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«Bisogna attrarre più giovani, facciamo rete»


TREVISO – Doppio rinnovo al vertice di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. Armando Sartori è il nuovo presidente dell’associazione che raggruppa oltre ottomila aziende artigiane e pmi, mentre la direzione è stata affidata a Carlo Ceriana.

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IL PROFILO

Artigiano carrozziere, 63 anni di Meduna di Livenza, Sartori guida la Confartigianato Imprese Oderzo-Motta: martedì sera, l’assemblea dei rappresentanti dei sei mandamenti territoriali lo ha eletto all’unanimità alla testa dell’organizzazione provinciale. Si completa così l’avvicendamento alla massima carica dell’associazione, dopo le dimissioni, a inizio dicembre scorso, di Oscar Bernardi e la “reggenza” in questi mesi da parte del vicepresidente vicario Loris Balliana. Nel suo curriculum associativo, anche altri incarichi, da presidente della comunità carrozzieri, a consigliere di amministrazione della Fondazione Lepido Rocco. «In questi anni ho concorso a definire orientamenti e strategie per rendere contemporanea l’attività di rappresentanza e per farle assumere significati attuali rispondenti ai principi che la animano – le prime dichiarazioni del neo presidente – L’artigiano vive intensamente il rapporto con il suo territorio, comprese tutte le sue trasformazioni».


Sartori delinea così le linee programmatiche: «Confartigianato deve farsi promotore di rapporti di rete a tutti i livelli: tra imprenditori; tra imprese, università e scuole; tra artigianato e istituzioni locali, come anche con le altre associazioni di rappresentanza economica e i sindacati. Altra linea strategica, un forte investimento nella formazione, per accompagnare la digitalizzazione, l’economia sostenibile e circolare, l’innovazione tecnologica, la capacità di raccontarsi. Tutto ciò ha come obiettivo di rafforzare il valore artigiano, che si sostanzia nella capacità creativa e nella qualità, ma che sempre di più chiede di affiancare al “saper fare” anche il “saper gestire” la propria azienda». Ad affiancare il presidente alla direzione operativa provinciale sarà Carlo Ceriana: 54 anni, nell’associazione artigiana da 29, tra l’altro anche come direttore di Confartigianato Marca Trevigiana Formazione e, negli ultimi anni, come segretario del mandamento di Treviso, Ceriana raccoglie il testimone da Valeria Maggiolo, che conclude il suo percorso dopo quattro decenni di attività. Ai due nuovi dirigenti anche le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro da parte del presidente regionale Roberto Boschetto e quelli del numero uno della Camera di commercio di Treviso e Belluno, Mario Pozza (tra l’altro predecessore di Sartori nella carica).

 

IL CAMBIO

Il ricambio avviene alla vigilia del Primo maggio. «Dobbiamo guardare alla Festa dei lavoratori 2025 con occhi disincantati – sottolinea Sartori – I lavoratori stanno cambiando. Non solo perché cambia il lavoro, ma anche, e forse soprattutto, perché cambia la cultura del lavoro. Il termometro più evidente sono i dati relativi all’occupazione. Nell’artigianato della Marca Trevigiana mancano mediamente metà delle posizioni ricercate dalle imprese. Tutti i settori sono toccati da questa carenza di manodopera. Nel 2023 le imprese della Marca Trevigiana hanno perso 269 milioni di euro in termini di minor valore aggiunto a causa della carenza di competenze. È una tendenza ormai consolidata, a testimonianza di un diverso rapporto con il lavoro che hanno soprattutto i giovani».

 

I NUMERI

In provincia le imprese artigiane sono 21.803 e occupano 60.677 addetti. Una ditta su tre, tra quelle guidate da under 35, è ascrivibile a questo comparto. Le imprese femminili rappresentano il 16,4% del totale delle realtà artigiane e il 21,1% di tutte le imprese in rosa, mentre quelle a conduzione straniera equivalgono al 18,1% dell’intero settore e al 40,5% delle aziende straniere tout court. Riguardo alle difficoltà di trovare personale, il leader di Confartigianato della Marca pone l’accetto sul sistema formativo e sull’eccessivo costo del lavoro. Ma soprattutto chiama in causa «la risposta della politica inadeguata alle sfide del lavoro. È una questione di priorità – afferma – e dunque di scelte, nelle politiche economiche. Per esempio, non si può considerare il capitale umano meno dell’energia. È un bene prezioso che va trattato in modo sistematico e su questo anche l’artigianato deve lavorare di più. Un impegno che riguarda il rapporto sui canali di reperimento del personale, la contrattazione di secondo livello, ma anche il welfare aziendale e i tempi di lavoro».
 





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