Keystone-SDA
I divari salariali estremi fra chi è ai vertici delle imprese e i comuni lavoratori rappresentano un problema per la stessa democrazia: lo sostiene Solidar Suisse, commentando uno studio diffuso oggi dall’organizzazione internazionale Oxfam.
(Keystone-ATS) La ricerca – che ha considerato a livello globale 1984 aziende (tra cui 60 in Svizzera) con un presidente della direzione che l’anno scorso ha guadagnato almeno 1 milione di dollari – mostra che nello spazio di cinque anni (cioè in relazione al 2019) la retribuzione dei Ceo è aumentata del 50% (al netto dell’inflazione), con una media di 4,3 milioni di dollari, mentre quella dei lavoratori è salita solo dello 0,9%.
Anche nella Confederazione vi è un problema strutturale, secondo Solidar Suisse: persino aziende con fatturati annui inferiori al miliardo di franchi versano buste paga milionarie ai loro vertici. Inoltre solo una delle 60 imprese elvetiche considerate è guidata da una donna e in molte ditte gli uomini guadagnano il 20% più delle loro colleghe femmine, si rammarica l’organizzazione di aiuto allo sviluppo.
“Il divario salariale non è solo un problema di giustizia, è un problema di democrazia”, afferma Susanne Rudolf, esperta presso Solidar Suisse. “Mentre i pochi ai vertici si arricchiscono, molti devono fare i conti con l’aumento del costo della vita. E le donne sono particolarmente colpite”. Quando la ricchezza si concentra nelle mani di pochi, a risentirne non è solo la coesione sociale, ma anche l’accesso equo ai diritti, alle risorse e alla partecipazione politica. La crescente disuguaglianza economica indebolisce la fiducia nelle istituzioni e mette a rischio la stabilità democratica nel lungo periodo.
Insieme a Oxfam, Solidar Suisse chiede un’azione decisa da parte del mondo politico e delle stesse imprese, anche in Svizzera. Concretamente viene ritenuta necessaria una tassazione equa dei grandi patrimoni, di modo da garantire investimenti nell’istruzione, nell’assistenza, nella protezione del clima e nella giustizia sociale. Serve inoltre un limite legale alle differenze salariali, una maggiore trasparenza sui compensi, nonché il rispetto dei dipendenti e dei sindacati. Occorre poi continuare a puntare sulla cooperazione allo sviluppo, un approccio considerato fondamentale per la lotta contro le disuguaglianze estreme.
Solidar Suisse trae le sue origini dal Soccorso Operaio Svizzero (SOS) fondato nel 1936 dall’Unione sindacale svizzera (USS) e dal partito socialista (PS), una delle prime organizzazioni elvetiche a fornire cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario. Dal 2005 il dipartimento estero di SOS è diventato un’organizzazione indipendente che nel 2011 ha assunto il nome di Solidar Suisse. L’associazione, oggi attiva con numerosi progetti in vari continenti, lotta contro le disuguaglianze estreme e per ottenere condizioni di lavoro dignitose, partecipazione democratica e giustizia sociale.
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