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Digitalizzazione del costruito: tecnologie e trend per progettare e gestire in chiave smart | Articoli


Lo scorso anno pubblicavo (…su Ingenio…) un’analisi dettagliata sulle 6 tecnologie definite “game changer” per il settore delle costruzioni. Quel lavoro tracciava i contorni di una trasformazione digitale profonda e ormai irreversibile, offrendo una mappa delle innovazioni che stavano già ridisegnando i processi, gli strumenti e i modelli organizzativi dell’intero comparto AECO (Architecture, Engineering, Construction & Operation).

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A distanza di meno di dodici mesi, possiamo affermare con chiarezza che la traiettoria evolutiva non solo è proseguita, ma ha accelerato ulteriormente, arricchendosi di nuovi vettori tecnologici, scenari applicativi inediti e sfide sempre più complesse.

La digitalizzazione del settore delle costruzioni si trova oggi in una fase di piena maturazione, ma anche di espansione in ambiti fino a ieri marginali o inesplorati. Le tecnologie che avevamo individuato nel 2024 come elementi di discontinuità – dall’Intelligenza Artificiale al Digital Twin fino al Life Cycle Assessment – non solo si sono consolidate, ma stanno ora generando un vero e proprio cambio di paradigma, evolvendo da strumenti specialistici a infrastrutture digitali trasversali, capaci di coinvolgere l’intera filiera.

Parallelamente, si sono affermati nuovi fronti tecnologici e normativi: la definizione degli Smart Readiness Indicator, l’integrazione sistemica tra dati, la Cyber-Security e la futura comparsa dei Digital Product Passport. Siamo di fronte a uno scenario in cui la convergenza tra tecnologie intelligenti, criteri ESG e processi collaborativi sta riscrivendo le regole dell’intero ecosistema edilizio, ridefinendo ruoli, responsabilità e modelli di valore.

In Harpaceas siamo da sempre in prima linea nell’interpretare e anticipare i trend del settore. Voglio quindi proporre questo aggiornamento, una riflessione concreta e strutturata sui principali temi che guideranno la digitalizzazione dell’ambiente costruito nei prossimi anni.

 

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Intelligenza Artificiale: sicurezza, automazione e nuovi paradigmi decisionali

La sicurezza nei cantieri è una risposta concreta alle sfide più urgenti e complesse che il settore delle costruzioni si trova ad affrontare. Nonostante i progressi normativi e tecnologici, i numeri restano allarmanti. Secondo i dati pubblicati da INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro), nel 2024 sono stati denunciati 414.853 infortuni sul lavoro, di cui oltre 1.077 con esito mortale (48 in più rispetto ai 1.029 del 2023. Il settore delle costruzioni continua a rientrare tra quelli con l’indice di frequenza e gravità più elevato. In oltre un decennio il numero complessivo di incidenti mortali è diminuito, ma il trend resta preoccupante, soprattutto nei contesti operativi più complessi, come i grandi cantieri infrastrutturali e le opere in altezza.

In questo scenario, la digitalizzazione può e deve giocare un ruolo determinante. L’adozione dell’Intelligenza Artificiale (IA)
consente oggi di passare da un approccio reattivo a un modello di sorveglianza predittiva e prevenzione attiva del rischio. Attraverso tecnologie di computer vision, machine learning e data analytics, è possibile integrare e analizzare in tempo reale i dati provenienti da sensori IoT, telecamere smart, piattaforme BIM (Building Information Modeling) e ambienti CDE (Common Data Environment). Il risultato è un sistema di controllo continuo, capace di identificare comportamenti anomali, prevedere situazioni potenzialmente pericolose e attivare sistemi di allarme automatici per proteggere persone e asset.

Una delle soluzioni tecnologiche più avanzate in questo ambito è Koone Construction, sviluppata da Binoocle, una tech company italiana focalizzata sull’intelligenza artificiale applicata al mondo delle costruzioni. Harpaceas è partner strategico di Binoocle, insieme all’incubatore di Startup Nana Bianca, con cui condivide una visione sulla digitalizzazione sicura e intelligente del cantiere. In Italia, Harpaceas distribuisce in esclusiva Koone Construction, portando sul mercato una piattaforma unica nel suo genere.

