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decolla la banca policentrica. Via libera dei soci al primo bilancio post fusione con la Patavina chiuso con un utile di 80,3 milioni


VENEZIA – Bcc Veneta, via libera al primo bilancio post fusione con la Patavina con un utile netto di 80,34 milioni (4,1% in più rispetto all’anno precedente), raccolta e impieghi in aumento, patrimonio netto a oltre 570 milioni (ai vertici italiani) e soci arrivati quasi a quota 31mila, un migliaio quelli presenti in assemblea ieri in fiera a Vicenza.
«La sfida di creare una banca policentrica legata ai territori possiamo dire che è stata vinta – commenta Flavio Piva, presidente di Bcc Veneta -. Oggi rappresentiamo una realtà solida sia a livello regionale, sia all’interno del gruppo bancario Iccrea. E questo emerge non solo dagli ottimi risultati di bilancio, ma anche dalla capacità di valorizzare i nostri territori e le nostre comunità. Nonostante le dimensioni siano aumentate sotto tutti i profili (volumi, soci e clienti, collaboratori, filiali), la banca è riuscita a restare vicina ai soci e alle persone, soprattutto in un momento in cui l’economia del territori sperimenta una fase di rallentamento e gli investimenti sono stati spesso rinviati da famiglie e imprese in attesa di segnali chiarificatori a livello internazionale. La nostra macchina però procede speditamente. Ora vogliamo potenziare le aree territoriali di Verona, Vicenza e Padova, dando sempre più potere e autonomia di decisione alle filiali locali per poter dare risposte veloci ai nostri soci e ai nostri clienti, anche sulla parte no profit».

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NUOVA FONDAZIONE

Piva guarda al futuro con ottimismo: «Ci sono ottimi presupposti di sviluppo. Ed entro fine anno andremo a realizzare la Fondazione della banca che attuerà progetti in campo sociale, sulle fragilità: in un’epoca di transizione tecnologica, del lavoro ed energetica, molte persone rischiano di finire in difficoltà e c’è bisogno del nostro supporto». Sul versante delle imprese il primo impegno è favorire «il passaggio generazionale. Tante aziende stanno passando di mano a fondi e noi invece vogliamo costruire una continuità e tenere la testa e l’operatività di queste aziende nei nostri territori, aiutando anche le aggregazioni, soprattutto sul versante industriale». Consolidata la presenza sul territorio – gli sportelli sono 94 tra le province di Verona, Vicenza, Padova, Venezia, Treviso, Rovigo, Trento e Mantova – continuano le assunzioni per 740 addetti totali. «Oggi per l’economia veneta le Bcc rappresentano oltre il 15% del credito erogato – sottolinea Piva – e più di un terzo viene destinato in quei settori in cui siamo più vocati: agricoltura, artigianato, microimpresa, turismo. Tutto ciò che raccogliamo nei nostri territori qui viene reimpiegato».

PATRIMONIO DA PRIMATO

Bcc Veneta ha 160mila clienti, 10,27 miliardi di masse amministrate e un Total Capital Ratio che supera il 25%: è la seconda Bcc a livello italiano per patrimonio (netto a 571,27 milioni), terza per sportelli, la quarta per masse amministrate. In crescita la raccolta diretta, che si attesta a 4,3 miliardi, mentre l’indiretta arriva a 2,9 miliardi con la quota di risparmio gestito che tocca 1,95 miliardi. Impieghi in controtendenza rispetto al sistema bancario: gli affidamenti raggiungono i 3,07 miliardi (+ 4,2%). Ottimi i risultati raggiunti anche sui livelli di copertura sulle sofferenze (oltre il 95%).
 





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