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Le innovazioni in campo farmaceutico e salutistico


Una sinergia ancora più forte tra Università e aziende nel campo della ricerca e dell’innovazione. È l’obiettivo del workshop Pharmaday 2025 – Innovazione in campo farmaceutico e salutistico: il contributo del Dsfs, giunto alla terza edizione, mirato all’incontro tra il Dipartimento di Scienze del farmaco e della salute e le aziende.

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«La giornata di oggi è mirata a rafforzare la collaborazione tra mondo accademico e aziendale», ha detto in apertura dell’incontro il prof. Rosario Pignatello, direttore del Dipartimento di Scienze del Farmaco e della Salute, alla presenza di colleghi e ricercatori nei locali di via Valdisavoia.

«La centralità del dialogo tra ricerca scientifica ed ambito professionale è fondamentale – ha aggiunto -. La ricerca non può e non deve rimanere fine a sé stessa, ma deve riuscire a rispondere in maniera ottimale alle esigenze di salute dei pazienti. Per raggiungere questo obiettivo è necessario instaurare una stretta collaborazione con le aziende, individuando obiettivi e punti in comune. In quest’ottica, uno degli scopi dell’incontro è permettere all’università di presentarsi alle aziende, in modo che queste possano comprendere appieno le potenzialità trasversali ed interdisciplinari presenti all’interno del dipartimento».

Un momento dell’intervento del prof. Rosario Pignatello

«I cittadini hanno colto quanto la ricerca che si trasforma in innovazione rappresenti un beneficio per tutti», ha detto il rettore Francesco Priolo che ha poi ribadito «l’importanza del legame indissolubile tra ricerca accademica e le sue applicazioni a livello industriale». «Siamo di fronte ad un patrimonio di competenze da custodire e valorizzare in modo da alimentare e mantenere il circolo virtuoso tra ricerca, innovazione e applicazione», ha aggiunto.

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«Far venir meno tali risorse sarebbe un’enorme perdita per il paese – ha precisato il rettore -. Si è discusso ampiamente della cosiddetta fuga dei cervelli, tema più che mai attuale a cui bisogna rimediare. È fondamentale che in questa collaborazione ci sia la spinta a fare in modo che questi giovani e queste competenze possano restare nelle accademie, nelle industrie e nei centri di ricerca italiani».

«Per questo l’università continua ad investire in quest’ambito, beneficiando anche dei fondi Pnrr, con una stima di circa seimila dottorati di ricerca su scala nazionale in sinergia con realtà accademiche e imprese – ha aggiunto -. Occorre proseguire lungo questa direzione, permettendo alle nuove generazioni di trovare opportuni riscontri e riconoscimenti all’interno del nostro territorio».

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

Un momento dell’intervento del rettore Francesco Priolo. Ai suoi lati Marco Causarano e Rosario Pignatello

L’importanza della formazione universitaria è stata rimarcata anche nell’intervento introduttivo finale di Marco Causarano, in rappresentanza di Confindustria Catania, che ha sottolineato come tali «competenze rappresentino un pilastro fondamentale per il percorso di crescita delle aziende». Ha inoltre osservato come, «oggi gli studenti e le studentesse possiedano una formazione più smart, perfettamente in linea con l’era della digitalizzazione e che garantisce così una preparazione più ampia e non unicamente circoscritta al proprio ambito di competenza».

E in merito alla questione sollevata da alcune aziende che lamentano una mancanza di competenze specialistiche, Causarano è intervenuto precisando che «l’università deve dare una formazione di base, poi è l’azienda che deve necessariamente specializzare i laureati».

Alcuni presenti al Pharmaday

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Particolarmente interessanti le prospettive dei docenti Filippo Caraci e Luca Vanella del Dipartimento di Scienze del Farmaco e della Salute dell’Università di Catania.