Koone Construction è un sistema intelligente che utilizza telecamere HD e modelli AI per l’analisi comportamentale in cantiere. È progettato per monitorare automaticamente la distanza uomo-macchina, rilevare accessi non autorizzati in zone a rischio, analizzare pattern di comportamento ripetitivo tramite deep learning, generare alert automatici in caso di condizioni pericolose e fornire reportistica analitica e dashboard in tempo reale basate su cloud. La piattaforma è integrata su infrastruttura AWS (Amazon Web Services) e utilizza algoritmi ottimizzati per il riconoscimento visivo in ambienti dinamici. Tutte le immagini vengono elaborate in modalità privacy by design, senza conservazione dei volti, nel rispetto del GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) e dei requisiti stabiliti dal nuovo AI Act europeo. L’adozione di Koone consente non solo di ridurre il numero di incidenti, ma anche di documentare in modo oggettivo e tracciabile il rispetto delle misure di sicurezza previste dal D.Lgs. 81/08.

È proprio su questo fronte che si inserisce il Cyber Resilience Act, un regolamento europeo adottato nel 2023 dal Parlamento e dal Consiglio dell’Unione Europea, con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza dei prodotti digitali connessi. Il regolamento si applica a tutti i dispositivi e software connessi a Internet e introduce obblighi di valutazione del rischio, gestione delle vulnerabilità, trasparenza degli aggiornamenti e tracciabilità dei dati. Le aziende operanti nel settore AEC devono adeguarsi a queste prescrizioni, garantendo che i propri sistemi digitali siano resilienti, aggiornati e protetti da minacce informatiche.

In un contesto dove i dati diventano risorsa critica, la sicurezza informatica non può essere disgiunta da una riflessione più ampia sul concetto di digital ethics: l’insieme di principi che guidano l’utilizzo corretto, equo e responsabile delle tecnologie emergenti. Anche nel cantiere, ogni algoritmo, ogni sensore e ogni dashboard devono essere pensati e sviluppati con una logica trasparente, accessibile e rispettosa dei diritti di tutte le persone coinvolte.

 

Intelligenza Artificiale: sicurezza, automazione e nuovi paradigmi decisionali (© Harpaceas)

 

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Digital Twin: dal monitoraggio predittivo alla rigenerazione urbana

Il Digital Twin rappresenta oggi una delle tecnologie più avanzate e strategiche per la digitalizzazione del settore delle costruzioni. Evoluzione naturale del modello BIM, il gemello digitale è una replica virtuale e dinamica di un asset fisico, alimentata da dati in tempo reale provenienti da una varietà di fonti: sensori IoT, modelli 3D, GIS, sistemi energetici, ambientali e infrastrutturali. Il suo scopo è quello di simulare, monitorare e ottimizzare l’intero ciclo di vita dell’opera, consentendo una gestione predittiva e integrata, non solo dell’edificio ma dell’intero contesto territoriale.

Nel contesto della rigenerazione urbana, il Digital Twin si configura come uno strumento fondamentale per la pianificazione e gestione delle trasformazioni urbane in chiave sostenibile e digitale. Il progetto DIGITALIS, sviluppato da un partenariato nazionale comprendente Harpaceas insieme ad altri partner tecnici e istituzionali, rappresenta uno dei casi applicativi più innovativi in Italia. L’iniziativa, che ha ottenuto un finanziamento pubblico per la copertura di una parte dei costi, si concentra sull’utilizzo dei Digital Twin per il monitoraggio intelligente e l’efficientamento di edifici in contesti metropolitani. DIGITALIS integra modelli BIM e piattaforme di sensoristica ambientale per generare un ecosistema informativo interoperabile, conforme agli standard europei. I beneficiari principali del progetto sono gli enti pubblici, i tecnici comunali coinvolti nella gestione del patrimonio edilizio, gli energy manager e i facility manager che devono garantire la sostenibilità, l’efficienza e la sicurezza degli edifici nel lungo periodo.

