protezione. L’84,6% delle imprese ha investito in misure di sicurezza, in particolare in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto. Valore superiore al dato nazionale (82,9%). “Rispetto agli anni precedenti – afferma il presidente Manenti – appare chiaro che è in aumento la percezione di insicurezza nella nostra isola dove, tra l’altro, bisogna fare i conti con il mancato rispetto delle regole, circostanza che crea situazioni sempre meno facili da gestire. Dobbiamo puntare, quindi, da un lato al rispetto delle regole condivise che garantiscono diritti, doveri e libertà individuali e collettive. Dall’altro a migliorare la condizione che consente a ogni persona di vivere, lavorare, muoversi ed esprimersi in libertà senza timore di subire violenze, soprusi o ingiustizie. Il pacchetto di proposte presentate dalla vicepresidente nazionale Patrizia Di Dio mira a rafforzare la legalità e la sicurezza all’interno del Paese, proposte che dovranno essere attuate dagli organi competenti. Non dimenticando che in caso contrario continuerà a diminuire la propensione al consumo”.
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