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“Entro maggio la firma sull’accordo”


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Mezzo miliardo di euro di nuovi investimenti, livelli occupazionali “garantiti” e all’orizzonte una “svolta” verde e un ruolo di primo piano per la grande fabbrica di viale Brin. Sono gli elementi chiave che dovranno battere la strada che da qui alle prossime settimane dovrebbe portare alla firma dell’accordo di programma per Arvedi-Ast.

“Il polo di Terni rappresenta un tassello fondamentale del piano siderurgico nazionale. Il progetto e gli investimenti annunciati oggi, per oltre 560 milioni e che il Mimit sosterrà con 70 milioni di euro di finanziamenti a fondo perduto, rafforzeranno il ruolo strategico del sito ternano, valorizzando una filiera industriale essenziale per l’autonomia produttiva del nostro Paese e per la transizione tecnologica ed ecologica dell’intero comparto”, dice il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in apertura del tavolo Ast Terni. All’incontro, presieduto dallo stesso Urso, hanno preso parte il presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, i sindacati metalmeccanici e i rappresentanti dell’azienda.

Gli investimenti previsti dal piano “sono pienamente coerenti con l’obiettivo prioritario della decarbonizzazione della produzione nazionale dell’acciaio: un acciaio che sarà per l’80% verde, grazie all’elettrificazione dei processi, all’introduzione di biocarburanti, alla riduzione delle emissioni di Co2 e all’impiego progressivo di idrogeno verde”, ha assicurato Urso.

In quest’ottica, “stiamo accompagnando una trasformazione profonda degli impianti, che prevede nuovi sistemi di riciclo e trattamento delle scorie, un laminatoio a freddo di nuova generazione e un forno innovativo per ridurre il consumo di gas naturale”, ha aggiunto.

Questo percorso porterà Ast ad affermarsi “sempre più come un asset strategico per lo sviluppo industriale del Paese. L’acciaio di Ast troverà utilizzo nei settori ad alta tecnologia e che stanno registrando una forte crescita, come la difesa, l’aerospazio e l’energia”, ha aggiunto ancora Urso. Nello specifico, l’acciaio prodotto a Terni troverà utilizzo anche nella realizzazione di veicoli militari, aeromobili, componenti strategici per il settore energetico e per la costruzione di centrali nucleari.

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“Siamo ormai prossimi alla firma dell’accordo di programma tra il gruppo Arvedi Ast, il Mimit, il Mase e la Regione Umbria, che prevediamo entro il mese di maggio”, ha detto infine il ministro Urso, spiegando che “l’accordo definirà con precisione gli impegni che ciascun attore, pubblico e privato, assumerà per garantire una prospettiva solida e duratura al sito. Lo faremo ascoltando fino in fondo il territorio e i rappresentanti dei lavoratori”.

“Sarà un passaggio cruciale per il rilancio dello stabilimento di Terni – ha concluso Urso – che vogliamo riportare al centro della strategia nazionale sulla siderurgia, in un’ottica di autonomia produttiva, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale”.

Dal canto suo, l’azienda ha ribadito il proprio impegno al mantenimento dei livelli occupazionali, condizione imprescindibile per il proseguimento del confronto e per la consegna dell’accordo. Gli investimenti saranno completati entro il 2028 e saranno destinati all’elettrificazione dei processi e all’aumento dell’efficienza della produzione di acciaio inox, nonché “per assicurare sicurezza e sostenibilità ambientale”.



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