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Confcommercio, l’illegalità fa perdere alle imprese 39,2 miliardi


di
Valentina Iorio

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L’abusivismo commerciale costa 10,3 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 7,4 miliardi, la contraffazione per 5,1 miliardi

Nel 2024 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 39,2 miliardi di euro e ha messo a rischio 276 mila posti di lavoro regolari, in leggera crescita rispetto all’anno precedente. L’abusivismo commerciale costa 10,3 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 7,4 miliardi, la contraffazione per 5,1 miliardi, il taccheggio per 5,4 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 7,1 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 3,9 miliardi. A fare i conti è un’indagine diffusa in occasione della giornata di Confcommercio «Legalita’, ci piace!», alla sua 12esima edizione. Secondo lo studio, il 30% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024.

«I reati sono anche un costo irragionevole per l’economia e una zavorra alla potenzialità di crescita. Rispetto al passato, c’è una propensione maggiore a denunciare. Noi ne abbiamo fatto uno degli slogan per la nostra giornata della legalità, in maniera semplice e diretta, denunciare si può, si deve e conviene», ha sottolineato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.  




















































I furti «sono il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori (28%, +4,5 punti percentuali sul 2023), seguiti da atti di vandalismo (25,4%, +4,3 punti) e rapine (25,3%, +6,4 punti); l’usura scende al 20,6% (-3,8 punti)», evidenzia lo studio. Il 21,3% degli imprenditori dichiara di aver riscontrato episodi criminali legati alla presenza delle baby gang nella zona e di questi il 48% si dice preoccupato. 

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Tre imprenditori su 10 temono la mala movida, soprattutto per il degrado urbano (49,5%), vandalismo e danneggiamenti alle strutture (45,8%). Il 27,7% degli imprenditori ha avuto notizia di episodi di usura o estorsione nella propria zona e il 25,8% teme il rischio di esposizione. Inoltre 60,1% delle imprese del terziario si ritiene penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione per via soprattutto della concorrenza sleale (50,1%) e della riduzione dei ricavi (23,1%). L’82,9% delle imprese ha investito in misure per la sicurezza, soprattutto sistemi di videosorveglianza (64,3%) e allarmi antifurto (53,4%).

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14 maggio 2025

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