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Cinque domande a….Intervista al Dott. Giuseppe Finocchiaro


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Intervista al Dott. Giuseppe Finocchiaro. Dirigente Nazionale ANPIT – Dipartimento Politiche Attive.

Oggi, Primo Maggio Festa del Lavoro, attesa cadenza annuale dedicata alla celebrazione del movimento operaio e – ovviamente – delle sue anche sofferte, quando non tragiche, conquiste. Le sue origini coincidono con il ruolo via via crescente, e determinante, del movimento sindacale, in particolare nell’azione tesa a pervenire a condizioni più umane, e soprattutto, regolamentate. Il riferimento è al c.d. “Eight Hour Movement” (Movimento delle 8 Ore) che rivendicava il perseguimento di precisi obiettivi giornalieri: complessivamente, otto ore di lavoro, otto ore di pause intervalli, otto ore di riposo. La cadenza della precisa giornata del 1° Maggio è un preciso riferimento alla data del 1° Maggio del 1886 giorno in cui negli Stati Uniti fu indetto uno sciopero generale a sostegno delle rivendicazioni operaie per ottenere condizioni di lavoro e nell’ambiente di lavoro migliori e soprattutto umanamente più dignitose.

Proprio queste riflessioni hanno portato a richiedere un’intervista al Dott. Giuseppe Finocchiaro, Dirigente Nazionale ANPIT. Dott. Finocchiaro che ringraziamo a nome del Network giornalistico che oggi ci ospita.                     Roma, 1° Maggio 2025,  Giuseppe Bellantonio

D: – Tra poco tempo ANPIT- Associazione Nazionale per l’Industria e il Terziario…. avrà il suo meeting annuale: momento importante per fotografare il percorso compiuto nell’ultimo anno. Si sente sempre più frequentemente parlarne, può cortesemente offrirci uno ‘scatto’ di ANPIT?

R: – ANPIT rappresenta oggi una realtà dinamica e in costante crescita nel panorama associativo italiano, con oltre 32.000 aziende associate e 100 sedi territoriali. La nostra missione è essere un punto di riferimento per le imprese, offrendo supporto concreto e soluzioni innovative per affrontare le sfide del mercato.  Negli ultimi anni, abbiamo intensificato il nostro impegno su più fronti: dalla contrattazione collettiva, con la firma di nuovi CCNL, alla formazione continua, attraverso l’attivazione del “Fondo Innova” per finanziare piani formativi aziendali e settoriali. Abbiamo inoltre promosso progetti culturali e formativi, come il programma “Plauto“, che mira a creare un ponte tra studenti e mondo del lavoro.​            Questa crescita è frutto del lavoro sinergico di tutti i dirigenti nazionali e territoriali di ANPIT e di tutto lo staff di amministrazione che ogni giorno contribuiscono con impegno e visione condivisa allo sviluppo dell’associazione.

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Un ruolo centrale lo ricopre il Presidente Nazionale, Federico Iadicicco: imprenditore romano, che dal 2013 guida ANPIT con uno sguardo orientato all’innovazione e al dialogo costruttivo tra imprese e istituzioni. Al suo fianco, il Segretario Generale Daniele Saponaro: forte di una consolidata esperienza nel mondo associativo e di una particolare attenzione alle tematiche giovanili, partecipa attivamente alla definizione delle politiche strategiche dell’associazione. Di rilievo anche l’impegno di Attilio Parisi: Consigliere Nazionale e Presidente della sede provinciale di ANPIT Catania, che apporta un contributo concreto nel campo delle politiche attive del lavoro, promuovendo iniziative mirate all’occupazione e alla formazione professionale nei territori.               

Il nostro prossimo meeting sarà l’occasione per riflettere sui risultati ottenuti e per tracciare le linee-guida future, sempre con l’obiettivo di sostenere le imprese e promuovere uno sviluppo economico sostenibile e inclusivo.                                    ANPIT oggi è una comunità coesa di imprenditori, professionisti e lavoratori che collaborano per costruire un futuro migliore per il nostro Paese.

D: – In un mondo del lavoro così schizofrenico, peraltro contagiato dal caos che ci circonda, il ruolo di ANPIT potrebbe ancora avere margini di crescita? E sulla base di quali percezioni?

R: – Assolutamente sì, ANPIT ha ancora ampi margini di crescita, forse oggi più che mai. In un mondo del lavoro che appare sempre più frammentato, incerto e spesso contraddittorio, il nostro ruolo diventa ancor più centrale. È proprio nel caos che emerge il bisogno di punti fermi, di visione, di organizzazioni che sappiano dare risposte concrete, rapide ma anche sostenibili.

La nostra crescita, oggi, si fonda su alcune percezioni chiare e molto forti che raccogliamo quotidianamente dal tessuto imprenditoriale: le aziende hanno sete di rappresentanza vera, di una voce che le difenda ma soprattutto che le comprenda. Hanno bisogno di strumenti snelli, contratti coerenti con l’evoluzione del lavoro, accesso alla formazione e ad una cultura d’impresa nuova, etica, moderna.