Altro esempio rilevante è rappresentato da Tokbo, azienda italiana specializzata nello sviluppo di tecnologie digitali per il monitoraggio predittivo delle infrastrutture. Tokbo ha stretto una partnership strategica con Harpaceas per lo sviluppo e la diffusione di soluzioni di Digital Twin e intelligenza artificiale nel settore AECO. L’accordo si fonda sull’integrazione tra le competenze digitali di Harpaceas e l’esperienza di Tokbo nella raccolta e analisi dei dati provenienti da sensori multi-sorgente. L’obiettivo dell’accordo è fornire strumenti in grado di supportare la manutenzione predittiva e la valutazione in tempo reale dello stato di salute di opere come edifici, ponti, viadotti, gallerie e infrastrutture in generale.

Le soluzioni Tokbo consentono l’aggregazione di dati da sensori accelerometrici, vibrazionali, termici e strutturali, che vengono elaborati attraverso modelli predittivi integrati nel gemello digitale. I Digital Twin così generati permettono di simulare scenari di degrado, identificare anomalie strutturali e pianificare interventi manutentivi tempestivi, riducendo i costi di gestione e aumentando la sicurezza dell’infrastruttura.

In questo contesto, la sensoristica gioca un ruolo sempre più centrale. L’adozione di sensori intelligenti rappresenta uno degli elementi abilitanti della digitalizzazione dell’ambiente costruito. Nel settore delle costruzioni, la sensoristica permette il passaggio da una gestione reattiva a una gestione predittiva, abilitando l’acquisizione continua di dati sul comportamento strutturale, sull’efficienza energetica, sul comfort ambientale e sull’uso degli spazi. Questi dati, se integrati in un modello Digital Twin, possono essere elaborati in tempo reale per supportare decisioni più informate, ridurre i rischi e migliorare le prestazioni complessive dell’edificio o dell’infrastruttura.

A livello normativo, uno degli strumenti che valorizza l’impiego della sensoristica è lo Smart Readiness Indicator (SRI), introdotto dalla Direttiva Europea EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) e aggiornato nel 2024. Lo SRI misura il livello di intelligenza di un edificio, ovvero la sua capacità di adattarsi ai bisogni degli utenti, interagire con la rete energetica e migliorare le proprie prestazioni attraverso l’uso di tecnologie smart. Il punteggio SRI si basa su tre dimensioni principali: l’efficienza energetica, il comfort e il benessere degli occupanti, e la flessibilità nell’uso dell’energia.

Il Digital Twin rappresenta il fulcro per la valutazione e il miglioramento dell’SRI. Attraverso l’integrazione con sistemi di smart metering, impianti HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning)
intelligenti, tecnologie di automazione e controllo, il gemello digitale diventa un cruscotto avanzato per il monitoraggio, la simulazione e l’ottimizzazione del comportamento dell’edificio in tempo reale. In prospettiva, la correlazione tra sensoristica, Digital Twin e SRI diventerà sempre più stretta, definendo nuovi standard per la qualità, la sostenibilità e la resilienza degli ambienti costruiti.

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Digital Twin per il monitoraggio predittivo.
Digital Twin per il monitoraggio predittivo. (© Harpaceas)

 

Cyber-security: una nuova frontiera per le costruzioni smart

Con il termine cyber-security si fa riferimento all’insieme di tecnologie, processi e pratiche progettate per proteggere reti, dispositivi, programmi e dati da attacchi, danni o accessi non autorizzati. In un mondo sempre più interconnesso e dipendente dalla tecnologia, la sicurezza informatica non è più un’opzione, ma una necessità strutturale. La protezione delle informazioni digitali è diventata un elemento imprescindibile per garantire la continuità operativa, la conformità normativa e la fiducia degli stakeholder.

Nel settore delle costruzioni, la cyber-security assume oggi una rilevanza strategica crescente. La trasformazione digitale del comparto AECO ha portato all’adozione massiva di tecnologie come il BIM, i Digital Twin, i CDE (Common Data Environment), i software gestionali cloud-based e l’IoT applicato ai cantieri. Tutti questi strumenti generano, trasmettono e archiviano una grande quantità di dati sensibili: dai modelli progettuali alle anagrafiche degli utenti, dalle informazioni sui materiali a quelle sulle prestazioni energetiche.

