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Lavoro e sicurezza, Meloni apre al confronto coi sindacati e “stupisce” anche Landini. Incontro fiume a Palazzo Chigi


Un incontro di oltre quattro ore a palazzo Chigi tra il governo e i sindacati su salute e sicurezza sul lavoro: tutti d’accordo per mettere il tema in cima alla lista delle priorità dell’Italia, per l’allargamento di risorse e per interventi più incisivi. Ma, soprattutto, tutti d’accordo sulla necessità di una vera alleanza tra istituzioni, sindacati e associazioni datoriali.

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La politica, certo, “non ha tutte le risposte”, ribadisce la premier Giorgia Meloni al tavolo, ma “sono convinta che dal confronto e dal dialogo con i corpi intermedi della società – come sono appunto le organizzazioni sindacali – possano emergere le soluzioni migliori ai problemi che dobbiamo affrontare”. Questa, quindi, la ragione della convocazione: “Unire gli sforzi, anche e soprattutto per radicare nella nostra nazione una solida cultura della sicurezza sul lavoro che sia capace di prevenire le troppe tragedie che continuano a ripetersi, spesso con le stesse dinamiche e le stesse cause”. Tragedie che, come ha ricordato il presidente Mattarella, non possono tollerare ‘né indifferenza né rassegnazione’. “Non dobbiamo arrenderci a questa ‘normalità’ – ha sottolineato la premier -, perché non c’è niente di normale nel morire sul posto di lavoro”.

Meloni tiene a ribadire che la sicurezza sul lavoro è stata da sempre una priorità del governo come dimostrato, elenca, dall’introduzione della cosiddetta ‘patente a crediti’ obbligatoria per imprese e lavoratori autonomi che intendano operare nell`ambito dei cantieri edili, l`assunzione di 1600 ispettori del lavoro, le sanzioni amministrative e penali reintroducendo il reato di somministrazione illecita di lavoro, nonché “tanti altri provvedimenti in materia e a contrasto di reati orribili come lo sfruttamento del lavoro e il caporalato”.

Per fronteggiare questo dramma pressoché quotidiano, dunque, il governo ha reperito insieme con l’Inail altri 650 milioni di euro. Risorse che, ha precisato la premier, insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Isi Inail 2024 portano ad un ammontare di un miliardo e 200 milioni per realizzare interventi concreti a tutela dei lavoratori e dei datori di lavoro. “Un segno della nostra determinazione sul tema”, che prevedono il finanziamento di una serie di altre misure allo studio “e che vogliamo discutere insieme” alle parti “in questa sede, ma anche nei tavoli tecnici successivi che potranno essere avviati con i ministeri competenti. E ovviamente siamo qui anche per ascoltare le proposte che arrivano”.

È il dialogo, dunque, a sostanziare il senso di questa alleanza: “Siamo qui per ascoltare le vostre proposte, perché io penso che questa sia una di quelle materie che coinvolgono tutti e sulla quale bisogna riuscire a lavorare nel merito delle proposte, senza pregiudizi, non ho alcun tipo di pregiudizio sulle proposte che arriveranno”.

La presidente del Consiglio ha anticipato alcune misure, a partire dall`ambito formativo per lavoratori e datori attraverso finanziamenti Inail ai fondi interprofessionali. “Una formazione che va ad aggiungersi a quella obbligatoria e riguarda i settori ad alta incidenza infortunistica. In generale, per migliorare gli interventi formativi, intendiamo creare un elenco nazionale dei soggetti formatori, a garanzia delle competenze di chi la effettua”.

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Parallelamente il governo vuole “valorizzare il ruolo di tutte quelle figure come Rls, Rspp, Aspp che sui posti di lavoro sono deputate a gestire la sicurezza nei luoghi di lavoro – ha proseguito la premier -. Vogliamo continuare a premiare le imprese che investono in prevenzione, potenziando per esempio il meccanismo del cosiddetto bonus-malus relativo al calcolo dei premi Inail. Stiamo studiando le modalità che ci consentono di rivedere il bonus per l’andamento infortunistico favorevole, agendo sulla variazione delle aliquote Inail vigenti, con l’obiettivo di incentivare ancora le aziende ad adottare comportamenti virtuosi per la prevenzione del rischio infortunistico. E’ un capitolo che crediamo debba riguardare anche il settore agricolo, con una revisione delle tariffe attuali, ormai superate, e una riduzione aggiuntiva dei premi per le imprese che aderiscono alla rete agricola di qualità e che adottano delle misure di prevenzione specifiche”.

Il governo, poi, si sarebbe reso disponibile a proporre un aggiornamento delle regole nella catena dei subappalti con l`obiettivo di rafforzare i controlli e le responsabilità con particolare riguardo alla sicurezza dei lavoratori.

Dai sindacati soddisfazione per l’esito. Da parte della segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, la giornata odierna segna “una bella pagina di relazioni con il governo e con le altre parti”, fermo restando che “bisogna mettersi a lavorare sui contenuti”.

