Per mantenere alta la competitività del settore ortofrutticolo nazionale, che vanta un valore aggregato di 12,2 miliardi di euro tra fresco e trasformato (e si conferma prima voce dell’export agroalimentare italiano), è fondamentale costruire una consapevolezza diffusa ed una cultura comune tra aziende e lavoratori sul valore degli investimenti in formazione, partendo dalle innovazioni “in campo” per la produzione per arrivare a quelle della commercializzazione e del marketing.
Questo l’obiettivo che Foragri ed EBAN si sono posti con il convegno tenutosi a Macfrut 2025 «Il valore della formazione: quale impatto per la competitività delle imprese ortofrutticole». Nell’aprire la mattinata, il presidente di Foragri Vincenzo Conso ha sottolineato come «la formazione non sia un costo, ma un vero e proprio investimento strategico per la crescita e l’innovazione delle imprese agricole. Far conoscere agli imprenditori e ai lavoratori le opportunità offerte da Foragri significa rafforzare la competitività dell’intero comparto ortofrutticolo».
Formazione: vantaggi sicuri ma difficili da valutare
Focus dell’evento sono stati i risultati di una ricerca svolta dallo Spin off dell’Università Cattolica VSafe e presentata dal suo presidente, l’economista agrario Gabriele Canali: «le risposte delle aziende intervistate evidenziano chiaramente la difficoltà nel quantificare i benefici della formazione, che dipende dalla scarsa propensione a monitorarne formalmente i risultati, ma allo stesso tempo fanno emergere che la percezione della sua importanza è molto elevata. Le aziende lamentano inoltre la difficoltà nell’assicurare continuità nella formazione per i lavoratori stagionali e nel calibrare i corsi, anche dal punto di vista pratico, sui loro bisogni specifici. Di conseguenza – ha sottolineato Canali – serve una formazione strategica che nasca dall’analisi dei reali fabbisogni formativi e offra corsi mirati con la possibilità di valutarne i risultati».
«Le filiere ortofrutticole si differenziano per il numero e la tipologia di attori che vi partecipano, basta pensare alle differenze tra le coltivazioni in pieno campo e quelle in serra, fino alle nuove frontiere dell’idroponica – ha detto Mario Schiano Lo Moriello, economista dell’Ismea. Le innovazioni di prodotto e di processo sono all’ordine del giorno, per cui maggiore è l’investimento delle imprese in formazione e maggiore sarà l’incremento del valore aggiunto creato».
L’esperienza dell’impresa
Particolarmente significative sono state le testimonianze “dal campo” di Alice Naldi, imprenditrice agricola della soc. agr. Corte Roma e di Riccardo Ferretti, responsabile commerciale di Agridelta, che hanno offerto uno spaccato concreto su come la formazione abbia migliorato l’organizzazione aziendale, la sicurezza sul lavoro e la gestione dell’innovazione. Nello specifico è stata raccontata un’esperienza di reintegrazione di un lavoratore vittima di caporalato.
Le attività formative, mirate alla professionalizzazione e motivazione, hanno, per esempio, migliorato le sue capacità linguistiche o insegnato a leggere il cedolino dello stipendio. Esperienze che confermano l’efficacia dei progetti finanziati da Foragri nel trasformare le buone pratiche in risultati tangibili.
Il messaggio delle parti sociali
Silvia Guaraldi, segretaria nazionale della Flai Cgil, ha evidenziato l’importanza di «costruire una cultura della formazione continua anche nelle filiere agricole, dove ogni competenza acquisita ha un impatto diretto sull’efficienza e sulla qualità del lavoro».
Anche Danilo De Lellis, responsabile relazioni sindacali CIA, ha ribadito il valore della formazione finanziata: «attraverso strumenti come Foragri è possibile sostenere concretamente lo sviluppo professionale dei lavoratori, contribuendo allo stesso tempo alla resilienza delle imprese».
In conclusione dell’evento il presidente Conso ha rinnovato l’invito a tutte le imprese ortofrutticole ad approfondire le opportunità offerte dal fondo interprofessionale: «aderire a Foragri significa accedere a risorse concrete per sviluppare piani formativi su misura, capaci di generare valore economico e occupazionale».
Lorenzo Andreotti
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