Questa mole di dati rappresenta un valore enorme, ma anche una superficie d’attacco potenzialmente vulnerabile. I vantaggi della digitalizzazione – accessibilità, automazione, collaborazione in tempo reale – si portano dietro anche svantaggi intrinseci: esposizione a malware, ransomware, data breach, phishing, sabotaggi digitali e interruzioni di servizio. Un attacco informatico su un’infrastruttura BIM o su una piattaforma di gestione di un Digital Twin può bloccare interi progetti, compromettere dati critici, causare perdite economiche e danni reputazionali.

A essere coinvolti in prima linea da questa sfida sono diversi attori del mercato: le Pubbliche Amministrazioni, che gestiscono gare, appalti e infrastrutture critiche; le grandi imprese di costruzioni e ingegneria, che operano su progetti complessi e con elevato grado di digitalizzazione; i fornitori software, che devono garantire piattaforme resilienti e aggiornate; gli enti gestori e concessionari di reti energetiche e infrastrutturali, esposti a rischi sistemici in caso di violazioni. Con l’attuazione del Cyber Resilience Act e della direttiva NIS2, questi soggetti sono chiamati ad adeguare le proprie infrastrutture tecnologiche, implementare misure di sicurezza, effettuare audit periodici e definire piani di gestione del rischio informatico.

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Il tema della cyber-security non si esaurisce nella sola difesa tecnologica. A fianco delle misure tecniche emerge con forza il concetto di Digital Ethics. Si tratta dell’insieme dei principi etici che guidano l’utilizzo delle tecnologie digitali, con particolare attenzione a temi come la trasparenza, l’equità, la tutela dei diritti individuali e la responsabilità nelle decisioni automatizzate. In un settore come quello delle costruzioni – che impatta direttamente su sicurezza, ambiente e qualità della vita – il rispetto dell’etica digitale diventa imprescindibile.

Ad esempio, l’impiego di algoritmi di intelligenza artificiale per il controllo dei cantieri deve garantire l’anonimato dei lavoratori, evitare discriminazioni, assicurare la correttezza dei dati utilizzati. La raccolta e l’analisi di informazioni tramite Digital Twin deve rispettare i criteri di minimizzazione dei dati e di tracciabilità degli accessi. Le piattaforme CDE devono offrire garanzie sul trattamento dei dati personali e sull’uso conforme alle normative.

Per il settore AECO, digital ethics rappresenta un nuovo framework di riferimento per orientare l’innovazione in modo sostenibile e responsabile, affinché ogni progresso tecnologico sia anche un passo avanti verso un’”edilizia” più sicura, giusta e affidabile.

 

Cyber-security: una nuova frontiera per le costruzioni smart
Cyber-security: una nuova frontiera per le costruzioni smart (© Harpaceas)

  

Sostenibilità: dalla PdR 172 al Life Cycle Assessment

Il tema della sostenibilità è oggi centrale nel dibattito internazionale, configurandosi come uno degli assi portanti della transizione ecologica e digitale. La sostenibilità non è un concetto astratto, ma una strategia concreta che agisce su tre dimensioni fondamentali: economica, sociale e ambientale.

Sotto il profilo economico, sostenibilità significa garantire la competitività e la resilienza dei modelli di business nel lungo periodo, ad esempio riducendo sprechi, ottimizzando l’uso delle risorse e investendo in innovazione. Dal punto di vista sociale, implica la promozione del benessere delle persone, la sicurezza dei lavoratori e la creazione di comunità inclusive. Infine, sul piano ambientale, si traduce nella riduzione dell’impatto delle attività umane sugli ecosistemi, attraverso la decarbonizzazione, la gestione efficiente dell’energia e dei materiali e la valorizzazione dell’economia circolare.

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In questo quadro, Harpaceas si pone come attore proattivo. La pubblicazione, per il terzo anno consecutivo, del proprio Report di Sostenibilità – realizzato in forma volontaria – testimonia l’impegno dell’azienda nel perseguire obiettivi concreti e misurabili lungo tutta la catena del valore. Il documento rendiconta le performance ambientali, sociali e di governance di Harpaceas, con un focus sulla digitalizzazione sostenibile, la formazione continua, la parità di genere, il benessere organizzativo e la qualità delle soluzioni offerte. Harpaceas non si limita ad aderire agli standard ESG, ma si propone come promotore attivo della sostenibilità nei mercati in cui opera: edilizia, infrastrutture, pubblica amministrazione, università e ricerca.

