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Shopping online, sardi sempre più disinvolti. Ma non è proprio una buona notizia


Bastano pochi click e la spesa è fatta. Niente auto da guidare né tantomeno parcheggio da cercare. Nessun negozio affollato in cui entrare, né commesse insistenti da dribblare. Nessuna sfida per trovare la taglia giusta, il modello giusto o il colore preferito. Niente coda alle casse o pesanti buste da portare per chilometri. Sì, i potenziali vantaggi dello shopping online sono così numerosi che ormai anche i clienti più anziani e tradizionalisti si sono convertiti al web. Nell’Isola per esempio, secondo l’Istat, quasi la metà degli over 14 sardi nell’ultimo anno ha scelto un prodotto su internet, sborsando il dovuto quindi con i più moderni e digitali sistemi di pagamento. Con tanti “pro” e altrettanti “contro”.

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Insidie digitali

«Lo shopping online, anche a causa delle nuove modalità di pagamento presenti oggi sul mercato, rappresenta un pericolo per i consumatori e alimenta il rischio di sovraindebitamento, specie per la fascia più giovane di acquirenti», afferma Assoutenti, commentando i dati diffusi dall’Istat secondo cui nel 2024 quasi un italiano su due, il 46,8% delle persone oltre i 14 anni, ha acquistato sul web beni o servizi per uso privato.

«L’e-commerce, se da un lato offre nuove opportunità a cittadini e imprese, dall’altro rappresenta un rischio per i consumatori», spiega il presidente Gabriele Melluso. «In particolare si assiste ad una fortissima crescita dello strumento del “Buy now pay later” (Bnpl), dove gli utenti acquistano oggi beni o servizi dilazionando i pagamenti nel tempo, metodo di acquisto che lo scorso anno ha registrato in Italia una crescita del +30%, con un boom tra Millennials e Generazione X che rappresentano il 76% chi di utilizza il “Bnpl” in Italia».

I pericoli 

Un sistema che presenta però rischi enormi, «di cui i cittadini sono del tutto inconsapevoli». Si tratta infatti a tutti gli effetti di una forma di credito, «dove la dilazione è concessa al consumatore direttamente dal venditore, senza interessi o oneri, e il credito del venditore viene ceduto a una banca o a un intermediario finanziario. In caso di ritardo dei pagamenti vengono applicate al consumatore penali anche elevate».

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Il timore infatti è che in Italia si ricalchino le stesse cattive abitudini statunitensi, dove l’uso smodato delle carte di credito ha generato un enorme buco finanziario. «Il rischio è soprattutto quello sul fronte del sovraindebitamento: tali sistemi di pagamento spingono gli utenti ad acquisti compulsivi o eccessivi, in assenza della reale percezione del debito che si accumula accettando simili modalità di pagamento dilazionati», denuncia Melluso.

Il futuro

«Proprio per questo a novembre 2025 gli Stati Ue dovranno adottare una nuova direttiva sul credito ai consumatori che entrerà in vigore entro 12 mesi, grazie alla quale il “Buy now pay later” sarà equiparato a un’attività creditizia a tutti gli effetti, con obbligo di verifica della fattibilità circa la richiesta di rateizzazione e rilascio ai consumatori di un’informativa precontrattuale con tutte le informazioni necessarie. Le grandi piattaforme di e-commerce, inoltre, non potranno più offrire soluzioni di pagamento con rateizzazioni che superino i 50 giorni», conclude il presidente di Assoutenti.

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