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Polizze catastrofali, quando scatta l’obbligo per le Pmi e quanto costano. Preoccupate le associazioni toscane


Firenze, 13 maggio 2025 – A partire dal 31 marzo 2025 è scattato l’obbligo per tutte le imprese italiane, ad eccezione di quelle agricole, di stipulare una polizza assicurativa contro i danni derivanti da calamità naturali ed eventi catastrofali, come previsto dalla legge di bilancio 2024. Dopo aver ottenuto la proroga, per le medie imprese l’obbligo scatterà il 1° ottobre 2025, mentre per le piccole e micro imprese è stato prorogato al 1° gennaio 2026.

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Secondo un’analisi di Facile.it, il costo delle polizze varia in base alla tipologia di attività, al valore dei beni assicurati e alla localizzazione geografica. Ad esempio, per un ristorante con un immobile del valore di 300mila euro e attrezzature per 100mila euro, il premio annuo può variare da circa 343 euro a Milano a 469 euro a Palermo. Per un’autofficina con un fabbricato da 400mila euro e attrezzature per 200mila euro, i costi oscillano tra 359 e 551 euro a Palermo. Gli hotel, con immobili da un milione di euro e attrezzature per 500mila euro, possono affrontare premi annui da oltre 700 a un migliaio di euro.

Le associazioni di categoria esprimono preoccupazione per l’impatto economico di questo obbligo, soprattutto per le piccole imprese.

Claudio Bianchi, presidente di Confesercenti Metropolitana di Firenze, sottolinea come «questi mesi di proroga servano anche per capire le varie opzioni». «Indubbiamente è un salasso – afferma – perché sono qualche miliardo di euro che passa dalle tasche delle piccole e medie imprese alle compagnie di assicurazioni, e non sono poche nel bilancio delle aziende». Per Bianchi è essenziale evitare che le imprese siano lasciate sole nella contrattazione con le compagnie: «Abbiamo bisogno di accordi quadro e di soluzioni che rendano queste polizze sostenibili, altrimenti saranno solo un onere insostenibile per le pmi».

Sulla stessa linea Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Imprese Firenze, che parla di un costo «non tanto eccessivo» in sé, ma comunque vissuto come un ulteriore balzello dalle imprese. «Viene percepito come una spesa che va a coprire qualcosa che dovrebbe essere responsabilità dello Stato in caso di calamità naturale – spiega –. Non sono previste sanzioni dirette, ma la mancata stipula della polizza può comportare l’inibizione alla partecipazione a bandi pubblici e l’esclusione da eventuali ristori».

A mettere in evidenza ulteriori criticità è Gabriella Iannotta, vicedirettore di Confcommercio Firenze Arezzo: «Più che domandarsi se le imprese siano pronte, andrebbero sciolti alcuni nodi fondamentali: i fondi commerciali in locazione, chi li assicura? E con quale criterio viene determinato il livello di rischio da calamità naturali che andrà a incidere sul costo della polizza?». Iannotta lancia anche una proposta concreta: «Se il fine è quello di supportare le imprese colpite da eventi calamitosi, allora si prevedano agevolazioni per chi si assicura, come l’esenzione dall’imposta del 21,25% normalmente applicata alle polizze del ramo danni». Confcommercio, spiega, ha già attivato convenzioni nazionali per aiutare le imprese a districarsi tra prodotti assicurativi spesso complessi.

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A chiedere maggiore chiarezza e strumenti concreti per garantire la reale efficacia delle coperture è infine Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana: «Con la proroga, entro il 1° gennaio 2026 le micro e piccole imprese saranno obbligate a stipulare polizze contro i danni da calamità naturali, una misura su cui già in passato abbiamo espresso più di una perplessità. Le nostre preoccupazioni restano: queste coperture, per come sono strutturate, rischiano di non essere realmente efficaci nei casi più gravi». Per questo, secondo Cioni, «serve una polizza base validata dallo Stato, con costi accessibili, e un fondo di garanzia che anticipi gli indennizzi alle imprese assicurate, per poi rivalersi sulle compagnie. Solo così la norma potrà davvero tutelare chi fa impresa sul territorio»..



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