Un esempio concreto di questo approccio è rappresentato dalla Prassi di Riferimento n. 172 sul Cantiere Sostenibile, sviluppata da AIS – Associazione Infrastrutture Sostenibili e da UNI – Ente Italiano di Normazione, con il contributo tecnico di Harpaceas. La PdR nasce con l’obiettivo di definire requisiti e indicatori operativi per qualificare le attività di cantiere secondo criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Si tratta di uno strumento volontario, destinato alle imprese, ai progettisti, alle stazioni appaltanti e agli organismi di certificazione, che consente di valutare la conformità e il miglioramento continuo delle prassi di cantiere. Harpaceas ha contribuito alla stesura dei contenuti con il proprio know-how tecnologico, proponendo metodologie digitali per la misurazione e la rendicontazione degli impatti generati in fase esecutiva, anche attraverso l’uso di piattaforme e modelli informativi.

Per valutare l’impatto ambientale delle scelte progettuali, è indispensabile ricorrere al Life Cycle Assessment (LCA), ovvero l’analisi del ciclo di vita di un prodotto, servizio o sistema edilizio. L’LCA consente di quantificare in modo oggettivo e scientifico gli impatti ambientali associati a tutte le fasi del ciclo di vita: estrazione delle materie prime, produzione, trasporto, utilizzo, manutenzione e smaltimento finale. Questo approccio è fondamentale per progettare edifici e infrastrutture realmente sostenibili, selezionare materiali a basso impatto, rispettare i CAM (Criteri Ambientali Minimi) e accedere alle certificazioni ambientali come LEED, BREEAM e DGNB.

 

Sostenibilità e Life Cycle Assessment
Sostenibilità e Life Cycle Assessment (© Harpaceas)

 

Uno degli strumenti più avanzati per eseguire valutazioni LCA nel settore delle costruzioni è One Click LCA, di cui Harpaceas è rivenditore unico in Italia. Il software è rivolto a progettisti, società di ingegneria e architettura, imprese di costruzione, produttori di materiali e stazioni appaltanti. La piattaforma consente di calcolare automaticamente l’impronta ambientale di edifici, materiali, componenti e sistemi tecnici, integrandosi nativamente con i principali software BIM. One Click LCA supporta l’importazione di modelli IFC e Revit, e permette di generare report LCA dettagliati, confrontare scenari progettuali, simulare alternative a basso impatto e verificare la conformità ai CAM e ad altri standard ambientali.

Ciò che rende One Click LCA unico sul mercato è la sua banca dati ambientale integrata, una delle più estese al mondo, che include EPD (Environmental Product Declaration), dati generici e informazioni sui materiali provenienti da oltre 60 paesi. Inoltre, il sistema offre funzionalità avanzate per il Life Cycle Costing, l’analisi del carbonio incorporato, il benchmarking tra progetti e la generazione automatica della documentazione necessaria per le certificazioni ambientali. Grazie a un’interfaccia intuitiva e a flussi di lavoro personalizzabili, il software consente di democratizzare l’accesso alla valutazione ambientale, rendendola operativa anche per utenti non specialisti.

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Harpaceas, attraverso la rivendita e il supporto tecnico su One Click LCA, promuove una progettazione basata sui dati, consapevole e orientata alla sostenibilità, contribuendo a rendere misurabili e migliorabili le performance ambientali del costruito lungo tutto il suo ciclo di vita.

 

Digital Product Passport: l’identità digitale dei materiali

La crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale, l’economia circolare e la trasparenza nella filiera delle costruzioni ha spinto l’Unione Europea a intraprendere un percorso di trasformazione radicale del modo in cui i materiali da costruzione vengono documentati, tracciati e valutati. In questo contesto, la digitalizzazione dei prodotti per l’edilizia rappresenta una delle sfide e opportunità più importanti per l’intero comparto AEC.