Nel suo intervento il prof. Filippo Caraci ha affrontato un tema che spesso viene sottovalutato, quello delle nuove droghe e della differenza tra droghe leggere e droghe pesanti.                                                                                                                                      «Un abuso di cannabis riduce il quoziente intellettivo di 14 punti – ha affermato il prof. Filippo Caraci – credo che questa frase da sola basti a convincere qualunque adolescente che, forse, quella che loro pensano sia una droga leggera è una droga molto più pesante di quelle che una volta erano considerate tali».

E, inoltre, ha sottolineato «la necessità e l’importanza di superare la differenza tra i due tipi di droghe riportando anche l’esempio dell’ecstasy, un tempo considerata come droga leggera, ma che in realtà ha un’azione neurotossica – ha aggiunto -. L’ecstasy, già alla prima o seconda ingestione, può causare effetti tossici sulle funzioni cognitive, può ridurre la memoria verbale e le funzioni esecutive».

«È necessario, quindi, fare una campagna di prevenzione e di comunicazione efficace nelle scuole per spiegare i meccanismi d’azione delle nuove droghe», ha tenuto a precisare il docente sostenendo però che «nell’ambito delle prospettive di trattamento non possiamo basarci esclusivamente sulla prevenzione, ma dobbiamo tenere conto dei nuovi target farmacologici in grado di modulare e ridurre l’impatto della sostanza a livello neurotossico e ridurre il rischio che si instauri una dipendenza».

Il prof. Filippo Caraci

Il prof. Filippo Caraci

A seguire è intervenuto il prof. Luca Vanella, direttore del Centro Interdipartimentale su prodotti nutraceutici e prodotti per la salute.

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«Dal punto di vista legislativo i nutraceutici non sono farmaci, ma vengono inclusi nella categoria degli integratori alimentari – spiega il prof. Luca Vanella -. Non essendo farmaci, non possono curare, non hanno una funzione terapeutica, ma possono aiutare l’organismo a contrastare l’invecchiamento, a migliorare la qualità della vita».

«I nutraceutici sono molecole che vengono estratte principalmente da alimenti di origine naturale e, come detto precedentemente, non hanno una funzione terapeutica come i farmaci – ha aggiunto -. Questi ultimi, però, condividono con i nutraceutici la forma farmaceutica e il dosaggio, che deve rispondere a delle normative sia nella preparazione sia per la sicurezza del paziente che assume gli integratori».                                                                                                                                                   

«Parlando di dosaggio è importante che la forma farmaceutica contenga il dosaggio corretto – ha precisato il docente -. L’azienda che lo produce deve fare dei test di sicurezza dimostrando, anche con prove scientifiche, che questi prodotti hanno un effetto concreto, e non solo un effetto placebo».

«Ultimo spunto interessante riguarda il claim, ovvero l’etichettatura e la pubblicità degli integratori, che ovviamente non può essere la stessa di quella di un farmaco – ha detto il prof. Vanella -. L’etichettatura deve essere fatta in un certo modo e deve seguire una normativa specifica, lo stesso vale per la pubblicità».

Il prof. Luca Vanella

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Le linee di ricerca in corso da parte dei gruppi di ricerca del dipartimento

Nel corso della giornata i docenti e i ricercatori del DSFS hanno presentato i progetti in corso e le linee tematiche di ricerca più attuali e potenzialmente interessanti per un coinvolgimento delle imprese e degli enti di ricerca del nostro territorio e del Paese.

Molti di questi già collaborano con i gruppi di ricerca del dipartimento.

Le ricerche illustrate nel corso del Pharmaday

Beneficial Effects of Pomegranate Waste-derived Extract on Benign Prostatic Hyperplasia Models In Vitro and In Vivo di Valeria Consoli, Luca Vanella, Agata Grazia D’Amico, Angela Castellano, Valeria Sorrenti

Evaluating the Potential of Nutraceuticals Derived from Plant Bioactive Compounds through a Biomarker-Strategy Design di Alfonsina La Mantia, Irina Naletova, Marianna F. Tomasello, Rosaria Acquaviva, Giuseppe A. Malfa, Simone Bianchi, Claudia Di Giacomo and Barbara Tomasello

Galleria mellonella and Tenebrio molitor: ethical powerhouses revolutionizing microbial research and innate immunity studies di Daria Nicolosi, Maria Di Naro, Roberto Di Marco

