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«un’Europa senza cuore non può esistere»


Presidente Comitato europeo delle Regioni: «un’Europa senza cuore non può esistere».

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«L’Europa non è fatta solo di razionalità. Un’Europa senza cuore, senza valori non può esistere». Lo ha detto la presidente del Comitato europeo delle Regioni, Kata Tüttő, intervenuta, nella mattinata di mercoledì 7 maggio, nell’aula del Consiglio regionale dove è in svolgimento la sessione europea del Consiglio Valle.

L’intervento

Durante la sua visita in Valle d’Aosta Tüttő ha sottolineato: «noi abbiamo un dovere: fare emergere dal caos qualcosa di bello e solido. E’ la nostra responsabilità. A volte bisogna innalzarsi per vedere da una prospettiva diversa, per avere una visione panoramica. Ci sono tanti modi per arrivare in vetta ma ciascuno deve trovare il proprio percorso. Nell’unità europea bisogna lasciare che siano le comunità locali a trovare il proprio percorso».

Ha aggiunto in aula: «Il percorso per il futuro non è chiaro, c’è tanta nebbia. Bisogna lavorare nella stessa famiglia europea, bisogna tessere un tessuto resistente. Il primo tema è la sicurezza, la difesa. Però se si dedica troppa energia a proteggere i confini si rischia di indebolire la struttura interna. La politica di coesione è ciò che tiene insieme l’Unione europea».

Ha concluso: «La montagna non deve essere solo un luogo di turismo ma un luogo abitato, a questo servono le politiche di coesione. Inoltre dobbiamo occuparci del cambiamento climatico, non è una minaccia astratta, lo vediamo. L’acqua e la resilienza idrica sono alcune delle priorità del mio mandato».

Bertin, condivisione dei valori

In vista della ricorrenza della Festa dell’Europa, il presidente del Consiglio Alberto Bertin ha osservato: «Il 9 maggio di ogni anno ci ricorda l’intuizione formidabile che sta alla base della stessa idea di Unione europea: la condivisione, ad un livello sovrastatale, di valori e principi di pace, libertà, pluralismo, uguaglianza, rispetto dei diritti umani, tutela delle minoranze e solidarietà. Valori e principi che devono riflettersi nelle politiche dell’Europa tutta. Guardare solo agli Stati membri e alle istituzioni europee, però, non basta. È nelle democrazie regionali e locali che si esercitano, in maniera più diretta e concreta, quei diritti che fanno degli europei, nel loro insieme, una comunità capace di condivisione e inclusione delle diversità. È da qui, dalla valorizzazione della prossimità e della partecipazione democratica al livello più vicino ai cittadini, che passa il futuro dell’Europa e della sua Unione».

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L’Europa investa nel Tunnel del Monte Bianco

«Tra le sfide di questi anni vi è quella di poter mantenere vivi i rapporti tra le comunità che abitano al di qua e al di là delle Alpi anche garantendo, attraverso adeguati investimenti, collegamenti internazionali sicuri e stabili, che spesso non sono garantiti perché le infrastrutture viarie costituite dai due tunnel esigono importanti interventi e andrebbero adeguati dal punto di vista strutturale, prevedendo, nel caso del tunnel del Monte Bianco, un raddoppio funzionale ad aumentare la sicurezza e a migliorare l’impatto ambientale, un investimento nel quale anche l’Europa deve investire». Lo ha detto il presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin, intervenendo in aula alla sessione europea.

«Le popolazioni alpine – ha aggiunto – continuano a condividere un’idea comune di futuro. Il futuro della montagna, di una montagna che desidera vivere e svilupparsi nel rispetto dell’ambiente, in una logica di sostenibilità e coesione sociale, è un obiettivo cruciale per noi tutti».



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