L’Agcom, in collaborazione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sta sviluppando un filtro anti-spoofing per contrastare le telefonate moleste e le truffe telefoniche.
Nel mirino ci sono, in particolare, le telefonate realizzate tramite il sistema Cli spoofing, tecnica che camuffa il numero reale del chiamante.
Dal Registro delle opposizioni al filtro anti-spoofing
In principio fu il Registro delle opposizioni, strumento colabrodo che fin da subito fece acqua da tutte le parti dal momento che aggirarlo era quantomai semplice, soprattutto da parte degli operatori esteri.
Per questo Agcom e Mimit hanno deciso di ricorrere a un altro metodo, vale a dire l’introduzione obbligatoria, entro sei mesi dall’approvazione della delibera, di un sistema automatico di verifica per gli operatori telefonici italiani. Il sistema prevede tre step di funzionamento:
- la verifica in tempo reale della validità del numero chiamante;
- un controllo finalizzato a capire se l’utente è in roaming internazionale;
- il blocco automatico delle chiamate da numeri non autentici o sospetti.
Secondo i piani, l’Autorità garante delle Comunicazioni doterà gli operatori telefonici di strumenti per verificare in tempo reale il numero chiamante. Il tutto passa attraverso la condivisione dei database. In seguito al passaggio attraverso i tre momenti-filtro, unicamente le chiamate da numeri attivi, i cui utenti risultino effettivamente all’estero, verrebbero inoltrate al destinatario finale. Questo, si spera, dovrebbe tagliare le gambe al telemarketing illegale, aumentando al contempo la credibilità degli operatori telefonici che lavorano rispettando le regole e che spesso finiscono, secondo la percezione del cittadino esasperato, nel calderone delle “chiamate moleste”.
Il cambio di passo prevede il coinvolgimento degli operatori telefonici, delle associazioni dei consumatori e un Tavolo tecnico convocato dal Ministro Alfredo Urso presso il Mimit.
Cos’è lo spoofing
Cli Spoofing sta per calling line identification spoofing o inganno tramite identificazione della linea chiamante.
La truffa funziona così: la chiamata parte dall’estero attraverso internet, utilizzando un software che compone numeri in modo automatico secondo migliaia o milioni di combinazioni giornaliere. Il destinatario della chiamata può anche non aver mai pubblicato il suo numero sul web o può non aver mai firmato alcun contratto recante i suoi dati personali. La chiamata può arrivare perché il suo contatto, banalmente, corrisponde ad uno dei milioni di numeri telefonici chiamati in maniera random. Un ulteriore software, verificando che il numero destinatario è italiano, fa poi partire un messaggio registrato nella nostra lingua. E qui scatta la truffa. Bucare il Registro delle opposizioni, con questa tecnica, è praticamente certo.
Una delle prove che il numero che vediamo non è quello che appare sui nostri display è che se tentiamo di richiamarlo la risposta è sempre la stessa: il numero selezionato non è attivo.
Bloccare telefonate spam con gli attuali sistemi
Attualmente, e in attesa del filtro anti-spoofing, sono essenzialmente cinque le armi (spuntate) in mano ai cittadini che intendano bloccare la proliferazione delle truffe telefoniche (come la famigerata truffa del curriculum ricevuto) e le chiamate moleste dei call center:
- iscrizione al Registro pubblico delle opposizioni;
- utilizzo di app anti-spam come Truecaller, Hiya e altre;
- attivazione delle funzioni anti-spam sullo smartphone;
- prestare attenzione ai consensi contrattuali;
- segnalazione degli abusi all’Autorità garante.
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