DSFS Division of Medicinal Chemistry: many faces, one goal di Sebastiano Intagliata, Emanuele Amata, Salvatore Guccione, Maria N. Modica, Lorella Pasquinucci, Valeria Pittalà, Milena Rizzo, Giuseppe Romeo, Simone Ronsisvalle, Loredana Salerno, Angelo Spadaro, Agostino Marrazzo

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Photochemical synthesis of emissive and photothermal gold-nanoclusters: effect of electron-rich ligand on optical properties di Ester Butera, Regina Maria Chiechio, Valèrie Marchi, Salvatore Petralia

Organic Chemistry at DSFS – From Environment to Health di Giuseppe Floresta, Vincenzo Patamia, Chiara Zagni, Erika Saccullo, Elisabetta Tomarchio, Rosamaria Lombardo, Venerando Pistarà, Antonio Rescifina

Green synthesis of gold nanoparticles for photothermia di Benjamin Clépoint, Marta Maria Natile, Aurore Fraix

Fighting Cancer with Light: Innovative Photopharmaceutical Approaches di Cristina Parisi, Francesca Laneri, Salvatore Sortino

DNA polymerase: example of target identification and drug discovery in Alzheimer’s disease di Sara Merlo, Matteo Pappalardo, Margherita Grasso, Rosa Santangelo, Annamaria Fidilio, Salvatore Oddo, Antonella Caccamo, Filippo Caraci, Silvia Tagliapietra, Alessandro Barge, Arianna Binello, Giancarlo Cravotto, Salvatore Guccione, Agata Copani.

Drug Nanocrystals: an emerging carrier-free nanotechnology platform for poorly water soluble drugs di Angela Bonaccorso, Cinzia Cimino, Claudia Carbone, Teresa Musumeci, Rosario Pignatello.

A new approach for cattle dietary supplementation di Debora Santonocito, Claudia Giannetto, Giuseppe Piccione, Francesca Di Gaudio, Vincenza Cannella, Maria Luisa Scatassa, Isabella Mancuso, Rosario Pignatello, Carmelo Puglia.

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Self-Nanoemulsifying Drug Delivery Systems (SNEDDS) as versatile nanoplatforms in pharmaceutical development di Elide Zingale, Angela Bonaccorso, Claudia Carbone, Teresa Musumeci, Rosario Pignatello.

Alcune ricercatrici del Dsfs

Alcune ricercatrici del Dsfs

I centri di ricerca, gli spin-off e i servizi del Dsfs

Il PharmaDay – organizzato con il patrocinio dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Catania e di Confindustria Catania –  ha permesso di far conoscere maggiormente le diverse competenze e opportunità che la ricerca del Dsfs offre, anche attraverso i Centri di ricerca e gli spin-off attivi, sia nel settore farmaceutico, sia anche in quello ampio, e sempre più promettente, dei prodotti salutistici, settori caratterizzati da un accentuato dinamismo e da una marcata componente innovativa e nei quali diversi docenti svolgono anche attività di tutorato per tesi sperimentali e di dottorato.

I centri di ricerca del Dsfs sono CERNUT (Centro Interdipartimentale di Ricerca in Nutraceutica e dei Prodotti Salutistici coordinato dal prof. Luca Vanella), IMPRonTE (Centro di Ricerca Centro di ricerca per l’imaging molecolare, preclinico e traslazionale coordinato dal prof. Massimo Gulisano) e NANOMED (Centro di Ricerca in Nanomedicina e Nanotecnologia Farmaceutica coordinato dalla prof.ssa Claudia Carbone).

In merito agli spin-off e ai servizi del Dsfs sono stati illustrati DG Biotech, NACTURE, la Piattaforma Uiss(per la simulazione in silico di trattamenti e vaccini, con applicazioni in ambito oncologico, infettivologico e autoimmune. Integrazione della simulazione computazionale nei processi di sviluppo farmaceutico e decisioni regolatorie) e il Laboratorio di Olfattometria Dinamica.



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