“Nel fiorentino le aziende entrate in crisi nei primi mesi dell’anno appartengono soprattutto al comparto moda, ma arrivano segnali di difficoltà anche da altri settori. Naturalmente non mancano settori che vanno meglio e imprese che investono, ma il forte calo della produzione industriale a livello nazionale determina contraccolpi anche sulla Toscana che è una delle regioni più industrializzate d’Italia”. Parola di Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali del governatore Eugenio Giani.
Tra i casi più recenti c’è Targetti, storica azienda fiorentina di illuminazione, con la ventilata ipotesi di spostamento del reperto di produzione in Campania. Proprio ieri il tavolo di crisi in Regione concluso con un nulla di fatto. “Un’eccellenza nel campo dell’illuminazione che rischia di essere travolta dal progetto della proprietà, la 3F Filippi spa. Un progetto di cui è sempre più evidente il carattere speculativo e di cui si fatica a comprendere la strategia industriale. A fronte delle difficoltà di mercato denunciate dall’impresa non si vede un vero piano industriale per affrontare la crisi. L’unico dato certo è la vendita dell’immobile e la chiusura del reparto produttivo, per lasciare a Firenze sostanzialmente solo gli uffici amministrativi. Parliamo di oltre 40 posti di lavoro a rischio e della fine di un’era industriale fiorentina lunga quasi un secolo” dice Fabiani.
Tra i casi più importanti c’è Qf, ovvero la ex Gkn di Campi. “Continuiamo a seguire la vertenza, giunta a una nuova procedura di licenziamento collettivo a carico degli ultimi 121 lavoratori ancora in forza. Ci siamo già attivati con la rete dei centri per l’impiego per la presa in carico degli operai che saranno supportati con i nostri servizi di orientamento e con la formazione prevista dal progetto Gol. Non molliamo nemmeno sul fronte della reindustrializzazione del sito: come prova c’è la legge regionale sui consorzi e l’accompagnamento assicurato al percorso per la realizzazione del progetto della coop dei lavoratori” ricorda Fabiani.
Tra le crisi aziendali ancora aperte anche la Cooperativa Il Forteto con 40 addetti, mentre sotto osservazione (’tavoli di monitoraggio’) ci sono la Ph con 270 lavoratori: la proprietà vuole cambiare sede operativa spostandosi dal Chianti a Calenzano.
L’emergenza in corso riguarda la moda: il settore sta attraversando una profonda ristrutturazione che tocca sia il tessile, l’abbigliamento, la pelletteria e il calzaturiero, sia altri segmenti della filiera fino alle lavorazioni degli accessori (minuteria metallica e non) e al commercio. “Non tutte le aziende in crisi transitano dal tavolo istituzionale, al quale approdano generalmente le situazioni più delicate e che riguardano comunque imprese con più di 15 dipendenti” dice Fabiani ricordando che la Regione ha promosso un tavolo di crisi dell’intero comparto. Infatti, a livello toscano nel 2024, considerando gli organici delle imprese al momento della dichiarazione di esubero o di cassa integrazione straordinaria, risultano coinvolti circa 1.750 lavoratori in 42 casi aziendali. Nel fiorentino il caso più importante è la Bally Studio srl di proprietà Regent LP, fondo di investimento Californiano, intenzionata a chiudere la sede di Lastra a Signa e lasciare a piedi 45 dipendenti. “La localizzazione delle vertenze riflette abbastanza fedelmente la tradizionale concentrazione geografica delle imprese del settore, insediate in particolare nella Toscana centrale. Inoltre la crisi sembra insistere su talune aree, tra cui emergono Campi Bisenzio, Scandicci, il comprensorio del distretto della pelle e del cuoio nel pisano” ricorda Fabiani.
“Tra i tavoli conclusi positivamente in questi primi mesi del 2025, c’è il caso di ProsperiusVilla Cherubini. Anche qui stiamo parlando di un pezzo di storia di Firenze, siamo riusciti a chiudere la vertenza che andava avanti da mesi con l’arrivo della nuova proprietà, al momento attraverso l’affitto del ramo aziendale e con la salvaguardia totale dell’occupazione. La nuova proprietà, che proviene dal settore delle scienze della vita, settore fortemente presente in Toscana, è ora chiamata non solo al salvataggio ma anche al rilancio dell’azienda” auspica Fabiani.
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