ANPIT ha dimostrato negli ultimi anni, e continua a farlo, di saper interpretare questi bisogni. Non a caso, siamo passati da poche migliaia a oltre 32.000 aziende associate, perché dietro ai numeri ci sono fiducia, credibilità e concretezza. E c’è, soprattutto, la percezione diffusa che con ANPIT le imprese non sono mai sole.

D: – Credo che nel contesto associativo un ruolo particolare lo giochino sia il dinamismo di quanti coinvolti all’interno, nei loro vari e diversi ruoli, sia l’approccio caratterizzato da un sempre presente e solido rapporto umano: quello che fa favorevolmente percepire la presenza di un consulente di qualità al proprio fianco.

R: – Ha perfettamente centrato un punto chiave: il valore umano all’interno di un contesto associativo fa davvero la differenza. ANPIT, al di là dei numeri e dei risultati tangibili, è una comunità viva, fatta di persone che ogni giorno mettono a disposizione delle imprese non solo competenza tecnica, ma anche ascolto, presenza, e disponibilità autentica. Il dinamismo che si respira all’interno della nostra rete nasce proprio da questo: ognuno, dal dirigente al consulente territoriale, si sente parte attiva di un progetto più ampio, dove la crescita dell’impresa coincide con la crescita del Paese. E ciò che rende davvero unica questa esperienza è la qualità dei rapporti umani. Perché un imprenditore non ha solo bisogno di risposte burocratiche o normative: ha bisogno di sapere che c’è qualcuno pronto ad affiancarlo con serietà, prontezza e comprensione.    

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Quello che ANPIT offre non è solo un servizio: è una relazione di fiducia. È la percezione, sempre più diffusa, di avere al proprio fianco un consulente preparato, ma anche un compagno di percorso. Ed è proprio da questo equilibrio tra professionalità e umanità che nasce la forza della nostra associazione.

D: – Sulla base delle sue esperienze, il mondo del lavoro riuscirà a trovare rapidamente un nuovo e diverso equilibrio, così com’è sottoposto a pressioni ma anche indecisioni e forse a una incompleta visione d’insieme? Mai come oggi il Mondo è stretto in un pugno.

R: – Il mondo del lavoro è in piena trasformazione, ed è vero: mai come oggi è apparso così compresso, fragile, ma allo stesso tempo carico di potenzialità inespresse. Le pressioni sono reali, economiche, geopolitiche, tecnologiche e si sommano a un senso diffuso di disorientamento, in parte dovuto a una visione d’insieme che ancora fatichiamo a costruire in modo condiviso e sistemico.

Ma sono proprio questi momenti storici a generare nuove traiettorie. La mia esperienza mi porta a credere che un nuovo equilibrio sarà possibile solo se sapremo unire velocità di adattamento e profondità di visione, tecnologia e umanità, innovazione e identità.

Il mondo del lavoro non si salva da solo. Ha bisogno di una rete di attori responsabili – istituzioni, imprese, associazioni, persone – che sappiano leggere il cambiamento non con paura, ma con coraggio. In ANPIT, ad esempio, cerchiamo ogni giorno di interpretare questi cambiamenti, offrendo alle aziende strumenti reali e una visione strategica. Sì, il mondo è stretto in un pugno, ma quel pugno può anche diventare una stretta di mano. Serve volontà, responsabilità collettiva e una leadership diffusa, capace di rimettere al centro il lavoro, la dignità delle persone e il valore della comunità.

D: – Potrebbe essere un’idea lanciare una Scuola di Alta Formazione Professionale e Gestionale indirizzata a quadri ma anche a quei soggetti che vogliano abbracciare questo particolare segmento della consulenza di alta gamma?

R: – L’idea di una Scuola di Alta Formazione non è soltanto auspicabile: è già una realtà concreta all’interno dell’universo ANPIT, grazie al progetto Ambite, che rappresenta un polo formativo innovativo, centrato sullo sviluppo delle competenze professionali, gestionali e consulenziali.

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Ambite nasce proprio per rispondere alla crescente esigenza di formare nuove figure capaci di affrontare le complessità del mercato del lavoro contemporaneo, con un focus su quadri aziendali, professionisti e aspiranti consulenti di alta gamma.

L’obiettivo è ambizioso ma chiaro: colmare il gap tra formazione teorica e bisogni reali delle imprese, offrendo percorsi concreti, multidisciplinari e orientati all’impatto. Oggi, più che mai, la formazione deve diventare una leva strategica di crescita e posizionamento per il sistema produttivo. E ANPIT, attraverso Ambite, lo sta dimostrando sul campo: proponendo contenuti di valore, relatori qualificati, e, soprattutto, una visione moderna del ruolo del consulente, sempre più vicino all’impresa e capace di guidarla nei cambiamenti.

Quella che poteva sembrare un’idea è già una traiettoria avviata: formare per trasformare, costruendo una nuova generazione di professionisti consapevoli, preparati e, come è nel DNA di ANPIT, umanamente presenti.

Giuseppe Bellantonio


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