Da piccola realtà nata dall’iniziativa di alcuni giovani laureati a punto di riferimento per la transizione digitale e sostenibile delle imprese: è la storia di Mare Group, azienda con sede principale a Pomigliano d’Arco, fondata nel 2001 da un gruppo di ricercatori e laureati in ingegneria dell’Università Federico II di Napoli.
Il primo ambito di attività è stato l’automotive: qui l’impresa ha offerto simulazioni e servizi ingegneristici a grandi case automobilistiche come Stellantis. Nel 2015, da semplice service provider, l’azienda ha compiuto un significativo passo nel settore aerospaziale, supportando i principali player nazionali ed europei nello sviluppo di nuovi programmi. Negli anni successivi, la crescita è proseguita lungo una strategia di acquisizione di dodici aziende, sempre nell’ambito dell’ingegneria, con una forte componente digitale e innovativa. Questo ha permesso di affiancare alla storica attività di ingegneria industriale nuove competenze nell’ingegneria del software e nelle tecnologie emergenti come la realtà estesa, l’intelligenza artificiale e la big data analysis. Risultato: una crescita annuale a doppia cifra sia in termini di fatturato che di utile.
Nel maggio 2024, Mare Group è stata quotata su Euronext Growth Milan, ottenendo a dicembre dello stesso anno un ulteriore aumento di capitale per sostenere l’ulteriore espansione, oggi orientata soprattutto verso i settori dell’aerospazio e della difesa.
Di questi ultimi aspetti ne abbiamo parlato con il Managing Director della società Luigi di Palma.
Eunews: Dottor Di Palma, in quali altri ambiti siete specializzati?
Luigi di Palma: Mare Group, oltre a una consolidata attività nell’industria, opera nel campo dell’ingegneria digitale anche in ambito civile ed ha un approccio basato sulle nostre piattaforme tecnologiche: strumenti che permettono di sviluppare più rapidamente applicazioni per ottimizzare i processi, addestrare il personale e migliorare la difesa e la sicurezza di edifici, aziende e territori.
Un esempio sono le applicazioni per il monitoraggio del territorio, che possono integrarsi con piattaforme aeree, come droni o velivoli pilotati, e satelliti. Lavoriamo anche su sistemi di manutenzione predittiva per infrastrutture critiche come ferrovie e strade. La nostra piattaforma Sypla, ad esempio, monitora lo stato di salute dei binari e prevede le necessità di manutenzione attraverso sensori montati sui treni passeggeri invece che sull’infrastruttura, riducendo i costi e migliorando il servizio. La stessa piattaforma, in verticali diverse, si applica alla manutenzione predittiva degli edifici o all’ottimizzazione dei consumi energetici in campi sempre più ampi.
Anche la nostra piattaforma XR Line, dedicata all’addestramento virtuale, si estende col tempo a nuovi campi di applicazione e si integra con le tecnologie di monitoraggio e i sistemi GIS.
E: Che ruolo può avere l’industria europea nel nuovo piano di Difesa comune?
L.D.P.: Dal nostro osservatorio privilegiato notiamo come molte aziende si stiano orientando rapidamente verso l’innovazione nel settore della difesa, spinte dalla necessità di digitalizzare i processi, aumentare la produttività e sviluppare nuovi prodotti. L’industria – nazionale e internazionale – è fondamentale nello sviluppo di asset navali, terrestri e aerei. Proprio per questo cresce il bisogno di provider tecnologici come Mare Group, che sviluppa innovazione tecnologica con le grandi imprese per poi democratizzarla verso le PMI, mettendo a disposizione strumenti affidabili a costi sostenibili.
E: Le vostre attività richiedono competenze specialistiche. Quanto è importante investire nelle risorse umane? Trovate difficoltà nel reperire figure qualificate in Italia? Avete avviato percorsi di formazione?
L.D.P.: Il nodo principale è rappresentato dalle competenze e dalla competitività degli stipendi. L’Italia, rispetto a Paesi come Germania e Francia, ha grandi talenti, ma non riesce a trattenerli per via dei salari meno allettanti. Anche noi, pur offrendo contratti di ingresso competitivi, soffriamo di questa dinamica. Ne consegue una difficoltà nel far crescere l’organico, che cerchiamo di compensare con un potenziamento tecnologico e la crescita per linee esterne.
E: Il tema delle materie prime è oggi centrale. Qual è la vostra strategia di approvvigionamento? Avete incontrato difficoltà legate alla congiuntura economica e geopolitica?
L.D.P.: Le difficoltà non derivano solo dal conflitto russo-ucraino, ma anche da eventi precedenti, come la pandemia. Da allora, i costi di materiali come alluminio, acciaio e titanio sono aumentati sensibilmente. Questo ha avuto un impatto su alcuni nostri clienti, ma non direttamente sulla nostra azienda, che non ha particolare sensitivity in questo ambito. I governi, però, non possono più ignorare il contesto di mercato e le sue ricadute economiche.
E: È cambiata secondo lei la percezione dell’opinione pubblica rispetto al settore della sicurezza? C’è più consapevolezza?
L.D.P.: Assolutamente sì. Se, fino a qualche mese fa il tema della difesa sembrava meno rilevante, quando non addirittura scomodo, oggi l’atteggiamento è mutato. È diventato chiaro che operare nel settore della difesa significa tutelare i cittadini e il territorio e ci sono moltissime applicazioni civili (Dual Use) di cui beneficiamo tutti. C’è insomma maggiore consapevolezza del fatto che la sicurezza è un valore positivo, irrinunciabile per il benessere collettivo e che bisogna lavorarci in maniera strategica, incentrando le applicazioni su una maggiore autonomia tecnologica dell’Italia e dell’Europa.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link