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Landini (Cgil) a Telenord: “Con il referendum possiamo riprenderci i diritti”


Maurizio Landini, segretario generale Cgil, ospite di Telenord , fa il punto sulla campagna referendaria dei cinque quesiti incentrati su lavoro e cittadinanza.

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Obiettivo della campagna referendaria – “Siamo nel pieno della campagna elettorale per il referendum. Il nostro obiettivo esplicito è raggiungere il quorum, che vuol dire portare a votare 25 milioni almeno di persone in Italia.”

Invito al voto e obiettivi del referendum – “Invito tutti ad andare a votare. Vogliamo parlare soprattutto con quelli che a votare non ci vanno più da tempo, perché il referendum permette ai cittadini di votare per sé, per portare a casa dei diritti, per migliorare delle leggi sbagliate. Non è un voto per questo o quel partito, per questo o quel governo: è innanzitutto un voto per migliorare i tuoi diritti, la centralità del lavoro e per dire basta alla precarietà, per dire basta alle morti sul lavoro e per riconoscere diritti e cittadinanza a chi tiene in piedi questo Paese.”

Critica alla flessibilità come leva per la crescita – “Adesso è sotto gli occhi di tutti. Questa teoria che la flessibilità avrebbe fatto crescere il nostro Paese, che avrebbe portato nuovi investimenti è fallita. credo sia sotto gli occhi di tutti se uno onestamente vuol fare un bilancio degli ultimi 25 anni. Il risultato è che abbiamo i giovani che addirittura se ne vanno via dal nostro Paese.”

Effetti della precarietà sui giovani e sulla società – “Quando tu hai 100mila giovani ogni anno, laureati e diplomati, molti dei quali anziché rimanere nel nostro Paese se ne vanno via, io credo che questo dovrebbe farci riflettere. Stiamo perdendo intelligenze, non stiamo dando un futuro. Ci sono persone di trent’anni che ti raccontano che sono sette, otto anni che hanno contratti a termine. Gli scade a fine dicembre e non sanno cosa succede. Come fa una persona a programmare la vita? È chiaro che questo ingenera insicurezza, paura, competizione e indebolisce anche il nostro sistema produttivo e di qualità. Quindi noi dovremmo pensare che il punto vero non è la precarietà, ma investire nella stabilità del lavoro, nella formazione del lavoro, nell’intelligenza del lavoro.”

Sfruttamento e salari bassi: un modello da cambiare – “Purtroppo non solo il lavoro è più precario, ma anche quando lavori sei povero perché i salari non sono cresciuti. [In Italia si continua a morire sul lavoro. Questo modello di flessibilità e precarietà che il mercato da solo risolve tutto ha fermato un modo di fare impresa che non solo sfrutta, ma che uccide.”

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Responsabilità d’impresa e necessità di cambiare sistema – “Non lo dico solo per i lavoratori, ma anche per quelli che seriamente vogliono fare gli imprenditori. Ci sono per fortuna tantissimi imprenditori che investono seriamente. Ma quando il sistema favorisce i banditi invece di chi lavora seriamente, è chiaro che bisogna cambiare il sistema. Uno dei quesiti dei nostri referendum è proprio quello di dire che chi decide di appaltare deve rimanere responsabile. Le grandi imprese che appaltano lavoro devono rimanere responsabili della qualità e della sicurezza del lavoro.”

 

Indipendenza del sindacato e giudizio sulle leggi – “Questa è la dimostrazione dell’indipendenza e dell’autonomia del sindacato. Noi non giudichiamo le leggi dal colore di chi le fa. Giudichiamo che le leggi contro il lavoro, che hanno precarizzato, vanno cancellate. Quella politica ha messo al centro la speculazione finanziaria e lo sfruttamento delle persone.”

 

Primo confronto con il governo Meloni – “È la prima volta da quando c’è questo governo che alla fine hanno accettato, almeno sulla carta, di avviare un confronto sui temi che noi gli abbiamo posto.”

Referendum come risposta concreta – “Ricordiamo che c’è un referendum. I nostri referendum servono proprio a cambiare questa situazione.  Basta andare a votare l’8 e il 9 giugno per migliorare i diritti.”

Sulla produzione industriale e la crisi dell’occupazione – “Sono più di venti mesi che la produzione industriale nel nostro Paese cala. […] Nei settori industriali siamo in crisi, come dimostra quanto sta succedendo nell’automotive e nell’acciaio.”

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Critica alla mancata politica industriale – “C’è un dato di Mediobanca: dal 2019 a oggi, l’80% dei profitti fatti dalle imprese non è stato reinvestito ma distribuito agli azionisti, che hanno fatto speculazione finanziaria. Il problema è che qui mancano politiche industriali vere.”

Sullo stato del settore automotive – “Se parliamo di Stellantis, gli azionisti non hanno mai ridotto i loro dividendi. È lo stipendio che è diminuito e la cassa integrazione che è aumentata. Siamo al rischio di un collasso del settore, che riguarderà anche tutta la componentistica.”

Sfruttare il saper fare italiano – “Se c’è una cosa che ci viene riconosciuta è la creatività, il saper fare. Qui c’è bisogno davvero di politiche industriali per utilizzare quella competenza.”

Situazione dell’Ilva: fallimento di 15 anni di gestione – “Sono 15 anni che si parla dell’Ilva e siamo ancora al punto di partenza.  Serve un intervento diretto dello Stato nella gestione. Va pensato come sistema. Oggi siamo in alto mare. Non sappiamo qual è il progetto. Non si possono fare discussioni a pezzi, senza un piano generale.”

Il ruolo del pubblico nell’industria – “Bisogna cambiare questo gioco. Il pubblico deve essere non solo chi copre le perdite, ma anche un soggetto in grado di garantire uno sviluppo industriale.”

 

L’acciaio è strategico per il Paese – “Un Paese industriale senza acciaio non riesco a vederlo. Così come senza una politica energetica. Il governo deve avere il coraggio di guidare queste scelte.”

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Sulle elezioni a Genova e la partecipazione – “È importante che la gente torni a votare, sia per il referendum che per le amministrative. Noi chiediamo ai cittadini di votare in base ai programmi.”

 

Risultati sindacali a Genova – “Alle elezioni RSU il sindacato Cgil è tornato a essere il più votato.  È significativo anche che sia aumentata dell’8% la partecipazione al voto.”

Sui neofascismi e l’aggressione falsa – “Noi abbiamo sospeso cautelativamente la persona coinvolta e vogliamo che le indagini vadano fino in fondo. Allo stesso tempo, ci sono manifestazioni che richiamano esplicitamente fascismo e nazismo e che sono contro la Costituzione. Il presidente della Repubblica, qui a Genova il 25 aprile, ha detto chiaramente che la democrazia va difesa praticandola. Ha invitato tutti a combattere l’astensionismo.”

Sul nuovo Papa Leone XIV – “Il fatto che in 10 minuti abbia parlato tre volte di pace, di disarmo, del richiamo alla sofferenza dei più deboli, lo trovo molto importante.  Se ha scelto il nome di Leone XIV richiamandosi a Leone XIII, allora parla anche a chi come noi si batte per il lavoro, per la pace e per la giustizia sociale. Don Gallo diceva che il mondo non si divide tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti. E io credo che il pensiero debba tornare a dirigere il mondo.”

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