Oltre un miliardo di euro tra fondi ordinari del ministero, risorse del Pnrr, Fondo sviluppo Coesione, finanziamenti europei e della Regione (compresi i bandi annuali di quest’ultima per sostenere le imprese e i lavoratori del settore, cinema e spettacolo in testa). La cultura in Campania è un nutrito elenco di opere e cantieri, restauri e nuove offerte museali, pressoché tutti garantiti dalla mano pubblica e molti in fase di realizzazione o già conclusi. Più di mille interventi programmati e finanziati, alcuni dei quali di forte impatto anche internazionale, come nel caso del Real Albergo de Poveri di Palazzo Fuga a Napoli, destinato a diventare una volta restaurato la più grande infrastruttura culturale d’Europa (oltre 233 milioni stanziati, il tetto più alto della spesa complessiva). Investimenti pubblici, come detto, considerata la modesta, quasi irrilevante partecipazione del capitale privato, ma cresciuti significativamente negli ultimi anni con il riconoscimento della peculiarità dei beni culturali campani. Non solo Pompei o i grandi siti Unesco, dal centro storico di Napoli alla Reggia di Caserta: basta scorrere, ad esempio, gli elenchi dei cantieri finanziati dall’allora ministro Gennaro Sangiuliano per comprendere come il rilancio e l’ulteriore valorizzazione dei beni culturali siano stati previsti su gran parte del territorio regionale in un’ottica che al valore in sé dei singoli interventi abbinasse anche prospettive di attrattività degli stessi in chiave socioeconomica e, appunto, turistica.
Con l’attuale Governo, in particolare, sono stati stanziati 800 milioni attraverso i fondi ordinari del ministero, nei quali sono compresi anche quelli del Pnrr e del PON cultura, mentre altri 212 milioni provengono dal Fondo sviluppo e coesione, gli ultimi ad essere deliberati dal Cipess circa un anno fa. «Soldi erogati per cantieri in corso, interventi da realizzare e opere concluse, impiegati con efficacia ed efficienza” ebbe modo di sottolineare l’ex ministro. Circa 250 milioni di euro sono destinati a oltre 380 interventi programmati e in corso per la tutela e valorizzazione di musei, parchi archeologici, archivi di Stato, biblioteche e monumenti (Capodimonte, il Mann, il Complesso dei Girolamini, la Badia di Cava dei Tirreni, la Reggia di Caserta, l’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli, gli scavi di Cuma, Ercolano e Pompei). Altri 400 milioni di fondi Pnrr, pari a circa il 10% delle risorse complessive di competenza del Mic, sostengono oltre mille tra interventi e soggetti beneficiari (tra i quali il parco archeologico di Paestum e Velia, il museo archeologico dei Campi Flegrei nel castello di Baia, la Biblioteca Nazionale di Napoli, il Maschio Angioino, diversi cinema e teatri del territorio per migliorarne l’efficienza energetica). Ci sono poi 130 milioni di euro per il recupero del Real Albergo dei Poveri, e quasi 40 milioni di euro di contributi erogati annualmente a favore di organismi dello spettacolo dal vivo, mentre oltre 16 milioni sostengono le realtà campane dell’industria cinematografica.
Una miriade di progetti, insomma, in parte già portati a termine, come nel caso della rigenerazione del Parco della Floridiana a Napoli, o dell’inaugurazione del Museo Caruso, a Palazzo Reale a Napoli. Ma l’intera mappa delle risorse per i beni culturali in Campania segnala cantieri ovunque, sia che si parli dei cantieri dell’ex stabilimento Cirio a Paestum, dov’è previsto il nuovo Museo del Santuario di Santa Venera (20 milioni), del restauro di villa Favorita a Ercolano (32 milioni finanziati dai fondi Pnrr assegnati al ministero più altri 12 milioni targati Agenzia del Demanio e Pon cultura per il ciclo di programmazione 2014-20); sia che ci si soffermi su progetti non necessariamente legati a restauri o a nuovi spazi museali, come a proposito della realizzazione di un teatro con spazi multimediali per i Giovani a Caivano nell’ambito delle iniziative di rigenerazione urbana e sociale volute dal Governo per la comunità locale.
Va inoltre sottolineato che per alcuni di questi progetti, come per l’ex Albergo dei Poveri, Capodimonte, Pompei, Paestum (e il real sito di Carditello), sono state stanziate nella delibera Cipess dello scorso anno (212 milioni per 18 interventi) ulteriori risorse in grado di garantire la conclusione dei cantieri. In quest’ultimo elenco ci sono anche gli interventi per l’Area archeologica urbana di Carminiello ai Mannesi (1 milione); Archeolab Stella polare (5milioni, intervento cofinanziato con altri 4 milioni); la Crypta Neapolitana (3 milioni), la Chiesa di Santa Maria Donnaregina Vecchia (10 milioni), Villa Damecuta ad Anacapri (1 milione), il Parco archeologico naturalistico di Longola (3 milioni); il Museo egizio di Benevento (2 milioni, più altrettanti cofinanziati). E infine, l’Anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere nel Casertano (2 milioni), il Teatro romano di Teano (un milione), la Certosa di Padula (4 milioni).
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