Il 2005, infatti, venne interamente dedicato alla microfinanza, e l’allora segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, espresse con grande enfasi l’importanza di promuovere settori finanziari inclusivi per migliorare la vita delle persone.
Questo evento fu un momento significativo a livello istituzionale per celebrare un fenomeno nato anni prima, nel 1976, grazie alla lungimiranza e all’intuizione di Muhammad Yunus, che si impegnò per applicare il microcredito in Bangladesh.
Ma nello specifico in cosa consiste il microcredito? Si tratta di un sistema di finanziamento che offre piccole somme di denaro a persone o piccole imprese che fanno fatica ad accedere ai tradizionali servizi bancari. Tale strumento è progettato soprattutto per sostenere l’imprenditorialità e migliorare le condizioni di vita di persone in situazioni economiche svantaggiate, consentendo loro di avviare o espandere attività commerciali. Si basa principalmente su un modello di fiducia e comunità, dove i prestiti vengono restituiti a rate sostenibili, contribuendo così a creare un ciclo di sviluppo economico sostenibile.
Tale strumento finanziario ha attecchito in Italia, tant’è che nel 2006 è stato creato il Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito, ribattezzato Ente nazionale per il microcredito (ENM) nel 2011. Questo organismo è stato istituito per favorire l’accesso di specifiche persone a piccoli finanziamenti. Secondo alcuni dati recenti, nel 2023 circa 18.000 soggetti finanziari hanno beneficiato dei microprestiti, per un totale di oltre 298 milioni di euro.
L’afflusso di ingenti capitali nel settore del microcredito ha generato vantaggi per tutti gli attori coinvolti. I piccoli imprenditori, a caccia di finanziamenti accessibili in base alle loro necessità, hanno sfruttato il microcredito come un’ottima opportunità di investimento, contribuendo alla crescita del settore. Gli stessi investitori, soprattutto quelli istituzionali, hanno trovato in questa forma di investimento una soluzione più conveniente e meno esposta alla volatilità dei mercati globali.
L’intera imprenditoria italiana ha tratto vantaggio dal microcredito, generando un indotto positivo a livello imprenditoriale e occupazionale. Gli imprenditori, che spesso hanno un’idea brillante ma non i mezzi economici per metterla in pratica, hanno trovato nel microcredito la chiave per sbloccare il loro potenziale. L’apertura di nuove imprese, attività o PMI naturalmente è un vantaggio anche per l’occupazione, poiché si creano nuovi posti di lavoro.
Bisogna inoltre considerare che il microcredito è un finanziamento pensato a lungo termine, destinato non solo a fornire liquidità immediata, ma soprattutto a garantire che l’azienda possa crescere e prosperare nel corso del tempo. Naturalmente il microcredito non viene concesso a tutti, ma solo a quei progetti che hanno un’effettiva fattibilità economica e una rilevanza strategica in un determinato contesto imprenditoriale. Questo finanziamento non è semplicemente un accesso agevolato al capitale, ma una spinta reale e concreta all’innovazione e alla competitività delle microimprese, che altrimenti farebbero fatica a reperire i fondi necessari per nascere, crescere e prosperare.
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