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Ups taglierà 20mila posti e chiuderà 73 impianti


Il 29 aprile 2025 United Parcel Service ha annunciato un drastico piano di riorganizzazione che prevede il taglio di 20mila posti di lavoro e la chiusura di 73 impianti, in affitto e di proprietà, entro la fine di giugno di quest’anno. È delle più rilevanti riduzioni di forza lavoro nella logistica degli ultimi anni, che viene decisa in un momento di forte contrazione dei volumi legati al commercio elettronico, in particolare con Amazon. La società ha infatti dichiarato di aspettarsi un calo delle spedizioni per conto del colosso del commercio elettronico, tendenza anticipata a gennaio, quando Ups dichiarò che entro diciotto mesi avrebbe dimezzato il volume di pacchi a basso valore movimentati per Amazon.

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Con questa ristrutturazione, Ups vuole ridurre i costi nel 2025 per 3,5 miliardi di dollari (circa tre miliardi di euro), aumentando efficienza e redditività. Questo programma porta a un cambio di rotta strategico, perché Ups intende ridurre la dipendenza da volumi elevati e a basso valore per orientarsi verso spedizioni ad alto margine, come quelle sanitarie, urgenti o a temperatura controllata. Proprio in tale direzione va l’acquisizione, annunciata il 28 aprile, della società canadese Andlauer Healthcare, specializzata nella logistica sanitaria.

Il cambiamento di rotta nasce dall’evoluzione del quadro economico globale. Dopo l’impennata del commercio elettronico durante la pandemia, la logistica deve ora fronteggiare un rallentamento della domanda, cui si aggiungono le incertezze legate alla politica commerciale degli Stati Uniti. I dazi introdotti dal presidente Trump stanno infatti rendendo più difficili e volatili le spedizioni internazionali, aumentando i costi e rendendo meno prevedibili le catene di approvvigionamento globali.

Ma c’è un’altra tendenza che Ups sta seguendo, quella dell’automazione. Il giorno prima dell’annuncio della riduzione di personale, Bloomberg ha scritto che Ups starebbe trattando con la start-up statunitense Figure AI per sviluppare robot umanoidi da inserire nelle piattaforme logistiche. L’agenzia precisa che la notizia, diffusa da fonti vicine alle due società, conferma l’intensificarsi di un dialogo iniziato nel 2024 e proseguito anche negli ultimi mesi.

A febbraio 2025, Figure IA ha diffuso un video che mostra una squadra di robot umanoidi – che si chiamano Helix e sono alti circa un metro e settanta – che si avvicinano a un nastro trasportatore di un sorter, scelgono e prelevano alcune buste e pacchi e le spostano su un altro nastro. Sono guidati da un’intelligenza artificiale, che permette anche di correggere automaticamente eventuali errori. Non sappiamo però se questa sarà l’attività ipotizzata da Ups, che non ha fornito dettagli, mentre Figure AI non ha commentato l’articolo.

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Se Ups dovesse concretizzare la collaborazione con Figure AI, sarebbe uno dei primi esempi su larga scala di impiego di umanoidi nel trasporto pacchi, Non è comunque la prima volta che la multinazionale s’interessa alla robotica avanzata. L’azienda ha già avviato collaborazioni con altre realtà del settore, come Dexterity, che sviluppa robot industriali capaci di movimenti raffinati simili a quelli umani. Inoltre, nei centri logistici Velocity, Ups usa già bracci robotici fissi e software basati su intelligenza artificiale per gestire flussi di lavoro complessi e ad alta intensità.

Tornando a oggi, il 29 aprile Ups ha anche diffuso i risultati del primo trimestre del 2025, quando ha registrato una leggera flessione dei ricavi, ma una prestazione migliore nella redditività operativa. I ricavi consolidati si sono attestati a 21,5 miliardi di dollari (circa 18,9 miliardi di euro), in calo dello 0,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’utile operativo ha raggiunto 1,7 miliardi di dollari (circa 1,5 miliardi di euro), con un aumento del 3,3%.

La situazione però cambia secondo i diversi segmenti. Negli Stati Uniti, Ups ha beneficiato di un aumento dei ricavi del 4,5% per pacco, soprattutto nel trasporto aereo, che ha sostenuto la crescita del fatturato domestico a 14,5 miliardi di dollari (circa 12,7 miliardi di euro). Tuttavia, i volumi complessivi delle spedizioni sono calati. A livello internazionale, i ricavi sono saliti a 4,4 miliardi di dollari (circa 3,8 miliardi di euro) grazie a un aumento del 7,1% nel volume medio giornaliero. Il margine operativo internazionale ha raggiunto il 14,7%, mostrando una tenuta significativa in un contesto economico incerto. Più critico è invece l’andamento del comparto delle soluzioni per la catena di approvvigionamento, dove i ricavi sono scesi del 14,8% a causa della cessione della controllata Coyote; nonostante ciò, il margine operativo rettificato si è mantenuto al 3,6%.

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