I conti di Mediobanca sopra le stime. E il manager boccia l’Ops di Mps: «Avremo un profilo di banca commerciale di medie dimensioni, sensibile al contesto economico». Ancora forte lo sconto in Borsa
«Con oltre il 50% dei ricavi nel Wealth Management ed oltre 210 miliardi di masse della clientela, Mediobanca diventerà un protagonista della gestione del risparmio, punto di riferimento nel panorama finanziario italiano ed europeo». Per presentare i conti dei nove mesi, il ceo Alberto Nagel parte dal progetto di aggregare Mediobanca con Banca Generali attraverso un’offerta pubblica di scambio, il piano appena presentato per diventare un player nella gestione del risparmio. Lo «porteremo per l’approvazione da parte degli azionisti all’assemblea del 16 Giugno – ha aggiunto – completando il percorso di trasformazione del gruppo in operatore diversificato, focalizzato su business ad elevata crescita e basso assorbimento di capitale, eccellente per creazione di valore per gli stakeholder». Vale a dire per azionisti privati come Caltagirone e Delfin, ma anche per Edizione dei Benetton, e naturalmente per tutto il mercato che per Mediobanca vale circa il 35% del capitale.
L’ops rivale del Monte dei Paschi
Lo sguardo è rivolto anche al Monte dei Paschi che ha a sua volta lanciato un’Ops su Piazzetta Cuccia. «Riguardo all’ops lanciata da Mps – scrive la banca – si rileva che «per contro l’offerta di Mps su Mediobanca presenta numerosi fattori di rischio». In particolare «la realtà aggregata avrebbe un profilo di banca commerciale di medie dimensioni indifferenziata, ad elevato assorbimento di capitale, altamente sensibile al contesto macroeconomico, senza rafforzamento in alcuno dei segmenti di attività e rimanendo immutati i rischi insiti nel bilancio di MPS. Inoltre c’è un’assenza di track record manageriale di Mps nel wealth management e nel corporate investment banking. In un contesto di derioramento del clima economico e di discesa dei tassi una banca specializzata avrà performance migliori di una banca commerciale.
Quasi 3 miliardi di ricavi
Nei primi 9 mesi dell’esercizio Mediobanca registrato 2.767,9 milioni di ricavi e 993,2 milioni di utile entrambi in rialzo del 5%, sopra il consenso degli analisti che parlavano 961 milioni. Il contributo della quota del 13,1% in Generali sull’utile è pari a 350 milioni, in linea rispetto allo scorso anno.
La banca distribuirà un acconto sul dividendo di 0,56 euro per azione con stacco il 19 maggio e saldo a novembre, per un acconto sul dividendo pari a 455 milioni. Per l’intero esercizio il gruppo stima una crescita dell’ utile per azione del 6/8%; una remunerazione degli azionisti che vedrà il completamento del piano di buyback in corso (385 milioni già attuato per il 71%), un pay out del 70% (acconto di dividendo a maggio 2025 e saldo a novembre 2025) e ulteriori decisioni sui buyback che verranno comunicate entro la fine dell’esercizio. La banca continu a generare capitale come indica il rapporto Cet1al 15,6%.
Il margine di interesse
Resiste il margine di interesse a 1,492 miliardi, ai livelli di un anno fa, grazie al contributo dei maggiori volumi di impiego di Compass nel credito al consumo (+910 milioni). La banca registra il forte aumento delle commissioni, salite a a 819,4 milioni (+24,1%), spinte dal wealth management (413 milioni, + 13,7%) e dall’attività di corporate e investment banking (340 milioni, +51%), una conferma, secondo Nagel, che il modello a basso assorbimento di capitale funziona.
La ricchezza
Il wealth management, che cresce a tassi superiori a quelli del sistema, resta prioritario. Le masse totali sono salite di 12 miliardi a 108 miliardi con una raccolta netta di 7,2 miliardi, con il 70% destinata al risparmio gestito. Si sono rafforzate ancora le strutture distributive con117 nuovi ingress di professionisti della consulenza nei nove mesi. Il Private and investment bancking ha raccolto un miliardo da operazioni straordinarie svolte dai clienti imprenditori. Tutti cardini della costruzione del nuovo progetto con Banca Generali.
«Con Mps nascerebbe una banca indifferenziata»
Poi, le considerazioni che Mediobanca fa sull’Ops del Monte dei Paschi: «La realtà aggregata avrebbe un profilo di banca commerciale di medie dimensioni indifferenziata (utili aggregati: 63% da retail e da Pmi, 14% da WM, 12% da CIB), ad elevato assorbimento di capitale, altamente sensibile al contesto macroeconomico, senza rafforzamento in alcuno dei segmenti di attività e rimanendo immutati i rischi insiti nel bilancio di Mps». Il suo modello di capitale è più intenso, più dipendenza dal ciclo economico, tipico delle banche commercali. «L’integrazione di due realtà 20 miliardi di valore in Borsa. «Se Mps prenderà Mediobanca più generali si prenderà un rischio da 20 miliardi, cifra che nasce dall’aggregazione in Borsa delle capitalizzazioni di Mediobanca e Banca Generali, fatte da talenti», ha detto Nagel. «Le operazioni che generano valore sono quelle tra pari perché hanno affinità forti e sinergie – ha aggiunto il ceo – ma nel caso di Mps ci sono dissinergie evidendi, anche culturali. Il 70% dipendera da wealth management e Cib, settori dove posizionamento e talenti diventano chiave distintiva. L’Ops di Mps metterebbe a rischio l’operazione».
I vantaggi dell’unione con Banca Generali
«L’operazione farebbe crescere Assicurazioni Generali con un partner industriale più forte e a Banca Generali consente di diventare più grande, ha aggiunto Nagel. All’assemblea del 16 gugno che dovrà dare il via libera dell’Ops su Banca Generali «i nostri azionisti avranno due opzioni e che portano a valutazioni diverse: potranno investire in un leader italiano ed europeo oppure fare parte di un gruppo commerciale di medie dimensioni. Un investitore dovrebbe avere chiaro il profilo di banca che si vuole creare».
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