“La cosa più importante – ha aggiunto – credo che sia quella annunciata dalla presidente Meloni, ovvero una strategia nazionale con la necessità di tenere insieme tutti i soggetti che se ne devono occupare.” Una strategia che proposta a più riprese dal sindacato di via Po: “quella del patto e della responsabilità con al primo punto la salute e la sicurezza. E poi una strategia di lungo periodo, non una cosa che si esaurisce con questo incontro ma un percorso da avviare su salute e sicurezza per poi continuare su altri obiettivi che noi abbiamo anche indicato: i salari, la produttività, le competenze, la formazione”.

Quanto alla disponibilità del governo a proporre un aggiornamento delle regole nella catena dei subappalti, Fumarola la giudica come “un’apertura importante, perché rivedere quelle norme significa anche agire sul piano della salute e della sicurezza”.

Sorpreso, più che soddisfatto, il leader della Cgil, Maurizio Landini: “Devo dire che per la prima volta, rispetto ad altre, abbiamo trovato una disponibilità, almeno sulla carta, ad affrontare questi temi e c’è stato l’impegno ad avviare un confronto nei prossimi giorni, al ministero del Lavoro, ma con la regia della presidenza del consiglio e il coinvolgimento anche di altri ministeri”. Ma, precisa, “oltre a una disponibilità sui titoli, bisogna capire cosa concretamente si farà. Abbiamo già avanzato con precisione quello che per noi è importante, cosa ci aspettiamo da questi incontri e quello che secondo noi va cambiato”.

Quanto ai 650 milioni aggiuntivi alle risorse già disponibili, Landini ha sottolineato la necessità di ulteriori stanziamenti e riporta la rassicurazione del ministro Tommaso Foti, che “ci ha informato di come il governo stia lavorando per andare anche a una revisione del piano nazionale di ripresa e come anche lì si possono trovare risorse, visto che è in corso una possibile revisione”. Per questo “abbiamo chiesto su questo di avere un incontro specifico, perché siamo molto preoccupati, in realtà non si stanno spendendo i soldi previsti, c’è un ritardo e quindi questa è un’occasione che il nostro Paese non può perdere”.

Secondo il numero uno della Cgil le risorse “non devono andare solo nella direzione di incentivare e ridurre i costi per le imprese, ma che ci siano una serie di interventi che riguardano anche la formazione sia dei lavoratori, in particolare dei rappresentanti per la sicurezza, che a livello aziendale. Istituire davvero e rendere praticabile che nei siti produttivi, laddove ci sono tante imprese che lavorano in appalto e in subappalto, la figura del rappresentante alla sicurezza diventi una cosa concreta, che abbia delle risorse, che faccia la formazione, che abbia l’agibilità, cosa che oggi è solo sulla carta. La legge lo prevede, ma non è mai possibile attivarla”.

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Complessivamente, Landini ammette che l’incontro è stato “una cosa diversa da quello che è avvenuto fino ad ora”, intestandosi anche una parte di merito, perché “penso sia anche grazie a quello che abbiamo fatto noi”. Sulla bontà delle risposte, poi “è tutto da vedere. Per quello che ci riguarda vogliamo delle risposte concrete” e che da questi confronti vengano fuori soluzioni e accordi. “E se non è così siamo pronti a mettere in campo tutto ciò che è necessario”.

Una soddisfazione particolare è riservata al tema dei subappalti, sul quale “il governo ha accettato la richiesta” della Cgil. “Abbiamo chiesto in modo esplicito di cancellare il subappalto a cascata, riportare la responsabilità al committente, così come dice il referendum che stiamo sostenendo, perché pensiamo che sia sotto gli occhi di tutti che la maggioranza delle morti sul lavoro riguarda lavoratori precari; avviene in piccole imprese e avviene in imprese che sono in subappalto”.

Allo stesso tempo “abbiamo avanzato la necessità di rivedere anche il sistema della patente a crediti – ha aggiunto – abbiamo chiesto che questa venga estesa a tutte le attività e abbiamo chiesto che si possa andare ad una verifica perché consideriamo che così come è stata fatta finora non è esattamente quello che serve. E abbiamo anche chiesto di estendere l’indice di congruità, poi che queste cose vengano estese anche ad altre attività a partire dall’agricoltura. E abbiamo posto il problema del caporalato, del superamento della legge Bossi-Fini e di come naturalmente questi temi vadano affrontati e abbiamo infine posto anche il tema che riguarda il sostegno a chi rimane infortunato. Lo dico perché stiamo parlando di più di 500mila infortuni e in molti casi parliamo di infortuni gravi”.

Anche per il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, l’incontro è “andato bene perché sono state accolte due nostre richieste”. La prima, spiega, “era quella di istituire un tavolo alla presidenza del consiglio che coinvolgesse tutti i ministri sul tema della sicurezza e delle morti sul lavoro”; la seconda, “era quella di utilizzare i residui del bilancio Inail per destinarli alla sicurezza”. Ora, però, “bisogna entrare nel merito” e “capire come verranno utilizzati i fondi dell’Inail,. Mi pare che la scelta sia quella premiare le aziende che investono in sicurezza”.

Elettra Raffaela Melucci



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