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la sfida per garantire la sopravvivenza delle imprese italiane nel 2025


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Nel contesto attuale dell’energia in italia, il dialogo tra imprese e governo si fa urgente per trovare soluzioni concrete al caro bollette e al sostegno agli investimenti. Il confronto riguarda principalmente il costo dell’energia e le strategie per mantenere attive quelle realtà produttive fondamentali per l’economia nazionale. orsini, figura di riferimento nel settore, evidenzia i punti chiave di questa situazione delicata.

Rapporto tra produttori e consumatori di energia: nessun conflitto ma necessità di collaborazione

Secondo orsini, tra chi produce energia e chi la consuma non esistono conflitti veri e propri. L’esigenza principale emerge come un invito alla collaborazione per evitare il fallimento delle imprese energivore. Il richiamo è chiaro: se le aziende che utilizzano grandi quantità di energia dovessero chiudere i battenti, il sistema avrebbe a sua volta difficoltà a mantenere un’offerta stabile nel lungo periodo.

Le imprese da un lato richiedono tariffe accessibili, dall’altro il comparto produttivo ha bisogno di investimenti per garantire continuità e qualità nella fornitura. L’intesa tra le due componenti appare indispensabile per salvaguardare il tessuto produttivo italiano, evitando così di perdere capacità industriale essenziale per l’intera filiera economica.

Collaborazione quotidiana tra imprese e governo

orsini sottolinea il rapporto di lavoro quotidiano con il governo, puntando a un dialogo pragmatico. L’interlocuzione si basa sulla trasmissione delle esigenze reali delle imprese senza scivolare in questioni politiche. La priorità resta portare le istanze di chi produce valore al centro delle decisioni istituzionali, creando un confronto fattivo.

Proposte per abbassare il costo dell’energia e sostenere le imprese energivore

Tra le richieste avanzate dalle imprese spiccano alcune misure specifiche per ridurre il peso del caro energia. Prima tra tutte la separazione del prezzo dell’energia da quello del gas sulle fonti rinnovabili, specialmente quelle verso la fine del loro ciclo di vita. Questa mossa potrebbe evitare che il costo della produzione verde sia influenzato eccessivamente dalle oscillazioni del gas, rendendo la bolletta più sostenibile.

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Un’altra proposta riguarda la definizione di una quota di energia idroelettrica da destinare a prezzi calmierati per le industrie, un meccanismo che aiuterebbe a stabilizzare le spese di quelle aziende più energivore. Infine, si prefigura la realizzazione di contratti a lungo termine integrati dal Gestore dei Servizi Energetici . Questi contratti puntano a fissare un prezzo intorno ai 65 euro al megawattora, molto inferiore ai 99 euro registrati ad aprile, offrendo un supporto significativo alle imprese impegnate a restare competitive.

Il ruolo degli investimenti e del piano industriale

Nonostante la limitata capacità finanziaria dello Stato, emergono due direttrici fondamentali: la necessità di un piano industriale dedicato e un sostegno concreto agli investimenti. Questi elementi devono andare di pari passo con un contenimento ragionato dei costi energetici, così da garantire la sopravvivenza delle aziende mentre si affrontano le trasformazioni del settore energetico nazionale.

Le azioni indicate, se messe in pratica, potrebbero contenere il rincaro dell’energia e allo stesso tempo stimolare investimenti nell’industria produttiva, evitando che l’impatto economico del caro bollette si traduca in una crisi sistemica del tessuto produttivo italiano.





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