Attualmente, il settore delle costruzioni soffre di una frammentazione informativa significativa: le dichiarazioni di prestazione (DoP), le certificazioni ambientali (EPD), i dati tecnici e i documenti di conformità sono spesso dispersi, eterogenei, non aggiornati e difficilmente interoperabili tra i diversi attori della filiera. Questo limita la possibilità di effettuare valutazioni comparabili tra prodotti, ostacola il procurement sostenibile e rende complessa l’implementazione di strategie di economia circolare.

Per superare queste criticità, l’Unione Europea ha in previsione (2027), nell’ambito del nuovo Regolamento CPR, l’utilizzo di uno strumento chiamato Digital Product Passport (DPP). Il DPP è una scheda digitale strutturata, standardizzata e interoperabile che accompagna ogni prodotto da costruzione lungo l’intero ciclo di vita, dalla produzione all’installazione, dalla manutenzione al fine vita. All’interno del DPP sono contenute informazioni fondamentali sulla composizione del prodotto, le sue prestazioni meccaniche, termiche e ambientali, le dichiarazioni di conformità alle normative europee, le modalità di posa, utilizzo e smaltimento.

L’introduzione dei DPP avrà ricadute profonde su tutti gli attori del mercato AECO. Per i produttori, significa la possibilità di valorizzare le caratteristiche tecniche e ambientali dei propri prodotti in modo trasparente e comparabile, rispondendo alle richieste sempre più stringenti del mercato e della normativa. Per i progettisti e i BIM manager, consente di accedere a dati verificati e standardizzati da integrare direttamente nei modelli informativi. Per le imprese di costruzione, agevola la selezione di materiali conformi ai CAM e alle specifiche di progetto. Per le Pubbliche Amministrazioni, rappresenta uno strumento chiave per il procurement sostenibile e il monitoraggio degli appalti. Infine, per i gestori e manutentori, consente una gestione tracciata e consapevole delle componenti edilizie.

 

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Digital Product Passport: l’identità digitale dei materiali
Digital Product Passport: l’identità digitale dei materiali (© Harpaceas)

 

In Italia le difficoltà maggiori riguardano la mancanza di standard condivisi a livello nazionale, la scarsa interoperabilità tra software e la resistenza culturale al cambiamento. In questo scenario, si inserisce il ruolo pionieristico di Harpaceas, che distribuisce in esclusiva per l’Italia coBuilder, una delle piattaforme più avanzate a livello europeo “Digital Product Passport ready”.

coBuilder è una società norvegese con una lunga esperienza nella digitalizzazione dei dati di prodotto nel settore delle costruzioni. La sua piattaforma, adottata in oltre 20 paesi europei, si fonda sull’uso dei Data Template, strutture dati standardizzate che permettono di descrivere in modo univoco, completo e interoperabile ogni caratteristica tecnica o prestazionale di un prodotto da costruzione. In Italia, Harpaceas è partner esclusivo per la distribuzione, l’integrazione e la formazione all’uso della piattaforma.

coBuilder si articola in quattro moduli principali. Define è il modulo che consente di creare i Data Template partendo da standard internazionali come CEN, ISO e dalle specifiche tecniche europee. Supply è rivolto ai produttori, che possono strutturare e aggiornare i propri dati in modo coerente e automatizzato. Link permette alle imprese e ai progettisti di associare i requisiti informativi di commessa ai prodotti selezionati, garantendo coerenza tra progetto e fornitura. Infine, Collaborate è il modulo dedicato allo scambio dati tra stakeholder, facilitando il coordinamento e il controllo di qualità lungo la catena di fornitura.

Le funzionalità distintive di coBuilder risiedono nella sua capacità di garantire interoperabilità semantica, conformità normativa, tracciabilità dei dati e integrazione con i principali strumenti BIM. Grazie alla sua architettura flessibile e aperta, coBuilder si rivolge a un ampio spettro di utenti: dai produttori di materiali alle grandi imprese generali, dai progettisti ai gestori patrimoniali, fino alle stazioni appaltanti pubbliche e private.

