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Sicurezza sul lavoro: benefit penali alle imprese virtuose?


Come per medici, l’imprenditore risponderà solo di colpa grave: l’ipotesi allo studio del governo per la sicurezza sul lavoro

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Un’idea destinata a far discutere: tra aperture istituzionali e reazioni infuocate, il tema della sicurezza sul lavoro torna sotto i riflettori, ma con una novità che spiazza molti. La proposta è di quelle che fanno rumore: premiare penalmente i datori di lavoro che rispettano rigorosamente le norme sulla sicurezza, rendendoli punibili solo in caso di colpa grave, sul modello della responsabilità medica. È questa l’ipotesi avanzata dalla commissione del Ministero della Giustizia guidata dal viceministro Francesco Paolo Sisto. Un’idea che potrebbe trovare presto una forma concreta, sotto forma di decreto o disegno di legge, grazie anche al supporto dell’Inail. E che arriva dopo i moniti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in vista del Primo Maggio.

UN SISTEMA ‘A DOPPIO BINARIO’

Secondo il documento elaborato dalla commissione, si tratterebbe di un nuovo equilibrio tra rigore e merito: da un lato, inasprimento delle sanzioni per chi non rispetta le regole; dall’altro, riconoscimenti giuridici a chi dimostra di aver adottato modelli organizzativi efficaci e strumenti di prevenzione. In caso di infortunio sul lavoro, le imprese in regola risponderebbero solo per colpa grave, pur restando pienamente responsabili sul piano civile e risarcitorio.

IL SUPPORTO DELLA PREMIER MELONI E DELLA MINISTRA CALDERONE

Il progetto sembra in linea con quanto annunciato di recente dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Vogliamo potenziare il sistema di incentivi e disincentivi per le imprese in base alla loro condotta in materia di sicurezza, con particolare attenzione al mondo agricolo”. Anche il ministro del Lavoro Marina Calderone ha parlato di una “concertazione importante” con le parti sociali l’8 maggio, occasione in cui il documento della commissione potrebbe essere ufficialmente presentato.

“INTERVENTI CHIRURGICI E INNOVATIVI”

Il viceministro Sisto rivendica il lavoro fatto con approccio pragmatico: “Non c’è stato bisogno di rivoluzioni copernicane, ma di interventi mirati, modellati sulla casistica, sulla giurisprudenza e sulle riflessioni tecnico-giuridiche”. L’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare la sinergia tra imprese, lavoratori, sindacati e istituzioni, puntando su una logica di prevenzione condivisa e incentivata.

LE REAZIONI

Durissima, invece, la reazione del Movimento 5 Stelle. Il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli ha ironizzato amaramente sui social: “Quindi cancelliamo tutti gli incentivi alle imprese generando due anni di calo della produzione per poi creare il ‘benefit penale’? Domani è il Primo Maggio, non il primo aprile; mi auguro sia uno scherzo di cattivo gusto…”.

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L’annuncio arriva proprio alla vigilia della Festa del Lavoro, accendendo il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sul ruolo dello Stato nel promuoverla. Con le parti sociali pronte a confrontarsi, l’ipotesi del “benefit penale” si presenta come un nodo politico, etico e giuridico che promette di far discutere ancora a lungo.



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