L’obiettivo finale è costruire una filiera delle costruzioni digitale, trasparente e sostenibile, dove ogni prodotto sia accompagnato da un’identità digitale unica, verificabile e riutilizzabile. Un’evoluzione necessaria per affrontare le sfide ambientali, normative e operative che attendono il settore AEC nei prossimi anni

 

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE
ESPR e Digital Product Passport: nuove regole per la sostenibilità dei prodotti nel Green Deal Europeo
A giugno 2024 è entrato in vigore il Regolamento sulla Progettazione ecocompatibile dei Prodotti Sostenibili (ESPR – Ecodesign for Sustainable Products Regulation), parte delle iniziative del Green Deal Europeo che mirano a trasformare le politiche comunitarie su clima, energia, trasporti e fiscalità, con l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra. Esaminiamo nel dettaglio il contenuto del regolamento e, in particolare, il concetto di Digital Product Passport.

  

Anticipare il futuro è possibile

La trasformazione digitale del settore AECO (Architecture, Engineering, Construction & Operation) non è più una prospettiva da osservare con curiosità, ma una condizione strutturale con cui il mercato deve oggi confrontarsi in modo diretto, consapevole e strategico. La digitalizzazione non si limita più all’adozione di singoli strumenti, ma investe l’intero modo di progettare, costruire, gestire e rigenerare il costruito. In questo scenario, le tecnologie emergenti rappresentano leve fondamentali di competitività, sostenibilità e innovazione.

Essere competitivi oggi significa disporre di strumenti in grado di aumentare l’efficienza, ridurre i tempi e i costi, migliorare la qualità dell’opera e garantire il controllo dei processi.

L’Intelligenza Artificiale consente di automatizzare operazioni ripetitive, di supportare le decisioni complesse e di anticipare scenari di rischio. I Digital Twin permettono di simulare e monitorare il comportamento reale degli edifici e delle infrastrutture, aprendo nuovi orizzonti per la manutenzione predittiva e la gestione intelligente degli asset. La cybersecurity diventa il presupposto per proteggere dati, know-how e continuità operativa in ambienti digitalizzati. Il Life Cycle Assessment e i Digital Product Passport, infine, sono strumenti essenziali per misurare, documentare e migliorare le prestazioni ambientali dei prodotti e dei progetti.

Ma la trasformazione digitale è anche e soprattutto una leva di sostenibilità. Perché consente di progettare edifici più efficienti, di monitorare in tempo reale i consumi energetici, di selezionare materiali con minor impatto ambientale e di garantire la trasparenza lungo tutta la filiera. È un percorso che risponde agli obiettivi europei di decarbonizzazione, economia circolare e transizione ecologica, ma anche alle aspettative dei cittadini, delle comunità e dei mercati.

E infine, è una leva di innovazione continua. Perché stimola la ricerca, favorisce la contaminazione tra discipline, valorizza i dati come risorsa strategica e genera nuove competenze professionali. È un cambio di paradigma che riguarda tanto le grandi opere quanto i piccoli interventi, tanto i cantieri quanto gli uffici tecnici, tanto le pubbliche amministrazioni quanto i professionisti.

In questo contesto in piena evoluzione, Harpaceas si conferma, ancora una volta, un passo avanti. Non solo come fornitore di soluzioni tecnologiche, ma come partner strategico e culturale dell’intera filiera AEC.

Lo dimostra il BIMSummit, il convegno organizzato da Harpaceas fin dal 2013, da sempre con l’obiettivo di anticipare le principali evoluzioni del mercato, condividere le esperienze più avanzate, analizzare i trend emergenti e offrire uno spazio di confronto tra professionisti, istituzioni, imprese e università. Un evento che, edizione dopo edizione, ha contribuito a costruire una vera e propria comunità del digitale per le costruzioni in Italia.

Ma soprattutto, un’iniziativa che rende visibile come la trasformazione digitale non sia solo un fattore tecnico, ma una forza capace di generare impatti concreti sulla società. Le nuove tecnologie non trasformano soltanto i processi, ma ridisegnano le dinamiche occupazionali, creano nuove professionalità e favoriscono l’inclusione di competenze trasversali. Incidono sul territorio, perché rendono possibile una rigenerazione urbana più consapevole, intelligente e sostenibile. E aprono la strada a un’economia delle costruzioni più equa, resiliente e orientata al bene comune. In questo scenario, innovare non significa solo progredire: significa assumersi la responsabilità di guidare un cambiamento che migliora la qualità della vita delle persone e delle comunità.



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